sabato 21 novembre 2009

«E ora guerra agli altri veleni»

«E ora guerra agli altri veleni»
Altamarea e sindaco: dopo la legge taglia-diossina serve abbattere le emissioni di benzoapirene «Il controllo sugli inquinanti sia continuo». A distanza di un anno, il 28 si torna a manifestare in piazza
FULVIO COLUCCI
• Alla fine la conferenza stampa di «Altamarea» produce due risultati. Il primo, più importante, è l’impegno, preso dagli ambientalisti e dal sindaco, di agire sul problema dell’in - quinamento da benzoapirene
segnalato negli ultimi rilevamenti Arpa.
Il secondo, altrettanto significativo, è la definizione precisa dei contorni entro i quali marceranno gli ecologisti il 28 novembre. Non sarà una celebrazione pura e semplice della manifestazione che un anno fa, portando in piazza circa 15mila persone, chiedeva l’abbattimento dei limiti di diossina attraverso la legge regionale. Stavolta il nuovo obiettivo del cartello di associazioni è «il campionamento in continuo» dei camini dell’Ilva come ha spiegato il leader di Peacelink Alessandro Marescotti. «L’Autorizzazione integrata ambientale e la legge regionale sui limiti alle emissioni di diossina prevedono il monitoraggio in continuo. Tutte le aziende puglie si hanno presentato il piano per il monitoraggio in continuo tranne l’Ilva. Il controllo sugli inquinanti - ha aggiunto Marescotti - deve essere esteso all’intero arco delle 24 ore. Dobbiamo arrivare al rilascio dell’Autorizzazione integrata ambientale comprensivo del monitoraggio in continuo anche perché - ha aggiunto il leader di Peacelink - i dati relativi all’inquinamento, attualmente a nostra disposizione, risalgono al 2006».
«Continuiamo, insomma, a essere in ritardo e questo ha alimentato ambiguità. Per esempio: l’Ilva ha dichiarato ai giornalisti, negli ultimi anni, che stava lavorando alla ridu zione degli inquinanti, ma i dati comunicati alle autorità affermano il contrario. Ecco perché con la grande fabbri ca - ha insistito
Marescotti - occorre un patto di lealtà. Un patto di cui il sindaco deve farsi garante. E se così non sarà, Stefàno chieda la riapertura dell’Autorizzazione integrata ambientale: è nel suo potere, può farlo».
Il cartello ambientalista ha reso semplice quello che sembrava complicato nel momento in cui si è svestito di una certa, spettacolare, retorica, che francamente gli nuoce. Così incalzare il sindaco ha reso chiaro il quadro: «E’ possibile la copertura dei parchi minerali. E’ una questione di soldi» ha ricordato Leo Corvace di Legambiente. E’ possibile capire in che
modo fronteg giare il nuovo grande pericolo incombente: l’inquinamento da benzoapirene.
A un sindaco Stefàno che
sventolava la lettera inviata all’avvocato di Milano Fabio Matese - durante la conferenza stampa a Palazzo di città - gli ambientalisti hanno opposto la richiesta di agire in fretta proprio sul problema benzoapirene.
La lettera a Matese, pare ancora in viaggio, chiede di sapere, non senza enfasi mediatica, se ci siano gli estremi per chiedere il risarcimento danni al governo e agli inquinatori. Insomma, la prende alla lontana e vira sul general-ge nerico. Ma si sente sul collo il fiato dei trenta giorni di tempo dati dal Tar di Lecce per spiegare cos’ha fatto l’amministrazione comunale in tema d’ambiente. Pena la nomina del commissario ad ac ta.
Altamarea tradurrà tutto in una missiva, inviata nei prossimi giorni al primo cit tadino, nella
quale sarà chiesto di procedere a una «tracciabilità» del benzoapirene (idrocarburo che, indifferentemente, può essere emesso da gas di scarico delle auto, cokerie, impianti di raffinazione). Poiché l’Arpa, dati 2008, ha denunciato uno sforamento dei limiti dell’in - quinante, poiché il sindaco, responsabile della salute pubblica, ha il dovere d’intervenire (lo prevede la legge), poiché bisogna capire chi è fuori norma, gli am bientalisti porranno il problema sul tavolo e a sua volta Stefàno girerà le domande all’Arpa: nuovi controlli nella zona industriale, visto che l’impatto del traffico ai
Tamburi, dove avviene lo sforamento, è nullo; individuazione dell’indu - stria che inquina; ordinanza sindacale di blocco delle at tività dannose per la salute dei cittadini. Il sindaco si trova di fronte a una prova importante per la sua teoria sulle ordinanze sindacali: «Mi devono dire i dirigenti cosa devo fare sulla base di dati certi» non si trasformi in una comoda porta girevole. Il resto della conferenza di Altamarea ha vissuto lampi scenografici o poco più. Gli ambientalisti tarantini riflettano. Il dramma impone di scegliere, una volta per tutte, fra palco e realtà.

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