Ilva, giovedì arriva Clini «per accelerare la bonifica». Attesa decisione su materiale
Torna a Taranto giovedì prossimo, il ministro
dell’Ambiente Corrado Clini. Manca dalla scorsa estate, da quel
tumultuoso 17 agosto quando, insieme al ministro dello Sviluppo, Corrado
Passera, pose le premesse per la legge «salva-Ilva», la continuazione
dell’attività produttiva nello stabilimento siderurgico parzialmente
sequestrato dalla magistratura per disastro ambientale. Il 17 gennaio,
Clini troverà a Taranto, oltre le istituzioni, i sindacati e la
dirigenza Ilva, anche una serie di nodi irrisolti. Sarà interessante
conoscere le parole del ministro per quella «forte accelerazione» che ha
promesso di voler imprimere al «risanamento ambientale dell’Ilva e del
territorio di Taranto, per la piena applicazione della legge 231».
La
visita segnerà il debutto in città del commissario per le bonifiche
Alfio Pini e dal garante per l’applicazione dell’Aia (Autorizzazione
integrata ambientale) Vitaliano Esposito, freschi di nomina. Alcune cose
sono cambiate da agosto, condizioni climatiche a parte. Una legge
consente all’Ilva di produrre, malgrado gli impianti dell’area «a caldo»
siano ancora sequestrati dal gip per il reato di disastro ambientale e
sia ancora nella fase delle indagini l’inchiesta della magistratura. E
c’è uno scontro, davanti alla Corte costituzionale, tra giudici e
governo sulle competenze visto che la legge, di fatto, supera il
provvedimento dei giudici. Lo scontro potrebbe ampliarsi se il tribunale
del riesame, all’inizio della prossima settimana, accogliesse
l’eccezione di incostituzionalità della legge 231, rimettendo ogni
decisione, ancora, alla Consulta.
Lunedì è attesa anche la
decisione del gip Patrizia Todisco sulla richiesta di dissequestro dei
prodotti finiti da parte dell’Ilva (1 milione e 700mila tonnellate
d’acciaio per un valore di un miliardo di euro).
La visita del
ministro Clini a Taranto avverrà in un contesto solo apparentemente
«normalizzato» rispetto all’estate. Dopo le decisioni della magistratura
è attesa la reazione dell’Ilva. Il presidente Ferrante ha parlato di
«accanimento» degli organi giudiziari e, dopo il pagamento degli
stipendi, venerdì scorso, ha avvertito: «Se i prodotti restano sotto
sequestro potremmo non essere in grado di garantire il prossimo
stipendio». Fulvio Colucci (GdM)
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