Con tutta la calma del mondo, quando ha voluto, il delfino dei Riva ha fatto due passi sulla avenue dall'albergo al commissariato in compagnia dei suoi avvocati. Si è fermato in un caffè a sorseggiare con loro, ha letto il giornale, ha fatto qualche telefonata, poi è andato dai poliziotti, ha scucito una mancia di 10.000 sterline, e ha fatto dire dai suoi avvocati lui è là e che ci vuole restare. Gli piace Londra, l'aria frizzante della City, tutto quel profumo di denaro, scambi di merci, di traffici. Non vuole tornare in Italia. Ha da fare. Ha chiesto permesso agli agenti, ha stretto qualche mano, è tornato in albergo per prepararsi alla prossima riunione. Si deciderà, forse, per qualche migliaio di operai da spostare tra i suoi tanti impianti in qualche parte del mondo. O si parlerà di un tubo, anzi di migliaia di tonnellate di tubi. Ah, che stress la vita del ricercato!
Ilva, Fabio Riva in libertà vigilata a Londra.
La Corte di Giustizia inglese non ha concesso l'estradizione per Fabio Riva e ha deciso di concedergli la libertà vigilata. Lo hanno confermato all'Adnkronos fonti dell'Ilva, precisando che oggi, durante la prima udienza, i giudici inglesi si sono espressi sul mandato di arresto internazionale emesso dalla Procura di Taranto.
Si terrà tra un mese e mezzo, a Londra, l'udienza sulla richiesta di arresto europeo e di estradizione in Italia di Fabio Riva. Lo hanno reso noto fonti legali precisando che Riva, oggi, si è presentato a Scotland Yard e che un giudice ha concesso la libertà vigilata. (Adnkronos)
I legali di Fabio Riva hanno chiesto al giudice di Londra che "in attesa sulla eseguibilità del mandato" di arresto europeo, l'indagato "possa rimanere in libertà vigilata a Londra e che non venga concessa l'estradizione". E' detto in una nota diffusa della società che cura la comunicazione per Ilva. "Il giudice - si aggiunge - ha accolto le richieste e ha stabilito che nelle prossime settimane sarà fissato un calendario per lo svolgimento del giudizio". (Ansa)
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