Ilva, Archinà resta in carcere. L'azienda riavvia il tubificio
Il gip del Tribunale di Taranto, Patrizia Todisco, ha rigettato una
nuova richiesta di scarcerazione presentata dall'ex dirigente dell'Ilva
Girolamo Archinà, ex responsabile delle relazioni istituzionali del
Siderurgico, arrestato il 26 novembre scorso nell'ambito dell'indagine
denominata 'Ambiente svenduto', parallela all'inchiesta-madre per
disastro ambientale. Secondo l'accusa, nel marzo del 2010, Archinà
avrebbe consegnato in una stazione di servizio a Liberti una busta
contenente la somma di 10mila euro in contanti per 'ammorbidire' una
relazione che il consulente della procura Lorenzo Liberti avrebbe dovuto
elaborare sulle fonti dell'inquinamento atmosferico della città.
Per
questo è accusato di corruzione in atti giudiziari. Archinà è anche
accusato di aver tenuto contatti, a vari livelli, con uomini politici e
amministratori di Comune, Provincia e Regione, dirigenti di enti
pubblici, giornalisti cercando di favorire la politica aziendale dei
vertici dello stabilimento Ilva di Taranto, che ha causato i reati
ambientali contestati dalla Procura. Il gip aveva già respinto una prima
richiesta di revoca della misura cautelare avanzata dai difensori di
Archinà dopo l'interrogatorio di garanzia. Analoga istanza era stata
bocciata dal Tribunale del riesame, che aveva definito l'ex 'pr' dell'
Ilva un 'maestro degli insabbiamenti', parlando di "straordinaria
capacità dell'indagato di infiltrarsi nelle istituzioni, manipolare la
stampa e pilotare l'azione di altri pubblici poteri".
Nel
frattempo, l'Ilva ha comunicato ai sindacati metalmeccanici Fim, Fiom e
Uilm che lunedì prossimo ripartirà il tubificio Erw nell'area a freddo
dello stabilimento. L'impianto serve a produrre tubi di piccolo diametro
(12-18 pollici) e da già da domani una squadra di manutentori ed
elettricisti (circa una ventina di unità) sarà all'opera per
ripristinarlo in modo che la produzione possa ripartire. L'azienda ha
comunicato ai sindacati che tra mercoledì e giovedì prossimi fornirà
notizie più dettagliate in merito alla forza lavoro da impiegare:
dovrebbero essere 15 turni alla settimana, il che equivarrebbe a 70-80
lavoratori.
Non è da escludere che sempre a metà settimana
l'Ilva fornisca ai sindacati anche un quadro più ampio relativo a tutta
la situazione dove il rischio di cassa integrazione riguarda 7-8mila
dipendenti tra Taranto, Genova e Novi Ligure. I sindacati hanno già
detto che non sono disposti ad accettare numeri di questa entità, che
una trattativa sulla cassa potrebbe esserci solo se ancorata ai lavori
di messa a norma ambientale (e quindi l'applicazione dell'Aia), e che
comunque prima di tutto viene la ripartenza dell'area a freddo, dove
attualmente sono in marcia solo gli impianti Treno nastri 2 e Finitura
nastri 2. I sindacati, infine, valutano positivamente il fatto che
l'azienda abbia annunciato il riavvio del tubificio Erw in quanto,
sottolineano, "non si perdono ulteriori commesse di lavoro e fra queste
la commessa Kazakistan per la fornitura di 5mila tubi". (Repubblica)
Nessun commento:
Posta un commento