lunedì 28 gennaio 2013

Archinà vale meno di un tubo

Ilva, Archinà resta in carcere. L'azienda riavvia il tubificio

Il gip del Tribunale di Taranto, Patrizia Todisco, ha rigettato una nuova richiesta di scarcerazione presentata dall'ex dirigente dell'Ilva Girolamo Archinà, ex responsabile delle relazioni istituzionali del Siderurgico, arrestato il 26 novembre scorso nell'ambito dell'indagine denominata 'Ambiente svenduto', parallela all'inchiesta-madre per disastro ambientale. Secondo l'accusa, nel marzo del 2010, Archinà avrebbe consegnato in una stazione di servizio a Liberti una busta contenente la somma di 10mila euro in contanti per 'ammorbidire' una relazione che il consulente della procura Lorenzo Liberti avrebbe dovuto elaborare sulle fonti dell'inquinamento atmosferico della città.
Per questo è accusato di corruzione in atti giudiziari. Archinà è anche accusato di aver tenuto contatti, a vari livelli, con uomini politici e amministratori di Comune, Provincia e Regione, dirigenti di enti pubblici, giornalisti cercando di favorire la politica aziendale dei vertici dello stabilimento Ilva di Taranto, che ha causato i reati ambientali contestati dalla Procura. Il gip aveva già respinto una prima richiesta di revoca della misura cautelare avanzata dai difensori di Archinà dopo l'interrogatorio di garanzia. Analoga istanza era stata bocciata dal Tribunale del riesame, che aveva definito l'ex 'pr' dell' Ilva un 'maestro degli insabbiamenti', parlando di "straordinaria capacità dell'indagato di infiltrarsi nelle istituzioni, manipolare la stampa e pilotare l'azione di altri pubblici poteri".

Nel frattempo, l'Ilva ha comunicato ai sindacati metalmeccanici Fim, Fiom e Uilm che lunedì prossimo ripartirà il tubificio Erw nell'area a freddo dello stabilimento. L'impianto serve a produrre tubi di piccolo diametro (12-18 pollici) e da già da domani una squadra di manutentori ed elettricisti (circa una ventina di unità) sarà all'opera per ripristinarlo in modo che la produzione possa ripartire. L'azienda ha comunicato ai sindacati che tra mercoledì e giovedì prossimi fornirà notizie più dettagliate in merito alla forza lavoro da impiegare: dovrebbero essere 15 turni alla settimana, il che equivarrebbe a 70-80 lavoratori.
Non è da escludere che sempre a metà settimana l'Ilva fornisca ai sindacati anche un quadro più ampio relativo a tutta la situazione dove il rischio di cassa integrazione riguarda 7-8mila dipendenti tra Taranto, Genova e Novi Ligure. I sindacati hanno già detto che non sono disposti ad accettare numeri di questa entità, che una trattativa sulla cassa potrebbe esserci solo se ancorata ai lavori di messa a norma ambientale (e quindi l'applicazione dell'Aia), e che comunque prima di tutto viene la ripartenza dell'area a freddo, dove attualmente sono in marcia solo gli impianti Treno nastri 2 e Finitura nastri 2. I sindacati, infine, valutano positivamente il fatto che l'azienda abbia annunciato il riavvio del tubificio Erw in quanto, sottolineano, "non si perdono ulteriori commesse di lavoro e fra queste la commessa Kazakistan per la fornitura di 5mila tubi". (Repubblica)

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