Che strana aggregazione di interessi il PD.
Come faranno Vico e Casson a sedersi accanto e spartirsi le sostanziose portate della politica italiana?
Misteri della fede (nel denaro)!
«Ai casi di Taranto (Ilva) e Marghera paragonerei quelli di Mantova,
Ferrara, Ravenna e Porto Torres. C’è un’unità d’Italia fatta di
politiche industriali disastrose sotto il profilo ambientale». A dirlo è
un ex magistrato che conosce bene la vicenda del petrolchimico di
Marghera. Felice Casson, capolista per il Senato in Veneto, era ieri
sera a Mantova assieme a Cinzia Fontana, che guida la lista per il
senato nella nostra Regione, per partecipare al dibattito pubblico del
Pd sul polo chimico e sulle bonifiche. Un’iniziativa elettorale, è
chiaro, ma in mezzo al pubblico (oltre il centinaio di persone )
presente ieri sera nella sala di Santa Maria delle Vittoria, non c’erano
solo i candidati democratici e delle altre forze del centrosinistra. In
terza fila c’era il leader dei civici arancioni, Giampaolo Benedini.
C’erano anche il medico ambientalista Gloria Costani, il presidente di
Ambiente e sviluppo, Gaspare Gasparini e l’epidemiologo Paolo Ricci.
Casson e la Fontana, introdotti dal segretario del Pd Andrea Murari e
da Matteo Guastalla, si sono mossi sul campo minato del rapporto tra
produzione, tutela dell’ambiente e dell’occupazione. «Ho accettato
l’invito che mi è stato fatto anche da Paolo Rabitti (suo collaboratore,
ndr) perché ci siano molti punti in comune tra Mantova e Venezia
– ha esordito Casson – Parlando di rapporto tra politiche industriali e
tutela di ambiente e salute mi viene in mente l’espressione ricatto
occupazionale, il gioco criminale del rimpiattino a cui assistiamo
quando c’è un’industria che, alle prese con la bonifica, tende a
chiudere tutto, andarsene per far pagare i costi al pubblico e facendo
perdere il posto ai lavoratori. Spero che qui non accada». E ancora: «Ci
siamo resi conto in varie indagini che ovunque, quando ci sono dati che
dimostrano la pericolosità delle produzioni per la salute, vengono
consapevolmente nascosti. È successo per anni con l’amianto e non solo».
Come uscirne? «Il principio è di ricordare che la Costituzione
definisce libera l’iniziativa economica privata, ma che non può
svolgersi in modo da arrecare danno alla sicurezza e alla dignità umana.
Basterebbe ricordarselo per evitare tanti conflitti tra giudici,
politica, sindacati e industrie. La persona viene prima di tutto».
La Fontana ha sostenuto che «occorre rivedere la legislazione sulle
bonifiche, prevede tempi troppo lunghi. Occorre inoltre premiare le
imprese che applicano tecnologie innovative e utilizzare i fondi europei
destinati a progetti di bonifiche e riconversione. Hanno fatto bene
Carra, Colaninno e Zani a proporre in aula il documento per accelerare
la riqualificazione del polo chimico ». (Gazzetta di Mantova)
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