domenica 27 gennaio 2013

Cespugliame PD

Che strana aggregazione di interessi il PD.
Come faranno Vico e Casson a sedersi accanto e spartirsi le sostanziose portate della politica italiana?
Misteri della fede (nel denaro)!

«Ai casi di Taranto (Ilva) e Marghera paragonerei quelli di Mantova, Ferrara, Ravenna e Porto Torres. C’è un’unità d’Italia fatta di politiche industriali disastrose sotto il profilo ambientale». A dirlo è un ex magistrato che conosce bene la vicenda del petrolchimico di Marghera. Felice Casson, capolista per il Senato in Veneto, era ieri sera a Mantova assieme a Cinzia Fontana, che guida la lista per il senato nella nostra Regione, per partecipare al dibattito pubblico del Pd sul polo chimico e sulle bonifiche. Un’iniziativa elettorale, è chiaro, ma in mezzo al pubblico (oltre il centinaio di persone ) presente ieri sera nella sala di Santa Maria delle Vittoria, non c’erano solo i candidati democratici e delle altre forze del centrosinistra. In terza fila c’era il leader dei civici arancioni, Giampaolo Benedini. C’erano anche il medico ambientalista Gloria Costani, il presidente di Ambiente e sviluppo, Gaspare Gasparini e l’epidemiologo Paolo Ricci.
Casson e la Fontana, introdotti dal segretario del Pd Andrea Murari e da Matteo Guastalla, si sono mossi sul campo minato del rapporto tra produzione, tutela dell’ambiente e dell’occupazione. «Ho accettato l’invito che mi è stato fatto anche da Paolo Rabitti (suo collaboratore, ndr) perché ci siano molti punti in comune tra Mantova e Venezia – ha esordito Casson – Parlando di rapporto tra politiche industriali e tutela di ambiente e salute mi viene in mente l’espressione ricatto occupazionale, il gioco criminale del rimpiattino a cui assistiamo quando c’è un’industria che, alle prese con la bonifica, tende a chiudere tutto, andarsene per far pagare i costi al pubblico e facendo perdere il posto ai lavoratori. Spero che qui non accada». E ancora: «Ci siamo resi conto in varie indagini che ovunque, quando ci sono dati che dimostrano la pericolosità delle produzioni per la salute, vengono consapevolmente nascosti. È successo per anni con l’amianto e non solo». Come uscirne? «Il principio è di ricordare che la Costituzione definisce libera l’iniziativa economica privata, ma che non può svolgersi in modo da arrecare danno alla sicurezza e alla dignità umana. Basterebbe ricordarselo per evitare tanti conflitti tra giudici, politica, sindacati e industrie. La persona viene prima di tutto».
La Fontana ha sostenuto che «occorre rivedere la legislazione sulle bonifiche, prevede tempi troppo lunghi. Occorre inoltre premiare le imprese che applicano tecnologie innovative e utilizzare i fondi europei destinati a progetti di bonifiche e riconversione. Hanno fatto bene Carra, Colaninno e Zani a proporre in aula il documento per accelerare la riqualificazione del polo chimico ». (Gazzetta di Mantova)

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