domenica 20 gennaio 2013

Il circo totale


Dopo la "Grande Stagione" del Circo Clini e del Carrozzone Monti gli epigoni degli esecutori del Capitale Organizzato si contendono la scena sotto al tendone decrepito, tra gli escrementi putridi degli animali, le casacche sporche dei domatori e gli aiuti clown col cerone colato, senza più acqua nelle pistole e stelle filanti da accendere.
Sperando che il "fratello tempo" abbia fatto dimenticare le sue interessanti chiacchierate telefoniche con Archinà & co. ecco che Vendola torna a fare capolino con le sue banalità guarnite di poesie, dietro cui si nasconde l'adesione inconizionata e "prona" al bersanismo più bieco dei capitalisti di pseudosinistra.
Già da qualche tempo i sui ministri-assessori avevano finto la voce grossa col governo e con i padroni, così come ieri la FIM-CISL ha cercato di riguadagnare credibilità con parole a vanvera e scioperi fast-food.
Su tutti i fronti la pressione sulla magistratura è costante, a traccia del fossato che le scavano intorno è sempre più netta.
Si chiamano civilisti amici per trovare la parola giusta, il codicillo e l'interpretazione del sottocomma; si evoca il fantasma (o lo zombie) della legalità per richiamare al rispetto della legge ad-aziendam che nel suo esistere non rispetta le basi della democrazia; si caricano gli operai come soldatini a corda accalcandoli sui cancelli e si mandano i cronisti amici a fotografare questo dramma prodotto dalla "scelleratezza" dei giudici; si ripropone ogni giorno il carrozzone mediatico che plagia le menti e lo spirito critico dei consumatori di immagini; si sciorinano cifre, conti, soldi che si perdono (chi li perde?) per colpa delle chimere ambientaliste nascoste nelle sentenze dei "maledetti giudici" e dei loro periti messi al bando.
Sotto al tendone restano le comparse e gli sguatteri a tenere vivo uno spettacolo pietoso. Sono i burattini del rumore.
Il circo è uscito ormai da lì. Ha preparato con costanza, nel silenzio, il suo spettacolo globale.
I grandi pagliacci ora sono i campioni delle città e dello stato: non sono più acclamati sui carrozzoni con gli animali e le signorine con le cosce scoperte, ora sono gli statisti da eleggere!
I prestigiatori che tiravano fuori il coniglio dal cilindro sono diventati i maghi della finanza e girano intorno a quel che resta della giustizia fingendo di rappresentarla.
In realtà stanno tendendo intorno al suo collo il cappio che la soffocherà.
Nessuno urla più "Venghino signori, venghino": i pagliacci hanno nascosto il naso e la parrucca e hanno indossato il completo di loden.
Sono loro adesso ad andare dai signori passando per la porta aperta dagli schermi nelle loro case, uno per uno cercheranno di comprare il loro silenzio e la rassegnazione per pochi soldi e qualche show.
Cercheranno... cercheranno!


Ilva, spunta l'ipotesi del lodo 'Vendere l'acciaio e pagare interventi'

Non si può risolvere la guerra dell'Ilva a colpi di decreti. "Bisogna applicare la legge che dice che quel prodotto già venduto deve essere sbloccato, altrimenti non ci sono i soldi per fare niente. La legge dice questo e questo va attuato". Lo dice Pier Luigi Bersani a chi gli chiede cosa farebbe se diventasse premier per risolvere la questione dell'Ilva di Taranto. Un'idea che ricalca quella spiegata dal governatore Nichi Vendola per il quale occurre un 'lodo', che permetta di andare avanti contando sulle risorse dei Riva.
"Un nuovo decreto legge - dice il governatore - porterebbe in un vicolo cieco, ma l'azienda deve presentare subito istanza di dissequestro dei materiali finiti vincolando i ricavi della vendita dei prodotti al pagamento delle retribuzioni e all'avvio gli interventi di ambientalizzazione, così come previsti dall'Aia. Questa soluzione, subordinata agli interventi della Corte Costituzionale - afferma in una nota - consentirebbe di gestire nel processo penale il conflitto che sta soffocando tanto l'industria siderurgica italiana che la città di Taranto".
La strada suggerita dalla Regione (che ha espresso la sua contrarietà a nuovi interventi governativi già nel vertice con Monti di venerdì scorso, "non si vince questa battaglia con la quantità di decreti"), e in particolare dall'assessore all'Ambiente, Lorenzo Nicastro, si legge nel comunicato, "potrebbe essere risolutiva". E protrebbe quindi chiudere il conflitto con la magistratura. Forse giàù domani il gip Patrizia Todisco potrebbe pronunciarsi sull'istanza di dissequestro dei materiali finiti: quel un milione e 700mila tonnellate fra coils e lamiere, che valgono un miliardo di euro ancora bloccati nel porto. La richiesta è stata presentata dall'azienda all'indomani della legge salva-Ilva, su cui va avanti la contesa, dopo che la corte di appello l'ha girata alla Corte costituzionale per la verifica di legittimità.
Nel frattempo, è stato anticipato sempre a domani l'incontro azienda-sindacati. Allo stato, ci sono oltre 2mila operai dell'area a freddo in cassa integrazione ordinaria e l'Ilva punta a metterne altri 700 in cassa in deroga.
Questi, però, sono numeri fermi a qualche giorno fa, numeri che adesso potrebbero cambiare in peggio. I vertici del siderurgico hanno detto chiaramente che se non si sbloccano i prodotti sequestrati non si potranno pagare gli stipendi, né mettere in cantiere gli ingenti investimenti ambientali di risanamento della fabbrica prescritti dall'Aia. "Non stiamo fatturando più da settimane - ha detto Ferrante a Monti venerdì - con le banche la situazione comincia a farsi pesante e l'Ilva ha bisogno ogni mese di 75 milioni di euro solo per gli stipendi".
Ed è in clima teso che mercoledì sarà a Taranto il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini, che in queste ore più volte ha sottolineato che la legge 231 va applicata subito e interamente. Clini sarà insieme al Garante dell'Aia, l'ex procuratore generale della Cassazione, Vitaliano Esposito, e al commissario delle bonifiche, Alfio Pini, capo del Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco. Due nomine fatte l'11 gennaio scorso dal Consiglio dei ministri in attuazione di altrettante leggi che riguardano l'Ilva di Taranto.(LaRepubblica)

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