sabato 19 gennaio 2013

Revocato il bluff, pardon, lo sciopero di FIM-CISL

Ilva, terminato sciopero Fim Cisl

''E' stato raggiunto un risultato importante - dice - il massimo che ci potevamo aspettare. Infatti noi avevamo chiesto di incontrare solo la societa'. E invece tutte le istituzioni presenti a Roma e l'azienda hanno condiviso e firmato il documento ''. Panarelli sottolinea il fatto che l'azienda si impegna a una velocizzazione dell'applicazione dell'Aia, ponendo l'unica condizione della rimozione dell'ostacolo del sequestro dei prodotti finiti e semilavorati. Speriamo che, con un po' di buon senso, cio' avvenga. L'azienda ha assicurato che non scappa, che vuole continuare a insistere su Taranto e quindi sugli altri stabilimenti, questo per noi e' importante''. ''Il documento e' importante perche' chiede l'applicazione integrale della legge 231'', dice ancora Panarelli. Sulla legge, approvata dal Parlamento poco prima di Natale, dovra' pronunciarsi la Corte Costituzionale a partire dal 13 febbraio. In quella data verra' discusso il ricorso della Procura di Taranto relativo a un possibile conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato. Intanto per le prossime ore e' attesa la decisione del gip di Taranto Patrizia Todisco sulla richiesta di dissequestro dei prodotti da parte dell'azienda. Al giudice, come aveva fatto con il tribunale dell'appello cautelare, che infatti ha accolto la richiesta, la Procura chiede di sollevare una questione di legittimita' costituzionale della legge. Nel documento di ieri ''e' stata inserita'', spiega ancora Panarelli, anche una rassicurazione da parte dell'azienda circa gli stipendi di gennaio che vanno in pagamento entro il 12 febbraio. Stamane la produzione nel siderurgico e' ripresa, dopo che ieri, a causa dell'astensione dal lavoro di molti operai, era caduta ai limiti piu' bassi. A un certo punto sembrava imminente una precettazione da parte del prefetto di Taranto degli operai e degli addetti di fabbrica che garantiscono la sicurezza degli impianti. Vicino ai cancelli rimangono i presidi dei sindacati di base e del Comitato lavoratori e cittadini liberi e pensanti anche loro in agitazione dai giorni scorsi. La produzione e' stata comunque ridotta sia per il blocco di alcuni altoforni (Afo1 e' gia' spento per la ristrutturazione, ma anche Afo 4 e 5 sono rimasti fermi per alcune ore durante lo sciopero) che per la limitazione agli impianti a freddo dovuta sia al blocco dei prodotti finiti e semilavorati che alla crisi di mercato che dura da tempo. ''Nel tardo pomeriggio di ieri a un certo punto - continua Panarelli - si e' parlato di problemi di ordine pubblico ma questi ci sarebbero stati se l'azienda avesse deciso una massiccia cassa integrazione a Taranto e negli altri stabilimenti. Ma questo non si e' verificato. Sono sicuro che ha avuto un ruolo importantissimo nel sollecitare il governo a prendere in mano la situazione anche il prefetto - spiega ancora Panarelli - tanto che al 'tavolo' c'era anche il ministro Cancellieri''.(Adnkronos)

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