Ilva, terminato sciopero Fim Cisl
''E' stato raggiunto un risultato importante - dice - il massimo che
ci potevamo aspettare. Infatti noi avevamo chiesto di incontrare solo
la societa'. E invece tutte le istituzioni presenti a Roma e l'azienda
hanno condiviso e firmato il documento ''.
Panarelli sottolinea il fatto che l'azienda si impegna a una
velocizzazione dell'applicazione dell'Aia, ponendo l'unica condizione
della rimozione dell'ostacolo del sequestro dei prodotti finiti e
semilavorati. Speriamo che, con un po' di buon senso, cio' avvenga.
L'azienda ha assicurato che non scappa, che vuole continuare a insistere
su Taranto e quindi sugli altri stabilimenti, questo per noi e'
importante''.
''Il documento e' importante perche' chiede l'applicazione integrale
della legge 231'', dice ancora Panarelli. Sulla legge, approvata dal
Parlamento poco prima di Natale, dovra' pronunciarsi la Corte
Costituzionale a partire dal 13 febbraio. In quella data verra' discusso
il ricorso della Procura di Taranto relativo a un possibile conflitto
di attribuzione tra poteri dello Stato. Intanto per le prossime ore e'
attesa la decisione del gip di Taranto Patrizia Todisco sulla richiesta
di dissequestro dei prodotti da parte dell'azienda. Al giudice, come
aveva fatto con il tribunale dell'appello cautelare, che infatti ha
accolto la richiesta, la Procura chiede di sollevare una questione di
legittimita' costituzionale della legge. Nel documento di ieri ''e'
stata inserita'', spiega ancora Panarelli, anche una rassicurazione da
parte dell'azienda circa gli stipendi di gennaio che vanno in pagamento
entro il 12 febbraio.
Stamane la produzione nel siderurgico e' ripresa, dopo che ieri, a
causa dell'astensione dal lavoro di molti operai, era caduta ai limiti
piu' bassi. A un certo punto sembrava imminente una precettazione da
parte del prefetto di Taranto degli operai e degli addetti di fabbrica
che garantiscono la sicurezza degli impianti. Vicino ai cancelli
rimangono i presidi dei sindacati di base e del Comitato lavoratori e
cittadini liberi e pensanti anche loro in agitazione dai giorni scorsi.
La produzione e' stata comunque ridotta sia per il blocco di alcuni
altoforni (Afo1 e' gia' spento per la ristrutturazione, ma anche Afo 4 e
5 sono rimasti fermi per alcune ore durante lo sciopero) che per la
limitazione agli impianti a freddo dovuta sia al blocco dei prodotti
finiti e semilavorati che alla crisi di mercato che dura da tempo. ''Nel
tardo pomeriggio di ieri a un certo punto - continua Panarelli - si e'
parlato di problemi di ordine pubblico ma questi ci sarebbero stati se
l'azienda avesse deciso una massiccia cassa integrazione a Taranto e
negli altri stabilimenti. Ma questo non si e' verificato. Sono sicuro
che ha avuto un ruolo importantissimo nel sollecitare il governo a
prendere in mano la situazione anche il prefetto - spiega ancora
Panarelli - tanto che al 'tavolo' c'era anche il ministro Cancellieri''.(Adnkronos)
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