Ilva: e' legge decreto di bonifica per Taranto
Il decreto sull' Ilva, convertito in via definitiva in legge con la sola opposizione della Lega Nord (247 sì e 20 no) punta ad accelerare il processo di bonifica e riqualificazione del sito di Taranto che ospita il più grande polo siderurgico europeo, con l' arduo obiettivo di superare i gravi problemi ambientali e sanitari e, al contempo, salvaguardare l'occupazione. Il provvedimento, messo a punto dal governo dopo il sequestro dello stabilimento disposto dalla magistratura, rende immediatamente disponibili le risorse previste dal protocollo d'intesa del 26 luglio a favore della riqualificazione ambientale pari a un importo complessivo di 336 milioni di euro: 329 pubblici e 7,2 privati.
Di questi, 119 milioni vanno alle bonifiche, 187 milioni per interventi portuali, e 30 milioni per il rilancio industriale per investimenti produttivi caratterizzati da un elevato livello tecnologico. I gruppi parlamentari che sostengono il Governo hanno auspicato la rapida conclusione della procedura di "autorizzazione integrata ambientale" che serve per certificare la conformità degli impianti alle normative vigenti in modo da garantire la continuità produttiva e l' occupazione. In particolare, il Pd ha sollecitato politiche industriali ispirate al principio della sostenibilità per superare "l'anacronistico dualismo tra lavoro e salute". Il Pdl ha invitato il Governo a impedire la chiusura dello stabilimento che avrebbe gravi ricadute sociali ed economiche. Il Carroccio, invece, ha ribadito la propria contrarietà al decreto anche se non ha fatto ricorso all' ostruzionismo praticato alla Camera.
La Lega ha criticato la decisione di decurtare le risorse destinate alla Regioni, principalmente quelle del Nord per il riassetto idrogeologico e ha presentato ordini del giorno, alcuni accolti dal Governo, per estendere gli interventi di bonifica ad altri siti industriali di interesse nazionale. L'Idv, pur votando a favore, ha ribadito il proprio sostegno alla magistratura perché "agisce a tutela della salute dei cittadini di Taranto" e ha criticato il Governo reo di avere sposato la causa della proprietà aziendale, rinunciando a investire su un nuovo modello produttivo.
Nel dettaglio la legge contempla "accordi di programma attuativi", da stipularsi entro 30 giorni dall'effettiva formalizzazione delle risorse affida a un Commissario straordinario, nominato dal Presidente del Consiglio, il compito di assicurare l'attuazione degli interventi previsti dal Protocollo d'intesa, stabilisce una "cabina di regia" presieduta dal presidente della regione Puglia ed un "Comitato", già insediato, per assicurare la realizzazione degli interventi e coinvolgere forze sociali ed economiche, proponendo al governo soluzioni operative. Il provvedimento riconosce l'area di Taranto quale "area in situazione di crisi industriale complessa", consentendo così al Ministero per lo sviluppo economico di individuare progetti di riconversione industriale.
Per quanto riguarda le procedure, il ministero dell'Ambiente si impegna "a garantire ogni utile accelerazione per la definizione del procedimento di riesame dell'Aia (Autorizzazione integrata ambientale) dello stabilimento", allo stesso modo il governo si impegna ad "accelerare le attività autorizzative" per la realizzazione delle "opere, la gestione e l'erogazione di servizi di prevenzione". Tra gli obiettivi del Piano, che ha una durata di cinque anni, lo sviluppo di interventi infrastrutturali complementari alla bonifica tra questi 14 milioni di euro del Programma nazionale reti e mobilità per la realizzazione della nuova diga di protezione del porto di Taranto. (Ansa)
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