mercoledì 31 ottobre 2012

Dissenso e ragione. La città reagisce

Ilva: Taranto, terminata l'occupazione della sede sindacati

E' terminata intorno alle 2 di ieri notte l'occupazione del palazzo nel centro di Taranto che ospita gli uffici dei sindacati metalmeccanici Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uilm. L'iniziativa di occupare lo stabile era stata presa nella serata di ieri dal comitato 'Cittadini e lavoratori liberi e pensanti' in segno di protesta sia contro l'incidente mortale di ieri all'Ilva, vittima l'operaio 29enne Claudio Marsella di Oria, addetto al movimento ferroviario, sia contro un accordo stipulato fra sindacati e metalmeccanici nel 2010 e relativo proprio all'area del movimento ferroviario. Secondo 'Cittadini e lavoratori liberi e pensanti', al quale aderiscono lavoratori Ilva fuoriusciti dai sindacati Cgil, Cisl e Uil, quest'accordo, grazie alla corresponsione di una tantum di 450 euro, ha permesso di ridurre la presenza di personale nell'area del movimento ferroviario aumentando cosi' la soglia di rischio per il personale addetto. "Claudio - rileva il comitato - era da solo durante lo svolgimento della sua mansione per via di un accordo sindacale: uno dei tanti accordi scellerati con cui si scambia con due spiccioli la diminuzione dei diritti degli operai, la loro sicurezza e la tutela della salute e della vita. Questo accordo ha stabilito che i locomotori potessero essere condotti da un'unica persona grazie agli automatismi di cui si sarebbero munite le macchine. Fermo restando che chi conosce il lavoro di cui si parla sa perfettamente che tali mansioni non devono essere svolte in autonomia per questioni di sicurezza, si sottolinea che gli automatismi di cui si fa riferimento nell'accordo non sono mai stati completati.
  A fronte di tale corresponsabilita' tra azienda e sindacati per la morte di Claudio, i sindacati - sottolineano ancora "Cittadini e lavoratori liberi e pensanti" - hanno indetto uno sciopero misero e insignificante per lavarsi la coscienza. In questa occasione, infatti, coloro i quali hanno bloccato un'intera citta' per la salvaguardia dell'azienda, si sono invece limitati a proclamare una giornata di sciopero terminato questa mattina. Riva, invece, in segno di cordoglio verso la famiglia, ha raccontato che avrebbe fermato la produzione durante il primo turno. Ma ecco un'altra menzogna: i rotoli continuavano a seguire le loro rotte commerciali e quasi tutto lo stabilimento era a lavoro, fatta eccezione per una parte dell'acciaieria bloccata a causa di una denuncia e non per volere dei Riva". 'Cittadini e lavoratori liberi e pensanti' rende anche noto che i rappresentanti del comitato e i lavoratori - in tutto una quarantina di persone - ieri sera si sono recati anche davanti alla sede di Fim, Fiom e Uilm per essere ascoltati ma "i sindacalisti presenti nel palazzo, stimolati e chiamati a gran voce ad esprimere le loro posizioni in piazza, non si sono degnati di rispondere e hanno invece provveduto ad abbassare le serrande, come se gli operai fossero solo un fastidio e non l'oggetto delle loro ipotetiche tutele nonche' l'unica ragione della loro stessa istituzione".
  Stamattina, infine, una delegazione del sindacato Ubs, insieme ad alcuni compagni di lavoro di Claudio Marsella, ha manifestato sotto la Prefettura di Taranto. (AGI)

Ilva: Usb, sciopero continua fino al 3 novembre

Il Coordinamento regionale dell'Usb (Unione Sindacale di Base) Lavoro Privato Puglia, unitamente all'Usb dell'Ilva di Taranto, che ieri avevano indetto lo sciopero immediato di tutti i dipendenti dello stabilimento, proclamano la continuazione dello sciopero fino alle ore 7.00 di sabato 3 novembre. Lo comunica, in una nota, l'Usb.
''Dopo l'ennesima morte di un giovane operaio - prosegue Usb -, vittima dello sfruttamento e del profitto ad ogni costo, l'Usb ritiene che tutti i responsabili di quanto e' accaduto e sta accadendo, dentro e fuori la fabbrica, debbano pagare: Riva deve andare via, dopo aver rimborsato tutti i danni procurati ai lavoratori ed alla citta'; i sindacati complici, che hanno firmato accordi vergognosi come quello del 10 novembre 2010, con cui hanno svenduto la sicurezza e la tutela dei lavoratori; le attuali Rsu, che non hanno svolto nessun ruolo di difesa vera e rappresentanza reale dei lavoratori''.
L'Usb chiede pertanto ''l'azzeramento degli accordi aziendali firmati da Fim-Fiom-Uilm; le dimissioni delle Rsu in carica e l'elezione di nuovi Rappresentanti dei lavoratori; la nazionalizzazione dell'Ilva, visto che, nonostante i pronunciamenti della Magistratura, la proprieta' ha continuato a produrre e seminare morte quanto e piu' di prima; la piena garanzia del reddito per tutti i lavoratori sino alla bonifica dello stabilimento e del territorio''.
La Confederazione Usb, infine, ''condivide e sostiene completamente la decisione dello sciopero, ritiene doverosa una forte risposta dei lavoratori e considera assolutamente inaccettabili le intimidazioni provenienti da parti aziendali, sottolineando che lo sciopero e' assolutamente legittimo e qualsiasi atto tendente a colpire questo diritto sara' considerato un comportamento antisindacale e come tale denunciato alla magistratura''. (ASCA)

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