Ilva, al via tra le polemiche il vertice su Aia
Ferrante: "Per ora non lasciamo Taranto"
"Per il momento non è ipotizzabile lasciare Taranto": il
presidente dell'Ilva, Bruno Ferrante, non esclude più l'opzione di
chiudere il siderurgico nel capoluogo jonico se non dovesse andare in
porto la nuova Aia, l'autorizzazione integrata ambientale. Ferrante lo
ha detto lasciando il ministero dell'Ambiente, dove è in corso la
conferenza di servizi per il rilascio del provvedimento. Una "maratona"
cominciata tra le polemiche.La bozza
Il provvedimento, che dovrà essere firmato dal ministro Corrado Clini, impone all'azienda siderurgica più grande d'Europa una serie di prescrizioni ambientali e di investimenti da fare nel giro di un triennio affinchè siano ridotte le emissioni inquinanti nell'aria, che a luglio scorso hanno portato la magistratura a sequestrare tutti gli impianti dell'area a caldo con l'accusa di disastro ambientale. Presenti al ministero, oltre a Ferrante, anche l'assessore all'Ambiente della Regione Puglia Lorenzo Nicastro, il direttore dello stabilimento Adolfo Buffo. Tra i rappresentanti degli enti locali è invece arrivato il sindaco di Statte Angelo Miccoli che ha ribadito la necessità di un rinvio di 90 giorni dell'approvazione dell'Aia così come l'inserimento nel documento del danno sanitario.
Gli ambientalisti
In mattinata al ministero una serie di associazioni ambientaliste hanno depositato le loro osservazioni
Altamarea chiede invece che l'Ilva consegni alla pubblica amministrazione "una fideiussione bancaria per un importo non inferiore al costo stimato di tutti gli investimenti necessari per rispettare le prescrizioni inserite nell'Aia". Altri movimenti ambientalisti chiedono invece ai rappresentanti delle istituzioni locali di non firmare l'Aia denunciando quelle che ritengono essere carenze e omissioni. Contestato è anche il fatto che l'Aia si concentri solo sulle emissioni nell'aria, non è quindi un'autorizzazione integrata osservano gli ambientalisti, e rinvii a provvedimenti successivi - peraltro già scadenzati - i nodi relativi ad emissioni delle centrali, discariche, rifiuti e acque.
Gli enti locali
Alla conferenza odierna partecipano anche Regione Puglia, Comune e Provincia di Taranto e Comune di Statte. La Regione vuole che l'Aia inglobi gli obblighi della legge regionale sulla valutazione relativa al danno sanitario provocato dall'inquinamento oltre a un riesame dell'Aia a fronte di criticità che dovessero emergere.
L'azienda
L'Ilva fa presente come già l'attuale produzione minima del siderurgico di Taranto sia di 8,6 milioni di tonnellate di acciaio l'anno e non 8 milioni che rappresenta il tetto della nuova Aia. Inoltre, rileva l'Ilva, anticipare di un anno da luglio 2015 a luglio 2014 la fermata per rifacimento del grande altoforno 5 "avrebbe riflessi negativi sull'occupazione" perchè questi lavori all'impianto "richiedono congrui tempi di progettazione, fornitura e costruzione di componenti". Se l'altoforno 5 si dovesse fermare prima, sottolinea l'Ilva, non si escludono riflessi per l'occupazione, ma l'azienda dice anche che il fermo immediato e contestuale di quattro batterie delle cokerie - 3, 4, 5, e 6 - "non è compatibile con la marcia dei restanti altiforni in quanto verrebbe a non essere più disponibile il coke necessario". Più tempo poi l'Ilva chiede per progettare la copertura parziale o totale dei parchi minerali: sei mesi anzichè i due dell'Aia con ultimazione dei lavori a marzo del 2016. L'Aia ha lo scopo di 'mettere a norma' sotto il profilo ambientale l'Ilva di Taranto, imponendo un taglio all'inquinamento, ma è tutto da vedere quale sarà il giudizio che ne darà la Procura di Taranto, che sul tema si è infatti riservata, e soprattutto se questo sarà sufficiente a bloccare lo spegnimento immediato degli impianti chiesto e ribadito dalla stessa Procura.
Le proteste
Sul fronte del lavoro non si placa la proresta. "L'arma degli operai non è il sostegno a Riva e Governo ma quella della lotta. Noi vogliamo uno sciopero unitario e di massa contro Riva e Governo per una reale messa a norma". E' quanto propongono gli operai del siderurgico aderenti allo Slai Cobas per il sindacato di classe ai colleghi e alle organizzazioni sindacali presenti in fabbrica. I Cobas propongono lo stato di agitazione dal 19 ottobre.
"Noi - sostengono - consideriamo la nuova Aia ancora insufficiente per una vera messa a norma dello stabilimento, a tutela di salute e sicurezza. Ci sono tempi ancora troppo lunghi per fermo impianti e rifacimento, per la copertura parchi minerali, e i volumi produttivi previsti sono troppo alti". "Gli operai - osservano - devono far sentire la loro voce autonoma in tutte le forme possibili fuori dall'aziendalismo servile, ma anche da quell'ambientalismo che vuole solo la chiusura della fabbrica come soluzione. Siamo contrari a piani di fermata e cronoprogramma che non mettano al primo posto la tutela del lavoro e del salario per tutti gli operai Ilva-indotto, senza cassa integrazione straordinaria ed esuberi". (Repubblica)
Ilva Taranto. Parere favorevole al documento Aia. Nicastro soddisfatto
“Oggi
abbiamo compiuto un altro passo in avanti. Gli enti locali dopo che la
conferenza di servizi ha fatto proprie le prescrizioni della Regione
hanno dato parere favorevole al documento di Aia. Come si ricorderà
siamo arrivati in Conferenza con un documento con le nostre prescrizioni
approvato dalla giunta in cui avevamo codificato la richiesta di
inserire come prescrizione l'esame delle risultanze della prima
valutazione del danno sanitario in corso di redazione e che, in caso di
criticità rilevate, il Ministero dell'Ambiente si faccia carico di
riesaminare l'Aia alla luce dei dati emersi. Questo vuol dire che
l'Autorizzazione lungi dall'essere il punto di arrivo diventa un punto
di partenza, un provvedimento amministrativo cui l'azienda si deve
attenere in tempi certi e sotto un controllo stretto. Un provvedimento
che, laddove dovessero emergere nuovi elementi, dovrà essere riaperto”.
Così l'Assessore alla Qualità dell'Ambiente Lorenzo Nicastro al termine
della Conferenza di Servizi presso il Ministero dell'Ambiente. “A questo
punto – conclude Nicastro – credo che la questione sia una ed una
soltanto: Ilva se non vuole lasciare Taranto ha come unica via quella
degli investimenti congrui e correttamente finalizzati”. (Newspuglia)
Ilva: sindaco Taranto, ho firmato Aia ma con vincolo 3 mesi
"Ho firmato ma con un vincolo a tre mesi: cio' significa se entro il 31 gennaio prossimo non toccheremo con mano dei risultati concreti, ritireremo la nostra fiducia. La chiamo fiducia perche' vogliamo dare fiducia al Governo sugli impegni presi". E' quanto ha affermato il sindaco di Taranto, Ippazio Stefano, uscendo dalla Conferenza dei servizi sull'Ilva di Taranto (AGI)ILVA, l’Aia non piace a nessuno e potrebbe saltare
I Verdi, attivissimi in questo periodo, hanno annunciato una denuncia alla Procura di Roma contro il Governo in quanto, supportati dai pareri di Legambiente, Peacelink, Altamarea ed alcune associazioni di medici, ritengono non sufficienti i provvedimenti licenziati dal Ministero dell’Aia 2012, sono state rilevate criticità ed in sostanza questa autorizzazione non consente di risolvere il problema che sta alla base della questione, e cioè che i tarantini continuano a morire per i fumi dell’ILVA. Per salvare capre e cavoli infatti, si finirà con il continuare a far ammalare i cittadini, riducendo però gli utili dell’azienda che, con tutti gli interventi che dovrà sostenere, rischia forse persino il fallimento. Facendo morire la capra e facendo marcire i cavoli. (ecologiae)Ilva:su Aia necessari supplemento d'istruttoria e integrazioni
Il WWF Italia è intervenuto alla Conferenza dei Servizi convocata presso il Ministero dell'Ambiente per deliberare sull'Autorizzazione Integrale Ambientale (AIA) sull'ILVA di Taranto e ha chiesto un supplemento di istruttoria, indicando puntualmente gli ambiti di miglioramento del provvedimento.Quattro i punti essenziali sollevati nel corso dell'incontro:
1.La riduzione complessiva degli inquinanti viene calcolata in termini virtuali e non effettivi. Le emissioni massime ammissibili vengono infatti stimate sulla base di una produzione di 8 milioni di tonnellate di acciaio pari al 30% in meno rispetto ad una produzione di oltre 11 milioni di tonnellate. Quest'ultimo dato però non trova riscontro poiché le produzioni dell'ILVA dell'ultimo decennio attestano il picco massimo di produzione nel 2006 con poco più di 10 milioni di tonnellate e un picco negativo di produzione nel 2009 con meno di 5 milioni di tonnellate. Poiché le produzioni attuali risultano essere di poco superiori agli 8 milioni di tonnellate sembrerebbe che i dati siano stati elaborati per essere 'vestiti' su misura sull'azienda.
2.Le sostanze inquinanti con effetti patogeni (ed in particolare cancerogeni) vengono considerati in funzione dei loro "parametri conoscitivi": è quindi difficile credere che possano costituire limiti rigidi e vincolanti, basati sull'applicazione del principio comunitario di precauzione. A tale proposito il WWF ha chiesto alla Commissione di assumere come riferimento gli studi dell'Istituto Superiore di Sanità.
3.Le interferenze delle attività produttive con le falde acquifere dev'essere altrimenti trattata. A tale proposito il WWF ha ricordato che l'AIA deve contenere tutte le valutazioni di dettaglio delle autorizzazioni specifiche che altrimenti si sarebbe dovuto richiedere, compresa quella sulle acque. Non è dunque condivisibile, sia da un punto di vista sostanziale che metodologico, il rinvio a valutazioni successive dell'analisi sulla cosiddetta "matrice acqua".
4.Tempi troppo lunghi. I termini di adeguamento alle prescrizioni in alcuni casi sono pluriennali mentre in realtà la gravità della situazione renderebbe necessari interventi più urgenti (adempio esempio sono previsti 3 anni per la copertura del parco geominerario, 6 mesi servirebbero per la realizzazione di 6 centraline ambientali per il monitoraggio in continuo, numero insufficiente secondo il WWF, tempo insufficiente secondo l'ILVA che chiede addirittura 10 mesi; considerati eccessivi i tempi anche per gli interventi agli apparati produttivi).
Il WWF ha inoltre evidenziato altri due problemi di carattere generale che nel testo in discussione trovano risposte solo parziali: il tema dei controlli sull'attuazione delle prescrizioni e quello di un maggiore coordinamento con le procedure di bonifica.
1. I controlli vengono rimessi a relazioni trimestrali dell'ILVA e a successivi controlli da parte delle Istituzioni preposte. A tale proposito il WWF ha ricordato che tutta la storia, prima dell'Italsider e poi dell'Ilva è costellata da ritardi e inadempienze. E' quindi opportuno non soltanto prevedere il meccanismo dei controlli ma anche le contromisure che devono essere assunte in caso che questi riscontrassero inadempienze o applicazioni scorrette.
2. Il coordinamento delle prescrizioni contenute nell'Autorizzazione Integrata Ambientale con le azioni e gli obblighi indicati negli accordi relativi alla bonifica secondo il WWF appare fondamentale proprio per meglio legare l'Autorizzazione all'attività della fabbrica ad un'azione di recupero a favore di tutto il territorio.
Nell'intervento il WWF ha sottolineato l'importanza del ruolo del Ministro dell'Ambiente che sin dal 1990 con un proprio decreto aveva dichiarato "Area ad elevato rischio ambientale" l'allora stabilimento Italsider con le zone contigue dei comuni di Taranto, Crispiano, Massafra, Montemesola e Statte. Questa dichiarazione imponeva un processo di riqualificazione e risanamento che in realtà non è mai avvenuto nonostante il Ministero abbia reiterato l'atto nel 1997 e nonostante l'ENEA abbia prodotto nel 1998 un piano d'intervento in gran parte recepito, sempre nel '98, da un decreto del Presidente della Repubblica denominato "Piano di disinquinamento del territorio nella provincia di Taranto". Il Ministero ha poi con proprio decreto del 2000 definito il territorio dell'ILVA e le aree immediatamente circostanti come Sito di bonifica di Interesse Nazionale e ha tal fine perimetrato 32 kmq di aree pubbliche e private, 73 kmq per aree a mare, 9,8 kmq a Salina Grande; il tutto per una linea di costa interessata per circa 17 km. Da questa dichiarazione sono scaturite decine di riunione e incontri, progetti, accordi e programmi e tutto ciò non ha portato ad una vera e propria azione di riqualificazione ambientale.
A titolo di mero esempio, il WWF ha ricordato che la prima condanna della Magistratura per inquinamento da polveri dell'allora stabilimento Italsider è stata messa nei confronti dell'allora direttore dello stabilimento a 15 giorni di reclusione nel 1982. Da allora il problema sembra essersi di gran lunga complicato e proprio perché il WWF ritiene che la permanenza dello stabilimento dipenda dal rigore con cui la questione ambientale e della salute pubblica viene affrontata e gestita, ha chiesto maggiori specifiche nel provvedimento AIA e quindi un supplemento d'istruttoria per necessari approfondimenti. (alternativasostenibile)
Aia per Ilva di Taranto. Legambiente: "Servono modifiche all'AIA per voltare definitivamente pagina"
La
chiusura
dell’altoforno
5 non può
essere
rimandata di
20 mesi e
manca la
previsione di
chiusura
immediata di
alcune
batterie delle
cokerie e
di alcuni
altiforni, in
evidente e
inaccettabile
difformità con
le
prescrizioni
della
Magistratura. Tre anni per la copertura dei parchi
minerali sono
un tempo
eccessivamente
lungo, e la
riduzione
della
produzione di
acciaio è un
imperativo
necessario per
limitare le
emissioni
inquinanti in
atmosfera e
nel mare. Serve
quindi
adeguare la
nuova
autorizzazione
anche a tutte
le
prescrizioni
che la
magistratura
ha imposto
all'azienda
con il
sequestro
dell'impianto
di fine
luglio, senza
le quali l'Aia
non sarebbe
efficace per
la riduzione
delle
rilevantissime
emissioni in
atmosfera.
Questi,
in estrema
sintesi, i
punti
contestati da
Legambiente
alla nuova Aia
per gli
stabilimenti
dell’Ilva di
Taranto, nelle
osservazioni presentate in Conferenza dei Servizi.
“Il
riesame – ha
dichiarato il
vicepresidente
di Legambiente
Stefano
Ciafani
presente alla
Conferenza dei
Servizi –
avrebbe dovuto
tenere
maggiormente
conto
dell’attuale
contesto e
quindi delle
legittime
aspettative
dei cittadini
esasperati
dalla
situazione
sanitaria e
ambientale.
Seppure
crediamo che
questa nuova
Aia presenti
alcuni passi
avanti
importanti
rispetto al
passato, non
possiamo
accettare la
sua
incompletezza
e quindi il
rimandare a
momenti
successivi la
definizione
delle
soluzioni
relative al
problema dei
rifiuti, alla
depurazione
delle acque e
alla gestione
delle
discariche”.
Per Legambiente è necessaria quindi un’Aia
maggiormente
rigorosa,
definita sulla
base delle
valutazioni
del danno
sanitario
indotto
dall’esercizio
dello
stabilimento;
l’adozione
delle migliori
tecnologie in
assoluto e la
prescrizione
all’azienda di
una
fidejussione
di importo
adeguato per
eventuali
futuri
interventi di
dismissione e
bonifica.
la mappa delle
osservazioni
Legambiente
all’Aiahttps://maps.google.it/maps/
ASSEMBLEA PUBBLICA: LUCI ED OMBRE DELLA NUOVA AIA PER L’ILVA DI TARANTO
lunedì 22 ottobre, dalle ore 17.30 alle ore 20.30 sala conferenze Biblioteca Comunale Acclavio(Piazzale Bestat - Taranto), intervengono Leo Corvace Legambiente Taranto Giorgio Assennato Direttore Generale Arpa Puglia coordina Lunetta Franco Presidente Legambiente Taranto
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