Appello operaio Ilva. «Analisi per mio figlio»
«Io non sacrificherò mio figlio». Il giovane
operaio dell’acciaieria 2 guarda in faccia il direttore dell’Arpa
Giorgio Assennato. Alla scuola elementare «Deledda», quartiere Tamburi,
si fa silenzio. Il lavoratore dell’Ilva ai Tamburi vive; al mattino,
accompagna il figlio a scuola.
Rifiuta il destino di moderno
Abramo, il richiamo a sacrificare il figlio Isacco sull’altare del
profitto avvelenato. Sa che non c’è Dio a impedire il sacrificio se non
quello dell’amore. La «Deledda» è a 300 metri dal parco minerali, a poco
più di un chilometro dalle cokerie. Eppure il quartiere-fabbrica ha una
disperata vitalità, la senti nelle voci dei genitori che si levano a
chiedere: perché?
«Mi guardo allo specchio e dico: veramente ho
potuto uccidere tante persone col mio lavoro?». Per questo vuole:
«Analisi, subito, per mio figlio e per tutti i bambini della “Deledda”.
Controlli che ci facciano capire come stanno in salute».
Sono
400 circa, i bambini delle elementari. «Ci attiveremo subito con il
Dipartimento di prevenzione dell’Asl» assicura l’assessore all’Ambiente,
Vincenzo Baio, ieri all’assemblea della «Deledda» in rappresentanza del
sindaco Stefàno. «L’idea - spiega Giorgio Assennato - è quella di
creare una struttura per la salute materna e infantile, coinvolgendo i
pediatri di base. La struttura rientrerebbe nel centro “Ambiente e
Salute” che l’Arpa aprirà all’ospedale Testa con gli otto milioni di
euro messi a disposizione dalla Regione».
Si tornava alla scuola
«Deledda» ieri. E c’erano genitori delle scuole vicine: «De Carolis» e
«Vico». Si tornava dopo altre assemblee, dopo le richieste di intervento
per eliminare i rischi derivanti dall’inquinamento: passati, presenti e
futuri.
Nel tumultuoso incontro, non privo di contestazioni
rivolte al direttore dell’Arpa per i dati sulla mortalità e le malattie
resi noti dal ministro della Salute Balduzzi, la dirigente tarantina
dell’Arpa, Maria Spartera, comunica un’iniziativa che l’Agenzia per
l’ambiente avvierà la prossima settimana: oltre al monitoraggio esterno
alla scuola «Deledda» partirà quello interno, installando nel cortile il
laboratorio mobile dell’Arpa. L’Istituto superiore di Sanità,
rispondendo all’Arpa, esclude un «apprezzabile rischio sanitario»
derivante dalle polveri raccolte sul tetto della scuola dai deposimetri
dell’Agenzia regionale.
L’assessore Baio, planimetria alla mano,
esclude qualsiasi vicinanza delle tubature Ilva sotterranee per il
passaggio delle acque di raffreddamento degli impianti e quindi
qualsiasi rischio di crollo per la scuola. «Ho disposto la rimozione -
aggiunge - di un serbatoio di eternit dal terrazzo e il progetto per la
scala antincendio». La scuola «Deledda» simbolo di un cambiamento. La
strada è lunga, lo sanno anzitutto i genitori, cittadini del
quartiere-fabbrica. Ma indietro non si torna.
L’inquinamento,
purtroppo, non ferma la mattanza. Altre duecento pecore e capre
abbattute ieri. Ancora una volta erano risultate avvelenate da diossine e
pcb, «segnate», come castigo biblico, nel loro latte e nelle loro
carni.
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