Ilva, operaio morì per mesotelioma: condannata azienda appalto
(Adnkronos) - Oltre 250mila di euro sono stati riconosciuti lo scorso 28
settembre dal Giudice del Lavoro di Taranto in favore degli eredi di un
lavoratore della Sifi Spa, azienda che vinse l'appalto per il
rifacimento degli altiforni Ilva, deceduto per mesotelioma pleurico da
esposizione all'amianto nel gennaio del 2007. A darne comunicazione e'
l'avvocato Massimiliano Del Vecchio, il legale della Fiom Cgil di
Taranto e riferimento della Fiom nazionale per le tematiche sulla
sicurezza e la salute.
''La sentenza - spiega l'avvocato Del Vecchio - e' quanto mai attuale e
pare confermare la grave negligenza del datore di lavoro e la situazione
di pericolo che e' insita nello stabilimento siderurgico di Taranto
specie per chi vi lavora all'interno''.
La causa inizio' nel 2005 quando l'operaio era ancora in vita. ''E'
opportuno segnalare - spiegano dalla Fiom Cgil di Taranto - che il
periodo di lavoro 'inquisito' risale alla gestione del siderurgico
antecedente la gestione Riva (iniziata nel 1995 ndr), ma dimostra anche
come il sindacato e la nostra organizzazione in particolare si fossero
accorti di quella che oggi e' una emergenza riconosciuta dai piu' molto
prima che il caso-Taranto deflagrasse a seguito dell'ordinanza di
sequestro del Gip Todisco''. Il risarcimento si riferisce esclusivamente
al danno biologico e morale subito dal lavoratore che mosse le accuse,
attraverso la Fiom e il suo ufficio legale, quando era ancora in vita,
ma non anche al grave danno subito dagli eredi. Risarcimento che lo
stesso avvocato Del Vecchio si riserva di rivendicare in un giudizio
distinto.
''Una sentenza che conferma un allarme che conoscevamo gia' e che
come organizzazione sindacale da sempre combattiamo ai fini di fare
maggiore chiarezza sulle cause e le origini di tali mortalita''', spiega
Donato Stefanelli, segretario generale della Fiom di Taranto. ''Un
nesso incontrovertibile tra fabbrica e salute che se vale per la
comunita' ionica, vale ancora di piu' per chi all'interno della fabbrica
o attraverso le misconosciute aziende dell'appalto in questi anni ha
dovuto subire. Ecco perche' la Fiom e' costituita parte civile in tutti i
processi che vedono la dirigenza del siderurgico imputata per omicidio
plurimo colposo''.
''Un dispositivo - continua Del Vecchio - che si aggiunge alle
centinaia di procedimenti gia' definiti o da definire che abbiamo mosso
nei confronti dell'Ilva, di aziende dell'appalto, dell'Inail e della
vecchia Fintecna (azienda di Stato che gestiva l'ex Italsider - ndr) da
vent'anni a questa parte, coprendo, purtroppo, tutto lo spettro
dell'inquinamento ambientale sofferto da Taranto e dai suoi lavoratori,
segnando il confine di un impegno da parte della Fiom nato prima del
clamore mediatico di questi mesi. Sentenze che descrivono meglio di ogni
altro dato statistico il punto di partenza che dovra' riguardare
l'ambientalizzazione e l'innovazione di quegli ambienti''.
''Ci sono reparti, impianti e condizioni di lavoro poste al vaglio
della magistratura in tutti questi anni - sottolinea Stefanelli - che
dimostrano che li' e in quelle condizioni era possibile ammalarsi e
morire. Presupposti che rendono pero' ancora piu' leggibili gli
interventi per ottenere una fabbrica piu' sicura, realizzati grazie alle
lotte dei lavoratori e del sindacato''.
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