sabato 6 ottobre 2012

E uno...

Ilva, operaio morì per mesotelioma: condannata azienda appalto
(Adnkronos) - Oltre 250mila di euro sono stati riconosciuti lo scorso 28 settembre dal Giudice del Lavoro di Taranto in favore degli eredi di un lavoratore della Sifi Spa, azienda che vinse l'appalto per il rifacimento degli altiforni Ilva, deceduto per mesotelioma pleurico da esposizione all'amianto nel gennaio del 2007. A darne comunicazione e' l'avvocato Massimiliano Del Vecchio, il legale della Fiom Cgil di Taranto e riferimento della Fiom nazionale per le tematiche sulla sicurezza e la salute.
''La sentenza - spiega l'avvocato Del Vecchio - e' quanto mai attuale e pare confermare la grave negligenza del datore di lavoro e la situazione di pericolo che e' insita nello stabilimento siderurgico di Taranto specie per chi vi lavora all'interno''.
La causa inizio' nel 2005 quando l'operaio era ancora in vita. ''E' opportuno segnalare - spiegano dalla Fiom Cgil di Taranto - che il periodo di lavoro 'inquisito' risale alla gestione del siderurgico antecedente la gestione Riva (iniziata nel 1995 ndr), ma dimostra anche come il sindacato e la nostra organizzazione in particolare si fossero accorti di quella che oggi e' una emergenza riconosciuta dai piu' molto prima che il caso-Taranto deflagrasse a seguito dell'ordinanza di sequestro del Gip Todisco''. Il risarcimento si riferisce esclusivamente al danno biologico e morale subito dal lavoratore che mosse le accuse, attraverso la Fiom e il suo ufficio legale, quando era ancora in vita, ma non anche al grave danno subito dagli eredi. Risarcimento che lo stesso avvocato Del Vecchio si riserva di rivendicare in un giudizio distinto. ''Una sentenza che conferma un allarme che conoscevamo gia' e che come organizzazione sindacale da sempre combattiamo ai fini di fare maggiore chiarezza sulle cause e le origini di tali mortalita''', spiega Donato Stefanelli, segretario generale della Fiom di Taranto. ''Un nesso incontrovertibile tra fabbrica e salute che se vale per la comunita' ionica, vale ancora di piu' per chi all'interno della fabbrica o attraverso le misconosciute aziende dell'appalto in questi anni ha dovuto subire. Ecco perche' la Fiom e' costituita parte civile in tutti i processi che vedono la dirigenza del siderurgico imputata per omicidio plurimo colposo''. ''Un dispositivo - continua Del Vecchio - che si aggiunge alle centinaia di procedimenti gia' definiti o da definire che abbiamo mosso nei confronti dell'Ilva, di aziende dell'appalto, dell'Inail e della vecchia Fintecna (azienda di Stato che gestiva l'ex Italsider - ndr) da vent'anni a questa parte, coprendo, purtroppo, tutto lo spettro dell'inquinamento ambientale sofferto da Taranto e dai suoi lavoratori, segnando il confine di un impegno da parte della Fiom nato prima del clamore mediatico di questi mesi. Sentenze che descrivono meglio di ogni altro dato statistico il punto di partenza che dovra' riguardare l'ambientalizzazione e l'innovazione di quegli ambienti''. ''Ci sono reparti, impianti e condizioni di lavoro poste al vaglio della magistratura in tutti questi anni - sottolinea Stefanelli - che dimostrano che li' e in quelle condizioni era possibile ammalarsi e morire. Presupposti che rendono pero' ancora piu' leggibili gli interventi per ottenere una fabbrica piu' sicura, realizzati grazie alle lotte dei lavoratori e del sindacato''.

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