Ministero dell'Ambiente e Provincia di Taranto: si alleano tra loro i due massimi enti che si sono distinti negli ultimi decenni come "garanti" del rigore e la tutela della salute dei tarantini!!!
Ilva, un ufficio del ministero si occuperà a Taranto di verificare procedure Aia
Un ufficio distaccato dell’Istituto Superiore per
la Protezione e la Ricerca Ambientale per verificare se, come e quando
l’Ilva si adeguerà alle prescrizioni previste dalla nuova Autorizzazione
integrata ambientale. È la mossa alla quale sta lavorando il ministro
per l’Ambiente Corrado Clini allo scopo di rispondere a quanti, nei mesi
scorsi ma anche più di recente, hanno denunciato che la vecchia Aia
oltre ad essere tutt’altro che restrittiva, conteneva prescrizioni alle
quali l’Ilva si è sottratta senza che nessuno glielo contestasse
formalmente. Il ministero ha contattato la Provincia, ottenendo la
disponibilità di alcuni uffici nella sede principale di via Anfiteatro e
così nelle prossime ore protrebbe giungere l’annuncio dell’aper tura di
una sede, per almeno un paio di anni, dell’Ispra in riva allo Jonio.
A
tenere i collegamenti con Clini è l’assessore provinciale Giampiero
Mancarelli, delegato all’ambiente da nemmeno due mesi e nominato anche
nel gruppo istruttore che ha firmato l’Aia per l’Ilva. «Stiamo facendo
tutto il possibile per offrire un quadro di certezze a tutti i
protagonisti della vicenda - dice Mancarelli - che ha ricadute di
tantissimi tipi non solo a Taranto me in tutta Italia. Voglio ricordare
che l’Aia prevede immediatamente la produzione dello stabilimento
limitata a 8 milioni di tonnellate di acciaio l’anno, la fermata e
rifacimento dell’altoforno 1, l’adeguamento degli altoforni 2 e 4, la
fermata e il rifacimento delle batterie 3-4-5-6 della cokeria,
l’adeguamento delle batterie 9 e 10.
Ora tocca all’Ilva fare la sua
parte. È inutile indugiare in tatticismi, mi aspetto che il gruppo Riva
convochi quanto prima un consiglio di amministrazione e metta a
disposizione le somme necessarie per adempiere alle prescrizioni
previste dall’Aia. Stanziati i fondi, vanno firmati i contratti con le
ditte che dovranno occuparsi dei lavori. Dopo, con tutta questa
documentazione in mano, si potrà andare in Procura per chiedere il
dissequestro degli impianti. Farlo prima, senza un impegno concreto e
certificabile, non ha senso. L’Aia consente all’Ilva di fare un salto
nel futuro garantendo salute, ambiente e lavoro per la terra ionica. Ora
all’I l va spetta il compito di investire e credere nella sua
eco-compatibilità».
Mancarelli oggi pomeriggio incontrerà in
Provincia le associazioni ambientaliste. «Dobbiamo fare tutti assieme il
punto della situazione e cercare una sintesi in grado di superare
vecchie e nuove divisioni. Abbiamo bisogno di unità, speranze e futuro,
non di polemiche». (GdM).
Nessun commento:
Posta un commento