giovedì 11 ottobre 2012

Il giorno X

(AGI) - Taranto, 11 ott. - Oggi doveva essere la 'data X', quella in cui sarebbe scattato il giro di vite della Procura e dei custodi sull'Ilva di Taranto con l'avvio delle operazioni di spegnimento degli impianti per porre fine all'inquinamento.
  In realta' la disponibilita' dell'Ilva a fermare dal primo dicembre prossimo l'altoforno 1 e le batterie di cokeria collegate, l'annuncio che questo stop non provochera' personale in esubero perche' i 942 addetti saranno tutti ricollocati nella fabbrica e molti anche nel risanamento dello stesso impianto, ma soprattutto il fatto che Bruno Ferrante, presidente dell'Ilva, abbia messo a disposizione dei custodi il personale tecnico che servira' per tutte le fermate, hanno un po' depotenziato la scadenza odierna. La preoccupazione per cio' che riservera' il futuro lavorativo resta si' tutta per gli 11.500 dipendenti diretti del siderurgico di Taranto, ai quali vanno aggiunti alcune migliaia dell'indotto, ma oggi non ci sara' nessun 'gruppo speciale' che entrera' nell'Ilva, ne' partiranno denunce alla Procura per omissioni, perche' l'azienda ha dato dei segnali e dichiara di voler recepire l'ultima direttiva dei custodi giudiziali, quella notificata sabato scorso, e che dava appunto cinque giorni, con scadenza oggi, per avviare le operazioni di spegnimento. L'unico punto che andra' chiarito riguarda l'altoforno 5 dove custodi e azienda sono attestati su tempi diversi, con i primi che ne chiedono lo spegnimento immediato dopo l'altoforno 1 e la seconda che per ora ha solo affidato alla societa' Paul Wurth lo studio preliminare dei disegni tecnici dell'impianto e piazzato la fermata e il rifacimento dello stesso altoforno 5 tra meta' e fine 2015. Ieri, incontrando Ferrante, i sindacati hanno posto il problema di come due anni e mezzo di attesa per l'altoforno 5 siano troppi e che questo rischia probabilmente di provocare un intervento specifico della Procura, anche se l'Ilva ha poi detto che solo che dopo Paul Wurth avra' completato la fase preliminare si potra' parlare meglio di tempi e che comunque per approvvigionarsi di tutti i materiali impiantistici e tecnologici che servono all'Afo 5, il piu' grande d'Europa, servono due anni. Divisi sui tempi, sindacati e Ilva sono tuttavia uniti su un punto fondamentale, ovvero che l'altoforno 5 non puo' fermarsi a partire da ora, contestualmente all1, perche' se cosi' fosse la fabbrica sarebbe costretta a chiudere e gli esuberi, non piu' ricollocabili, sarebbero diverse migliaia.
  Ma al di la' di quello che accadra' per l'altoforno 5, resta comunque un dato di fatto: questi giorni sono trascorsi in un clima relativamente piu' tranquillo e lo testimonia il fatto che dall'ultimatum della Procura di sabato scorso ad oggi all'Ilva non ci sia stata un'ora di sciopero, ne' lavoratori che si sono arrampicati sugli impianti a diverse decine di metri di altezza, al contrario di quanto avvenuto giorni addietro. E sembra in discesa anche il cammino della nuova Autorizzazione integrata ambientale all'Ilva. Oggi terminera' il lavoro istruttorio dei tecnici, dopodiche' il provvedimento andra' in conferenza dei servizi per l'ultimo esame e quindi alla firma del ministro Corrado Clini. Tra i punti fermi dell'Aia, la limitazione produttiva a 8 milioni di tonnellate di acciaio sin quando il risanamento del siderurgico non sara' stato completato e l'intervento su tutte le emissioni nocive nell'aria. Stop, poi, all'uso del pet-coke, potenziamento dei controlli e dei monitoraggi, interventi per la depolverazone negli altiforni e soprattutto copertura del parco minerali, diventato, per le polveri siderurgiche che inondano il vicino rione Tamburi nei giorni di vento, un po' la questione simbolo.
  L'Ilva aveva annunciato di aver affidato per la copertura uno studio di fattibilita' e che la risposta sarebbe arrivata in 15 mesi, l'Aia invece chiede invece per il parco primario, che e' il piu' esteso, il progetto esecutivo in tre mesi dal 30 ottobre prossimo e la copertura in tre anni. (AGI) 1.

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