Eni, nuovo alt dalla Regione
L’assessore Introna: limite alle centrali elettriche, CO2 da tagliare
• «Un limite alle produzioni delle grandi centrali termoelettriche». Un no implicito alla nuova centrale Eni. La Puglia dichiara guerra alle emissioni di CO2. E a Taranto la Regione conferma la sua strategia. L'anidride carbonica causa del surriscaldamento del pianeta è oggetto di attenzione generale. Non sfuggono i rischi globali e le conseguenze negative sul clima e sull'ambiente in generale, già riscontrabili sulla «pelle» del territorio pugliese.
Così sabato scorso, al convegno di Sinistra e Libertà sul «Clima delle Regioni», l'assessore regionale all'Ambiente, Onofrio Introna, ha fatto «da spalla» ideale al presidente Nichi Vendola spiegando che la Puglia «ha scelto di seguire la strategia dello sviluppo sostenibile, impegnandosi in un processo profondo d'innovazione ambientale».
«Vi è un generale consenso - ha dichiarato Introna - sulla necessità di procedere verso una maggiore efficienza e razionalità negli usi finali dell'energia, modi più puliti e più efficienti di utilizzo e trasformazione dei combustibili fossili, un crescente ricorso alle fonti alternative di energia. La produzione di energia elettrica in Puglia è oltre il doppio del consumo regionale: ciò nonostante, la giunta Vendola punta ad una politica che non limita a priori l'incremento della stessa, mette però un limite alle produzioni delle grandi centrali termoelettriche, conferma il no al nucleare e sviluppa, regolamentandole, tutte le fonti rinnovabili». Da qui si evince il «no» a nuovi impianti che espressamente parlano di aumento delle emissioni di CO2 come la centrale turbogas dell'Eni.
La Regione, ha aggiunto l'assessore Introna, «ha il potere di imprimere una diversa direzione di marcia» all'impegno per l'ambiente. «Proprio per questo che oltre alle questioni energetiche e a quelle legate alla gestione dei rifiuti, abbiamo combattuto la guerra dell'ambiente con l'emanazione della legge “antidiossina” che dà un notevole contributo al risanamento dell'area di Taranto dall'inquinamento dovuto alle emissioni di diossina dell'Ilva».
Al dibattito di Sinistra e Libertà è intervenuto Roberto Giua chimico dell'Arpa, l'Agenzia regionale per la protezione dell'Ambiente. «L'anidride carbonica non inquina, ma contribuisce all'effetto serra - ha spiegato Giua - perciò dobbiamo invertire la tendenza pensando a sfruttare le fonti di energia alternative come l'eolico. Riteniamo giusto sostituire impianti che producono CO2 con impianti che ne producono meno». E sul caso della centrale Eni, Giua si è soffermato puntualizzando: «Com'è noto l'Arpa non è stata invitata alle riunioni della commissione per il rilascio dell'autorizzazione integrata ambientale quindi non conosciamo il problema nello specifico però, pur non prendendo posizione, riteniamo che le tematiche relative alla nuova centrale Eni possano essere una delle questioni». Infine Giua ha evidenziato i rischi per l'ambiente che derivano dalle centrali a biomasse: «Idealmente i vegetali impiegati per produrre energia dovrebbero essere a bassissima produzione di anidride carbonica, ma non sempre è così. Se le biomasse vengono coltivate nel terzo mondo, per esempio, possiamo non avere questa certezza. Tenendo conto delle emissioni prodotte col loro trasporto, il risultato potrebbe essere controproducente in termini di impatto ambientale». (La Gazzetta di Taranto, IV)
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