venerdì 12 dicembre 2008
Lettera alla città. Il dolore ci rafforzerà!
Un cielo di piombo si chiude come un sipario su Taranto. La strage degli innocenti è compiuta. Abbiamo assistito all'ultimo atto di una tragedia. Il 10 dicembre sono venuti a prelevare le pecore e le capre in tutte le masserie degli allevamenti coinvolti, giungendo così all'epilogo del lavoro di una vita. Nei nostri ovili ora rimbomba un silenzio assordante, intriso di dolore, quello nostro e dei nostri animali che generosi fino all'ultimo istante sono saliti sui camion della morte, pronti a sacrificare la loro vita per salvare la nostra.
Sinceramente immaginavamo tutti una conclusione diversa. Una giornata pesante come le nuvole che hanno accompagnato le operazioni... l'assenza della città e la presenza della forza pubblica hanno mortificato ciò che restava di una speranza.
La giornata è passata e questa mattina alle 4 ci siamo avviati verso il macello per accompagnare i nostri animali e continuare a vivere la loro tragedia che è anche la nostra!
Sì, è anche la nostra, non solo come famiglia colpita, in quanto questa tragedia coinvolge non solo tutti i cittadini di Taranto, ma anche tutti coloro che hanno guardato con sensibilità alla nostra sofferenza. Non rendiamo inutile questo sacrificio! A noi oggi piace pensare che questi animali possano diventare un simbolo, non dell'ennesima ingiustizia ma del risveglio della coscienza collettiva troppo a lungo assopita, e in questo senso continueremo ad adoperarci.
A livello personale non ci arrendiamo, siamo abituati a non arrenderci proprio come la nostra città, e siamo disposti a rispettare le leggi, a pagare in prima persona come abbiamo fatto fin'ora. E adesso?
Da generazioni facciamo questo lavoro, vorremmo avere di nuovo il nostro gregge, ci hanno detto che nessuno ce lo impedisce, ma fra un anno o due se non si bonificheranno i terreni e se non si controllerà l'origine della diossina, questa sarà trovata ancora una volta nel corpo dei nostri animali. Ancora ci hanno detto che potremmo nutrirli con i mangimi già pronti come se questi fossero veramente esenti da rischi (i maiali irlandesi contaminati dalla diossina non erano forse nutriti secondo queste modalità?).
Chiediamo dunque delle direttive chiare in attesa di ricevere quanto prima l'obolo per noi stanziato appena sufficiente e comunque necessario "come il pane" per tirare avanti. Vogliamo che chi di dovere si assuma politicamente le proprie responsabilità come noi abbiamo fatto con le nostre . Chiediamo di mettere per iscritto cosa possiamo o non possiamo fare, considerando che ormai la nostra fiducia è completamente rivolta alla magistratura, ma che non siamo più in grado di attendere i tempi biblici che suo malgrado la giustizia richiede per fare il proprio corso.
Fam. Fornaro
Allevamento Carmine
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