(ASCA) - Taranto, 17 dic - In provincia di Taranto, in una cava di Ginosa Marina, dagli uomini del Nucleo Speciale d'Intervento (N.S.I.) del Comando Generale delle Capitanerie di porto, coadiuvati dal personale della Capitaneria di porto di Vibo Valentia, e' stato scoperto un pericoloso traffico illecito di rifiuti con conseguenti gravissimi danni ambientali.
L'attivita' investigativa, avviata circa un anno fa, ha consentito di accertare che una ditta di trasporti calabrese - in accordo con tre ditte locali operanti nel settore della lavorazione del marmo e degli inerti - aveva attivato con la cava di Ginosa Marina un traffico di rifiuti pericolosi.
I rifiuti scaricati nella cava, trasformata in una discarica abusiva di 8.000 mq., sono risultati contaminati con metalli pesanti (in particolare berillio, stagno e rame) in percentuali tali da compromettere la salute pubblica. Il sito infatti confina con appezzamenti di terreno coltivato (oliveti e vigneti) e con un canale per l'irrigazione che sbocca nel Mare Ionio.
Nel corso delle indagini si e' appurato inoltre che una delle societa' calabresi smaltiva notevoli quantita' di rifiuti pericolosi sotterrandoli lungo il corso del fiume Oliva - sito scoperto e gia' sottoposto a sequestro nello scorso mese di maggio dagli uomini della Guardia Costiera - ed in altre aree, fra le quali anche alcune zone costiere.
A seguito del provvedimento emesso dal Giudice per le indagini preliminari del tribunale calabrese di Paola gli uomini del N.S.I. della Guardia costiera hanno posto sottosequestro le tre ditte calabresi e la cava pugliese (38.000 mc di inerti e marmi oltre a 30.000 mq di aree scoperte e 9.000 mq coperti per le ditte e 8000 mq per la cava) e di tutte le apparecchiature - 3 autoarticolati, 5 mezzi movimenti terra, impianti di betonaggio e per il trattamento dei rifiuti e alcune centinaia di chilogrammi di amianto macinato.
Cinque le persone denunciate per disastro ambientale e traffico organizzato di rifiuti.
red-res/cam/alf
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