lunedì 22 dicembre 2008

La Puglia degli appalti piaceva anche a Romeo

MASSIMILIANO SCAGLIARINI Al suo referente Renzo Lusetti, l'imprenditore Alfredo Romeo non si limitava a chiedere lumi sull'andamento delle gare d'appalto che «a Bari stanno in corso di valutazione», come si dice nello stralcio di telefonata che in questi giorni ha messo in fibrillazione la politica pugliese. I tribunali diranno se in quelle frasi c'è qualcosa di penalmente rilevante. Ma l'ordinanza del gip Paola Russo che ha portato in carcere il re del global service napoletano mostra in quali modi ed a quali fini Romeo cercasse di influenzare la politica, anche quella pugliese.
Due dialoghi tra il parlamentare della Margherita (all’epoca esponente della maggioranza di governo) e mister pulizie aprono uno spaccato su un livello di rapporti confidenziali che, allargandosi ai congressi regionali di quello che l’imprenditore considera il suo partito, trasformano i due mondi (la politica, gli affari) in un unico blocco di contiguità. È un buon esempio del sistema di potere che governa il Paese.
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Il Carbotti che secondo Lusetti avrebbe cambiato gli esiti del congresso, come annotano gli inquirenti, è l’ex assessore provinciale tarantino Francesco Carbotti. Carbotti era stato uno dei fautori della vittoria di Florido. A costringerlo alle dimissioni fu Michele Pelillo, per una storia di titoli professionali che Carbotti diceva di possedere ma forse non possedeva: nulla che c’entri direttamente con la politica.
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«Secondo me si deve annullare e ricominciare da capo», dice Romeo. Facciamo l’ipotesi che Lusetti e Romeo stiano parlando del global service all’Asl di Taranto, ed esaminiamo alcune altre circostanze. Il direttore generale dell’Asl di Taranto al tempo era Marco Urago, che perderà il posto dopo gli otto morti di Castellaneta. Urago è politicamente vicino a Gianni Florido, presidente della Provincia di Taranto, che a sua volta aveva in Carbotti uno dei suoi padrini elettorali. Forse è una coincidenza, ma la gara per il global service all’Asl di Taranto è stata effettivamente annullata e sta ricominciando da capo.
Fin qui la storia raccontata dalle 584 pagine dell’inchiesta di Napoli. Sarà la magistratura, come è ovvio, a dover chiarire se e in quale misura quei comportamenti configurano reati, e se e come andranno puniti. L’indagine però non risponde alle domande più profonde che fa nascere, quelle che riguardano cioè i rapporti tra la politica e il mondo delle imprese: e che ci sia invischiato il centro-sinistra, sia detto per inciso, è del tutto irrilevante. Certo sarebbe interessante se qualcuno rispondesse ad alcune di queste domande. Perché l’imprenditore Alfredo Romeo si interessa al congresso della Margherita pugliese? Quale fu, se ce ne fu una sotterranea, la posta in palio in quel passaggio politico? Che successe davvero alla Asl di Taranto tanto da costringere Urago ad annullare il bando per il global service? La gara d’appalto della Asl di Taranto è ancora aperta, e si deciderà a marzo del 2009: sono in palio 79 milioni di euro spalmati su 5 anni. Chissà se tra i concorrenti c’è pure la società di Romeo.

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