venerdì 19 dicembre 2008

Si grida alla crisi per risparmiare sull'ambiente?

Fulvio Colucci (La Gazzetta del Mezzogiorno) Il retroscena narra di uno scontro sull’ambiente, e sulle conseguenze dell’inquinamento tra i rappresentanti dell’Ilva e alcuni delegati sindacali ieri durante l’incontro in azienda sulla cassa integrazione. Numeri alla mano, il Gruppo Riva avrebbe ridimensionato, per fare un esempio l’allarme tumori. La diversa valutazione dell’emergenza (dalla diossina alle polveri, all’incidenza delle malattie) avrebbe creato le condizioni per un duro confronto fra i rappresentanti del Gruppo Riva e alcuni rappresentanti dei lavoratori sfociato nell’abbandono del tavolo della trattativa da parte dei delegati sindacali. Questi ultimi avrebbero contestato l’atteggiamento aziendale.

Dell’episodio i segretari sindacali, Fiusco (Fiom Cgil), Lazzaro (Fim Cisl) e Palombella (Uilm Uil), non parlano. Fanno sì riferimento a qualche passaggio di carattere «politico» sulla questione ambientale e sul nodo crisi-inquinamento, raccontando che l’Ilva ha smentito qualsiasi «coincidenza» tra l’approvazione della legge sui limiti della diossina e la nuova ondata di cassintegrati.


Ma l’argomento è stato un po’ il convitato di pietra al tavolo della discussione. Solo Giuseppe Lazzaro della Fim Cisl ha spiegato che «all’Ilva abbiamo detto che certamente il mercato è in grave difficoltà e che, quindi, ci sono ricadute su produzione e occupazione. Allo stesso tempo, però, abbiamo ricordato la questione ambientale. E a proposito del nodo crisi-inquinamento abbiamo chiarito al Gruppo Riva che i sindacati e la città hanno bisogno di capire, documenti alla mano, come e perché ci sono le difficoltà economiche e come si vuole uscire da queste difficoltà. Vogliamo avere idee precise: il mercato dell’auto quanto perde? E l’indotto? Gli elettrodomestici? Vogliamo capire proprio per evitare che si possa annodare la crisi alla diossina, problema gravissimo la cui soluzione però segue un altro percorso».

Su altre questioni delicate - le ore di straordinario, l’impiego dei lavoratori interinali - il confronto resta aperto come ricorda il segretario della Fiom Franco Fiusco: «L’azienda ci dice che lo straordinario si è ridotto, ma noi vogliamo azzerarlo. Sulla questione dei lavoratori interinali la Fiom Cgil insiste: se il Gruppo Riva vuole utilizzare gli interinali allora li assuma», in questo confermando una differenza di vedute rispetto a Fim e Uilm, più flessibili, rispetto alla possibilità che l’Ilva utilizzi i lavoratori interinali purché questo avvenga contestualmente alla riduzione del numero dei cassintegrati.

Col solito realismo, Rocco Palombella della Uilm parla di «crollo della domanda e crisi che si aggrava. I rimedi? Per ora questi, poi si vedrà. Ci confronteremo a gennaio e vedremo il futuro. Di certo vi è la cassa integrazione. E la impossibilità dell’azienda di cambiare le proprie strategie. Ho chiesto di non fermare l’altoforno numero 1, ma di farlo marciare a regimi più bassi con l’altoforno numero 5 e l’altoforno numero 2. Così ho chiesto di evitare la chiusura di una linea dell’agglomerato. Richieste respinte seccamente, malgrado dessero un segnale di contenimento della crisi». Come dire: si naviga a vista.

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