lunedì 6 aprile 2009

Un processo storico!

Eternit, al via il processo dei record. Guariniello: "Sarà fatta giustizia"
A Palazzo di giustizia almeno mille tra familiari delle vittime e appartenenti a associazioni di lotta alla lavorazione dell'amianto che hanno promosso un presidio. Il procuratore Caselli soddisfatto: "Logistica perfetta"



"Sarà un processo giusto per tutti, sia per le vittime che per gli imputati": così si è espresso il pm Raffaele Guariniello prima di entrare nella maxi aula 1 dove si è aperto il processo agli ex vertici della multinazionale Eternit, azienda produttrice di manufatti in amianto, con stabilimenti a Casale Monferrato, Cavagnolo, Reggio Emilia e Napoli. Al fianco del magistrato ci sono i pm Sara Panelli e Gianfranco Colace che hanno raccolto gli atti in oltre 200 mila pagine. Alla sbarra gli eredi della multinazione Stephan Schmidheiny, 61 anni, miliardario svizzero, e Jean de Cartier de Marchienne, nobile belga di 81 anni che si difende con una dichiarazione. A margine dell'udienza si è appreso che l' Inail per indennizzare le vittime ha speso 246 milioni di euro, cifra che l'istituto vorrebbe indietro dai proprietari della multinazionale.

Dunque, dopo il processo Thyssen, un altro dibattimento con al centro gli operai e la morte in fabbrica. In occasione della prima udienza preliminare la Cgil, insieme all'Associazione Famigliari Vittime di Amianto, ha organizzato una manifestazione-presidio a partire dalle 9 di fronte al Palazzo di Giustizia. Alla manifestazione hanno partecipato molti ex lavoratori e cittadini, parti lese nel processo, provenienti soprattutto dalle aree dei quattro stabilimenti, oltre alla presenza dalla Francia di una folta rappresentanza dell'Associazione francese degli Esposti all'Amianto.
Tra i primi atti del processo la costituzione come parte civile. Secondo le prime stime saranno almeno 2889 le parti offese ma potrebbero salire a 5700 in rappresentanza delle oltre duemila vittime. Da Casale sono arrivati nove pulmann.
Alla prima udienza ha partecipato anche la presidente della Regione Mercedes Bresso, decisa a connotare anche fisicamente la vicinanza delle istituzioni alle famiglie dei morti. "La Regione Piemonte è stata la prima a costituirsi parte civile nel processo Eternit". Ho voluto essere presente personalmente per segnalare l'immensità del danno materiale e morale che la regione e i cittadini hanno avuto da questa vicenda. Non per le produzioni industriali in se stesse ma per il fatto di non avere detto che queste costituivano un grave danno per la salute."
Molti gli striscioni srotolati di fronte al tribunale tra cui uno con la scritta "Via l'amianto", "Giustizia" e quello dell'associazione famigliari delle vittime che recita 'Eternit: "fermiamo la strage", quello della Rete nazionale per la sicurezza sui posti di lavoro, dell'Associazione "Legami d'acciaio" e quello della ThyssenKrupp listato a lutto. E ancora l'Associazione italiana esposti amianto e Medicina democratica.
Bruno Pesce, coordinatore della vertenza amianto per l'associazione vittime: "E' l'inizio di un'altra grande battaglia. In questi anni ne abbiamo fatte tante anche sotto il profilo giuridico ma questa è senz'altro la più importante". E l'europarlamentare di Rifondazione comunista Vittorio Agnoletto: "Oggi c'è una richiesta semplice, che vi sia giustizia che non potrà restituire ai famigliari i propri cari ma almeno consentirà loro di avere un risarcimento".
L'avvocato torinese Marco Bonetto, coordinatore delle parti civili del processo, ha spiegato: "Non credo che l'offerta di indennizzo cambierà in modo significativo l'andamento di questo processo, sia per il numero di persone sia perchè le parti civili in misura significativa saranno comunque presenti". Il processo sarà seguito dal social network con un gruppo familiari di vittime costituito su Facebook.
Positivo il commento del procuratore Giancarlo Caselli. "E' un processo importante non solo per le sue dimensioni ma anche per la rilevanza sociale". "L'ammonimento costante del Capo dello Stato - ha ancora affermato Caselli - a tenere in considerazione i diritti dei lavoratori, tutelandone la sicurezza sui luoghi di lavoro, dalla Procura di Torino - vuoi per il caso Thyssen, vuoi per il caso odierno - viene raccolto con sollecitudine e prontezza, nell'ambito di sua competenza".
Caselli ha voluto sottolineare il profilo logistico: "Tutto sta funzionando come meglio non si potrebbe desiderare. E' stato fatto dall'Avvocato Generale Riccomagno e da tutti i suoi collaboratori uno sforzo davvero eccezionale per accogliere centinaia di persone" (La Repubblica)

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