lunedì 6 aprile 2009

...e per fortuna che era tutto sottocontrollo...

E pensare che c'è qualche "presunto ambientalista" locale, che lavora al soldo dell'AMIU per sostenere l'utilità dell'inceneritore di Taranto, che si vanta di essere amico della dottoressa Gentilini ...

Dopo la mozzarella campana, i suini irlandesi ora anche i polli toscani alla diossina?

Ieri, in una riunione presso la Provincia di Pistoia sono stati diffusi i risultati di esami fatti su matrici biologiche ( latte, uova, carne di manzo, pollo ecc) eseguiti - su forte pressione dell' opinione pubblica- in seguito all' incidente occorso nell'estate del 2007 all'inceneritore di Montale (PT), incidente che comportò sforamenti notevoli per diossine e similari e che portò alla sua chiusura, purtroppo, temporanea.
Orbene questi valori sono assolutamente preoccupanti e nella carne di pollo si arriva a livelli di diossine e PCB dioxin like fino a oltre 10 volte il limite ammesso. Il limite per la commercializzazione di carne di pollo è 4 ng/kg e su 8 campioni di carne di pollo 5 sono nettamente oltre il limite ( fino a 10 volte tanto) e fra i restanti tre due in soglia comunque di attenzione.
Anche altre matrici sono risultate contaminate: uova di gallina 7,43, uova di oca 10.31 (il limite per le uova è 6 ng/kg ). Nell'unico campione di carne bovina è stato riscontrato un valore di 5,49 superiore al limite ammesso. Nessuna ordinanza di divieto per il consumo è stata fatta in quanto si è affermato, testualmente, che "questi non sono alimenti" . Ci si chiede come le Istituzioni preposte intendano tutelare la salute pubblica visto che il comunicato stampa diffuso dopo 90' dal termine della riunione è assolutamente tranquillizzante, nega la correlazione con le emissioni dell'inceneritore e trascura il fatto che il campione con il risultato più alto (46.2) considerato in "zona bianca" è situato a poche centinaia di metri da un altro impianto di incenerimento!
Si rassicurano i cittadini affermando che si tratta di impianti modello, che il monitoraggio è continuo e ci si accorge - dagli stessi dati forniti dal gestore dell'impianto - che nel mese di febbraio esso ha lavorato per oltre 60 ore senza carboni attivi ( deputati all'abbattimento delle diossine) e che le Autorità competenti non se ne erano neanche accorte!
C'è da rimanere sconcertati, nonostante l'evidenza dei dati, si continua a "promuovere" l'incenerimento e letteralmente si afferma: "Personalmente - ha dichiarato Giovanni Romiti - ringraziando per l'importante contributo fornito da ARPAT e AUSL e per la sua alta valenza scientifica, non mi rimane che aggiungere, d'accordo con le affermazioni ufficiali dell'Ordine dei Medici, che "occorre avere fiducia nei propri medici, nelle istituzioni sanitarie pubbliche per non indebolire quell'alleanza di valori e di interessi civili e sociali senza i quali un Paese che deve scegliere non può e non sa scegliere". Altresì d'accordo con il Prof. Umberto Veronesi e con l'Associazione Italiana di Epidemiologia, che "la valutazione delle poche osservazioni epidemiologiche disponibili non depone per un incremento di rischio per la salute umana del trattamento dei rifiuti mediante incenerimento in impianti basati sulle migliori tecnologie disponibili." Infine, "registro con soddisfazione come la recentissima Direttiva dell'U.E. (in linea con la volontà, pressoché unanime del Consiglio Provinciale) conferma il "recupero di energia" nella "gerarchia delle politiche di gestione dei rifiuti."

E' penoso constatare ancora una volta che le Istituzioni sono lontane dai veri problemi dei cittadini- la Salute innanzi tutto- sono acquiescenti nei confronti di grandi e piccole lobbies e che, nonostante i danni acclarati alla Salute umana, ascoltano solo ciò che vogliono sentire, riportando le prese di posizioni di una parte minoritaria della Comunità Scientifica, stravolgendo anche le prese di posizioni, tutt'altro che favorevoli agli inceneritori, come quella degli Ordini
dei Medici.
Ricordo che in un momento di crisi la giusta filiera dei rifiuti che ne preveda riciclaggio e riuso comporta occupazione e recupero di risorse. Il Centro di Vedelago che ha un bacino di utenza 1.150.000 abitanti, riceve i rifiuti urbani e i materiali post-consumo dalle attività produttive della Provincia di Treviso e nel 2008 ha trattato 27.062,730 tonnellate dando lavoro a 61 persone (45 operai, 12 impiegati, 4 autisti).
Se le 800.000 ton bruciate a Brescia ogni anni fossero trattate secondo questo metodo si darebbe lavoro a 1.800 persone!
Ah, ... dimenticavo, forse qualche disoccupato in più ci sarebbe fra gli "addetti" alla salute.

Patrizia Gentilini
(scienzaepace news)

1 commento:

Anonimo ha detto...

IL CICLO DEI RIFIUTI SI PU’ CHIUDERE…DAVVERO!

Certe volte il destino riserva delle belle sorprese: a dicembre, mentre a Napoli (e in Italia) scoppiava l’ennesima emergenza rifiuti, io ero in Africa, in Burkina Faso, che spiegavo ai ragazzi del Centro Ghélawé come gestire la spazzatura senza trasformare il Centro in una discarica.
In Burkina Faso non esiste la raccolta differenziata dei rifiuti, non esiste nemmeno la raccolta. La spazzatura viene in parte bruciata e in parte gettata per strada.
Quello che una volta era il fiume che attraversava la citta’ di Bobodiulasso, oggi e’ una discarica a cielo aperto che spacca in due la citta’, provocando morti e malattie.
Li’, per il momento, non ci sono altre possibilita’ e vedere che in Italia abbiamo una situazione simile, se non peggiore in alcune strade, e’ scandaloso.
Non fare la raccolta differenziata e non riciclare i rifiuti e’ un crimine! Contro noi stessi e i nostri figli, e contro la nostra terra.
In Burkina Faso sarebbe possibile dividere la spazzatura trasformando l’organico in compost per l’agricoltura, riutilizzando le latte in alluminio per farne tubi, contenitori, semenzai, raccogliendo e riutilizzando la plastica.
Al Centro Ghélawé dividiamo i rifiuti in carta, plastica, alluminio e organico e “promuoviamo” una continuativa campagna per la loro riduzione.
Il rifiuto “latta del concentrato di pomodoro” si puo’ eliminare facendo la salsa con i pomodori freschi.
In Campania si deve fare lo stesso!!!
Possiamo riciclare tutto, anche cio’ che non sarebbe riciclabile, ed e’ pure estremamente conveniente: i Comuni che attuano la raccolta differenziata porta a porta hanno incrementato le entrate, oltre ad aver assunto nuovo personale.
Abbiamo a disposizione tecnologie di riciclaggio straordinarie.
Un esempio ne e’ il Centro riciclo di Vedelago, che oltre alla differenziazione dei rifiuti, ha messo a punto una tecnica per riutilizzare il materiale plastico nell’edilizia.
Vi invitiamo a leggere la lettera che pubblichiamo di seguito (grazie a Nino della segnalazione!) e a visitare il sito internet dell’azienda.
“Il ciclo dei rifiuti si puo’ chiudere al 100%, recuperando tutta la materia, senza portare nulla ne’ in discarica ne’, tanto meno riducendolo… in fumo.
Domenica 20 gennaio ero a Pianura, invitata a fare un incontro con la popolazione nella scuola elementare, insieme alla imprenditrice Carla Poli del Centro Riciclo di Vedelago (http://www.centroriciclo.com) che ho avuto la fortuna di incontrare nel mio peregrinare: davanti ai cumuli di spazzatura che in noi suscitano tanto orrore, lei si fermava incantata dicendo: “ma guarda quanta bela roba che ghe s’e’, me ne porteria via un pocheto”.
Questa ingegnosa signora, oltre a recuperare in modo ottimale carta, lattine, vetro ecc., ha brevettato un metodo per il 20% del “secco non riciclabile” (i pannolini ad es.). Tramite un processo di estrusione, ottiene da questo residuo (che io per prima non immaginavo potesse avere alcun riutilizzo), una sabbia sintetica grandemente utilizzata in edilizia, che esporta all’estero e che non arriva a produrre stante la grande richiesta che ha!
Nell’azienda sono in 64, gli operai ricevono 1.500 euro al mese con tredicesima e quattordicesima e tutto questo senza camini, senza filtri, senza veleni, ma dando lavoro, occupazione, serenita’ a tante famiglie.
Gli impianti non sono complessi, ne’ da costruire, ne’ da gestire, possono essere pronti in pochi mesi, relativamente basso il capitale di partenza.
Ma possibile che in questo paese e soprattutto in questa Romagna, dove ci si vanta di essere industriosi, attivi e pieni di iniziativa a nessun imprenditore venga anche solo la voglia di verificare di persona?
Possibile che sappiamo solo bruciare mandando in fumo preziose risorse e soprattutto la nostra salute?
Sono sempre piu’ convinta che il problema dei rifiuti non e’ affatto una grave malattia come vorrebbero farci credere, che la medicina che vorrebbero darci (inceneritori) e’ molto peggiore del male e che la cura semplice, immediata, economica, senza controindicazioni esiste ed e’: raccolta domiciliare porta a porta e riciclo totale.
Credo che sarebbe ora di smettere di fidarsi dei tanti esperti (televisivi e non) che fino ad ora hanno dimostrato di non avere a cuore ne’ l’ ambiente ne’ la salute e cominciare piuttosto a fidarsi del buon senso delle donne.
Sia ben chiaro a tutti: non ho alcun interesse personale in questa “promozione” del Centro di Vedelago e il biglietto per Napoli non me lo ha rimborsato nessuno.
Cordiali Saluti
Dott.ssa Patrizia Gentilini
Oncoematologo
Associazione Medici per l’ Ambiente