Infortunio, il presidente del gruppo ‘condannato’ a 610 euro
Steno Marcegaglia patteggia
RIMASE in prognosi riservata per diversi giorni, poi le sue condizioni migliorarono e l’operaio, che era caduto da cinque metri di altezza all’interno dello stabilimento ‘Marcegaglia’, guarì in 73 giorni: per lesioni colpose gravi ha patteggiato la pena ieri mattina in tribunale, all’udienza filtro, l’imprenditore Steno Marcegaglia, presidente dell’omonimo gruppo. La pena è lievissima: 610 euro di multa. Per le lesioni gravi, pur in caso di infortunio sul lavoro, il codice prevede infatti la sanzione alternativa, o la multa da 500 a 2.000 euro o la reclusione da uno a sei mesi. Il giudice davanti al quale è stato siglato il patteggiamento, ovvero il presidente della sezione penale, Milena Zavatti, ha ritenuto congrua la pena che era stata concordata fra il pm Francesco Alvino e il difensore, l’avvocato Ermanno Cicognani. Sempre ieri mattina, Marcegaglia era imputato per lo stesso reato di lesioni colpose gravi, in relazione a un altro infortunio sul lavoro avvenuto all’interno dello stabilimento il 12 febbraio del 2004. Per questo fatto il difensore ha scelto di andare a processo ordinario, fissato per i primi di giugno.
L’infortunio relativo al patteggiamento era accaduto il 12 dicembre del 2004. L’operaio ferito, Antonio Del Fiore, oggi di 69 anni, leccese, era dipendente della ditta ‘Re.Co. montaggi’ e stava lavorando a cinque metri dal suolo, su una passerella, quando fu colpito dal carico mosso da una gru e scaraventato a terra. La ‘Re.Co’ stava effettuando montaggi al costruendo impianto di decapaggio 2 della Marcegaglia, mentre l’autogru era della ditta ‘Euromontaggi e Noleggi srl’. Sono stati citati a giudizio Steno Marcegaglia quale imprenditore committente della costruzione, Luigi Antonio Altomare, tarantino, quale amministratore unico della ‘Re.Co. Montaggi’ e Fausto Bommino, pure lui di Taranto, amministratore unico della ‘Euromontaggi e Noleggi’. Steno Marcegaglia era accusato di non aver designato il coordinatore per la progettazione e il coordinatore per l’esecuzione dei lavori, necessari perchè nel cantiere era prevista la contemporanea presenza di più imprese. Gli altri due erano accusati di non aver redatto il piano operativo di sicurezza a seguito della valutazione dei rischi. Per Bommino e Altomare il difensore, avvocato Gerardo Grippo, ha optato per il processo ordinario.
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