Comunicato Stampa del CSOA Cloro Rosso
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Aiutateci a diffondere questa vergogna
L’ondata repressiva si abbatte anche sul teatro.
Mercoledì 1 Aprile, presso Centro Sociale Autogestito Cloro Rosso, doveva svolgersi lo spettacolo teatrale “Venticinquemila granelli di sabbia”, del noto attore tarantino Alessandro Langiu, vincitore del premio Annalisa Scafi 2004 e presentato in molti palcoscenici italiani.
La rappresentazione narra il dramma ambientale della nostra città attraverso la storia di tre bambini che giocano in uno dei quartiere più martoriati: il rione Tamburi.
Tuttavia, nonostante la tematica di indubbio interesse e la presenza di oltre cento spettatori, non è stato possibile lo svolgimento di tale spettacolo a causa di un esplicito quanto inspiegabile divieto delle forze dell’ordine.
E non si è trattato di un pesce d’Aprile, nonostante la data potesse lasciar intendere uno scherzo, ma di un vero e proprio veto per uno spettacolo teatrale caratterizzato unicamente da un singolo attore il cui monologo esigeva soltanto un palcoscenico ed un microfono.
La questura di Taranto (che evidentemente ha fior di risorse e uomini di spendere) ha addirittura allertato il Comune, che si è presentato poco prima dello spettacolo (udite udite) nella persona dell’Assessore Pennuzzi e del Sindaco Stefàno, i quali hanno ribadito il diniego in quanto eravamo privi dei permessi necessari per lo svolgimento di tale manifestazione.
Non contenti, le nostre efficientissime forze dell’ordine hanno inviato un’auto in borghese che ha pattugliato per oltre tre ore il perimetro del Centro Sociale, filmando anziani, studenti e genitori con i bambini in fasce che entravano convinti di dover assistere ad uno spettacolo teatrale e che, invece, hanno assistito ad una farsa che rasenta la follia.
Tra l’altro, il noto e sempre imparziale quotidiano Taranto Sera, nel primo pomeriggio, aveva già segnalato la presunta irregolarità del nostro spettacolo, probabilmente limitandosi a pubblicare una velina della questura stessa.
E così, dovendo tirare le somme della giornata, contiamo un articolo di giornale, un sindaco ed un’assessore che da Palazzo di Città si fiondano al Centro Sociale e un’auto della Digos che per tre ore ha pattugliato il perimetro di uno spazio autogestito che offre (ricordiamo) servizi a prezzi popolari quali una palestra, una biblioteca ed un laboratorio teatrale, oltre a partecipare in maniera attiva a lotte sindacali ed ambientali.
Il tutto, per un monologo di poco più di un’ora sull’inquinamento.
Tutto questo mentre i criminali travestiti da amministratori che hanno prosciugato le casse comunali sono tutt’ora liberi di poter passeggiare impunemente per le vie del centro cittadino e mentre un’industriale venuto del nord avvelena, licenzia e mette in cassa integrazione senza alcun rispetto per qualsiasi norma giuridica e morale.
Ci si chiede, poi, perché i giovani di questa città hanno come unica soluzione l’emigrazione.La rappresentazione narra il dramma ambientale della nostra città attraverso la storia di tre bambini che giocano in uno dei quartiere più martoriati: il rione Tamburi.
Tuttavia, nonostante la tematica di indubbio interesse e la presenza di oltre cento spettatori, non è stato possibile lo svolgimento di tale spettacolo a causa di un esplicito quanto inspiegabile divieto delle forze dell’ordine.
E non si è trattato di un pesce d’Aprile, nonostante la data potesse lasciar intendere uno scherzo, ma di un vero e proprio veto per uno spettacolo teatrale caratterizzato unicamente da un singolo attore il cui monologo esigeva soltanto un palcoscenico ed un microfono.
La questura di Taranto (che evidentemente ha fior di risorse e uomini di spendere) ha addirittura allertato il Comune, che si è presentato poco prima dello spettacolo (udite udite) nella persona dell’Assessore Pennuzzi e del Sindaco Stefàno, i quali hanno ribadito il diniego in quanto eravamo privi dei permessi necessari per lo svolgimento di tale manifestazione.
Non contenti, le nostre efficientissime forze dell’ordine hanno inviato un’auto in borghese che ha pattugliato per oltre tre ore il perimetro del Centro Sociale, filmando anziani, studenti e genitori con i bambini in fasce che entravano convinti di dover assistere ad uno spettacolo teatrale e che, invece, hanno assistito ad una farsa che rasenta la follia.
Tra l’altro, il noto e sempre imparziale quotidiano Taranto Sera, nel primo pomeriggio, aveva già segnalato la presunta irregolarità del nostro spettacolo, probabilmente limitandosi a pubblicare una velina della questura stessa.
E così, dovendo tirare le somme della giornata, contiamo un articolo di giornale, un sindaco ed un’assessore che da Palazzo di Città si fiondano al Centro Sociale e un’auto della Digos che per tre ore ha pattugliato il perimetro di uno spazio autogestito che offre (ricordiamo) servizi a prezzi popolari quali una palestra, una biblioteca ed un laboratorio teatrale, oltre a partecipare in maniera attiva a lotte sindacali ed ambientali.
Il tutto, per un monologo di poco più di un’ora sull’inquinamento.
Tutto questo mentre i criminali travestiti da amministratori che hanno prosciugato le casse comunali sono tutt’ora liberi di poter passeggiare impunemente per le vie del centro cittadino e mentre un’industriale venuto del nord avvelena, licenzia e mette in cassa integrazione senza alcun rispetto per qualsiasi norma giuridica e morale.
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Ed ecco la risposta di Alessandro Langiu a Tarantosera
La censura di Venticinquemila Granelli di sabbia
Gentile Direttore,
la ringrazio innanzi tutto per il titolo dedicato ieri dal suo giornale allo spettacolo che avrei dovuto portare in scena al Cloro Rosso.Credo sia necessaria una replica a quanto da lei pubblicato, per una corretta informazione.Ieri il suo giornale mostrava indignazione per la impossibilità di Massimo Lopez di andare in scena, contrapponendolo al fatto che a me questa possibilità fosse concessa nello spazio, attualmente occupato, Cloro Rosso.Qualche informazione va data.Il Teatro Orfeo è uno spazio privato che il Comune paga per la realizzazione della stagione teatrale in collaborazione con il circuito regionale Teatro Pubblico Pugliese. A livello contrattuale, come lei sa, è il Teatro Pubblico Pugliese che si assume l'onere della replica. Il Comune cosa fa? Mette i soldi per garantire questo servizio: gira il cachet al TPP, paga gli spazi, i permessi. Il responsabile delle impellenze organizzative per il Comune è un funzionario, che evidentemente non ha fatto la comunicazione ai Vigili del Fuoco.Il Cloro Rosso è un gruppo di ragazzi che hano occupato piccola parte di una grande struttura comunale abbandonata da almeno sei o sette anni e organizza con ingresso libero, attività per la collettività. Senza mai aver avuto alcun problema di ordine pubblico. Nella nostra città mancano gli spazi di aggregazione. Per noi operatori della cultura e della comunicazione è d'obbligo domandarci quanto sia forte il desiderio dei cittadini di attività culturali diverse da quelle proposte dal Teatro Orfeo. Che buco enorme di offerta culturale questa città vive dalla fine degli anni ottanta?Il dibattito culturale troppo spesso è schiacciato sul tema dell'assenza di permessi o agibilitità degli spazi. Che certo, necessita una soluzione e la lungimiranza della Pubblica amministrazione. Da diversi mesi ormai è in corso una trattativa con il Comune per l'assegnazione del Cloro Rosso all'associazione che ora lo gestisce. Ci possiamo solo augurare che questo avvenga, per l’esercizio democratico della fruizione culturale.
Il risultato dell'articolo pubblicato sul suo giornale, è stato che il mio spettacolo non si è tenuto. Esattamente come per Massimo Lopez. Solo che Lopez riceverà comunque il suo compenso di svariate migliaia di euro (a carico della collettività), perchè la non realizzazione dello spettacolo non è dipesa da lui. Il pubblico non avrà sorriso per quella sera.Io non riceverò nulla, ma non l'avrei ricevuto comunque. Lo spettacolo non si è fatto, sono tornato a casa, dove nella mia scala, su otto famiglie, ci sono otto tumori.Non avrei fatto ridere, forse sorridere, a tratti. Ma di certo non ho potuto parlare della terribile angosciosa tragedia presente in tutte le case di Taranto.
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