giovedì 9 aprile 2009

E da noi la "prima pioggia" dove va?

A Genova Emilio Riva becca una denuncia al mese... a Taranto il sindaco gli stappa lo champagne e l'arcivescovo gli dice messa... Mah!

Triplice operazione a Genova, altra denuncia per Riva & co.

La Procura della Repubblica di Genova ha posto sotto sequestro, nella tarda mattinata di oggi, la banchina San Giorgio, nel porto genovese, all’interno del Terminal rinfuse. Secondo la magistratura infatti i fluidi derivanti dallo scarico del carbone (unico traffico di quella banchina) e dalle piogge che insistono sui depositi sarebbero scaricati in mare. Mentre una precisa normativa prevede che le cosiddetta «acque di prima pioggia», come vengono definite nel gergo portuale, siano prima trattate, depurate e successivamente smaltite. La Procura ha consentito lo scarico di due navi in attesa, al termine delle operazioni la banchina San Giorgio non sarà più operativa. Custode giudiziario dell’impianto è stato nominato l’avvocato Giovan Battista D’Aste, segretario generale dell’Autorità portuale di Genova.
Rifiuti speciali pericolosi stoccati in un cantiere vicino all’arenile nella zona della Foce a Genova: i carabinieri del nucleo ambientale hanno posto i sigilli ad un’area di circa 10mila metri quadri nella disponibilità della Pamoter, ditta che si occupa dei lavori di risanamento degli argini del Bisagno. I militari hanno inoltre denunciato il legale rappresentante della società per aver depositato in modo incontrollato rifiuti speciali pericolosi e non in un’area di cantiere. Tra i cumuli di rifiuti: batterie esauste, pneumatici fuori uso, tubi in pvc, fusti, cavi elettrici, e fresature di asfalto.
Sempre oggi i militari hanno sequestrato due aree di seimila e settemilacinquecento metri quadri e oltre 30mila metri cubi di detriti costituiti da rifiuti da demolizione, rottami e manufatti di ferro, plastica, cavi ed apparecchiature elettriche, derivanti dalla dismissione dei vecchi impianti. Altri 105mila tonnellate di rifiuti erano state sequestrate a dicembre nel corso di un’analoga operazione nelle aree degli stabilimenti dell’Ilva.
Il presidente del cda del Gruppo Ilva, Emilio Riva, il direttore dello stabilimento di Genova Giuseppe Frustaci ed il responsabile del settore ecologia Enrico Calderari, sono stati denunciati per la seconda volta in cinque mesi dai carabinieri del Noe per stoccaggio illecito di rifiuti.
Il Secolo XIX

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Riva ha deciso di risolvere a modo suo il problema dell'inquinamento.
Fermerà entro 2 mesi AFO 2 e poi AFO 5, per fine giugno le acciaierie 1 e 2.
Così non inquinerà più sicuramente,rimane solo un piccolo
problema entro fine maggio 70% personale dello stabilimento in cassa, luglio ed agosto 90% .
Come dice Abatantuono:
complimenti !!!!
La ripresa dello stabilimento comincerà gradualmente da gennaio 2010 data presunta del termine di tutti i lavori programmati per aumentare la capacità produttiva del 35 %.

coxta ha detto...

Ma allora sono chiusure per crisi di domanda o per ammodernamento degli impianti? Il 35% in più è riferito al regime ordinario prima della cassa integrazione?
Nella domanda di Autorizzazione Integrata Ambientale dell'Ilva non mi pare sia previsto un aumento di produzione...

Anonimo ha detto...

Caro Copeta la scusa è l'ambiente la realtà è l'ammodernamento.
L'AIA non prevede aumento di produzione ma l'azienda lo prevede...
Gli ordini ci sono, l'ultimo è da parte dei russi di ben 100.000 tubi da consegnare in 5 anni,
ma l'occasione è troppo ghiotta per perderla, rimodernare lo stabilimento a spese dello stato
con i contributi x l'ambiente e gli stipendi pagati dalla cassa....
ciao!