Pubblichiamo un'interessante nota di Giancarlo
Incomprensibile, ma non troppo, la scelta di Eni di costruire una centrale da 240 MW a sostituzione della vecchia da 80 ancora in esercizio. Nel suo piano di investimenti si rinuncia al raddoppio delle produzioni ma resta la possibilità di triplicare quella di energia elettrica. Si giustifica ciò con la necessità di autoprodursi vapore tecnico per la sicurezza dello stabilimento e l'eliminazione dell'uso del gasolio ancora in parte utilizzato. Se è vero che il vapore lo preleva ancora da Ilva pagandolo ad alti costi, non è consentibile produrre ed esportare nella rete nazionale la gran parte dell'energia producibile con il vantaggio per l'azienda del CIP6. Torna,in parte per ora, il vecchio disegno di costruire un grande polo produttivo energetico a Taranto con tre centrali in ISE, una (triplicata) in ENI, una mega centrale ( progetto da 650 MW) in ILVA,accanto al più grande centro siderurgico europeo. A tale disegno era legato la costruzione di un rigassificatore indispensabile per fornire ed integrare ai diversi utenti del gas necessario. Oggi resta in piedi la necessità, anche questa ingiustificabile, per la Regione Puglia, di un rigassificatore da costruire ancora non si sa nè dove nè quando.Una regione che produce oltre il doppio della energia ad essa necessaria con il grave carico di inquinamento che ne deriva. Un progetto da rigettare e che offende l'intelligenza e la dignità dei tarantini.
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