martedì 11 novembre 2008

Vendola vara il DDL sulle emissioni e chiede bonifiche per Taranto

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BARI - La Puglia è la prima Regione in Italia a varare una legge che riduce il tetto previsto a livello nazionale per le emissioni di diossina, adottando i criteri contenuti dal "Protocollo di Aarhus', approvato dal consiglio dell'Ue nel 2004 e recepito da 16 paesi dell'Unione ma non dall'Italia. Il disegno di legge è diretto in pratica a dichiarare guerra all'inquinamento prodotto dallo stabilimento Ilva di Taranto. E' stato approvato poco fa dalla giunta regionale pugliese ed è stato illustrato in un incontro con i giornalisti dal presidente della Regione Puglia Nichi Vendola.
I nuovi limiti in Puglia per gli impianti in esercizio sono: 2,5 nanogrammi a metro cubo di policlorodibenzodiossina e policlorodibenzofurani dal prossimo mese di aprile fino ad arrivare a 0,4 dal 31 dicembre del 2010. I limiti previsti dalla legge nazionale sono attualmente di 10 nanogrammi a metro cubo. L'Ilva, entro 60 giorni dall'approvazione della legge, dovrà presentare all'Arpa un piano di campionamento dei gas di scarico. In caso di mancato rispetto delle norme, scatterà la diffida: l'Ilva avrà 60 giorni di tempo per gli adempimenti. Se non saranno rispettati, l'attività verrà bloccata. (ANSA)

Bari, 11 nov. - “Oggi faccio un appello al Governo Berlusconi, che e’ quello di riprendere in mano un accordo tra enti locali e Governo nazionale per sottoscrivere il programma di bonifica integrale del sito inquinato di interesse nazionale di Taranto, sul modello del Protocollo che abbiamo siglato per la citta’ di Brindisi”. Il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, lo ha annunciato presentando il disegno di legge regionale approvato oggi dalla Giunta regionale “norma a tutela della salute e dell’ambiente, limiti alle emissioni in atmosfera di policlorodibenzodiossina, policlorodibenzofurani ed altre sostanze”. “Oggi - ha detto il presidente Vendola - invito il ministro Prestigiacomo, con spirito di amicizia, agli Stati Generali dell’Arpa, che si terranno a Taranto nel mese di dicembre e chiedo a tutti di convergere sull’ obiettivo. Penso che oggi, a partire dalle diossine si possa, nel giro di tempi accertati e rapidissimi, misurare un cambiamento che e’ il cambiamento nella qualita’ ambientale di quella citta’. Voglio concentrarmi su questo - ha concluso - prima di qualunque altra cosa”. (AGI)

Sul giornale Liberazione l'estratto del DDl Vendola che ha dichiarato: "Abbiamo lavorato - spiega Vendola - sulla base dell'esperienza friulana che ha sanato la situazione di uno stabilimento di gran lunga più piccolo del gigante Ilva", lo stabilimento siderurgico Servola (ora gruppo Lucchini) a Trieste. "Siamo di fronte - prosegue Vendola - ad un salto di qualità politico e culturale. Per la prima volta una regione italiana compie l'azzardo di dotarsi di una legge che ignora i limiti massimi di emissioni tossiche consentite in Italia. Siamo consapevoli del rischio di scontrarci con il solito 'apparente buon senso' che sconsiglia interventi di tipo ambientalista in crisi economica. Ma è ora che lavoro è ambiente diventino un unico paradigma".

Ecco il decreto del Friuli
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I commenti di Legambiente: Roma, 11 nov (Velino) - “L’ammodernamento dell’Ilva è una priorità non più rinviabile, per la tutela della salute degli abitanti di Taranto e il rilancio di un’industria più pulita e moderna. Condividiamo pienamente gli obiettivi indicati nella bozza di legge presentata dal presidente della Regione Puglia per tagliare le emissioni dello stabilimento siderurgico più inquinante d’Italia”. Apprezzamento per il disegno di legge di Nichi Vendola per la riduzione delle emissioni industriali di diossina e altre sostanze inquinanti, che prevede per l’Ilva una riduzione delle emissioni di diossina e furani fino a un massimo di 2,5 nanogrammi a partire dal primo aprile del 2009, con un ulteriore taglio fino a 0,4 nanogrammi dal 31 dicembre 2010.
“Lo stabilimento Servola di Trieste - continua Legambiente -, per il quale è previsto un limite massimo consentito di 0,4 nanogrammi per metro cubo di diossine, è la dimostrazione tangibile che è possibile produrre inquinando meno. Il binomio ambiente versus lavoro è vecchio e superato: un alibi, ormai, per giustificare immobilismi e ritardare processi di innovazione. Oggi le tecnologie sono cambiate e investire in innovazione e sicurezza è uno dei primi passi da compiere per andare incontro alle esigenze occupazionali. (il velino)

1 commento:

Anonimo ha detto...

E' l'unica speranza per Taranto.

Lo dico da esiliato che ha trovato all'estero la sua fortuna ma che continua a mangiarsi le mani.

Anche chiudesse l'ILVA, sarebbe un'opportunita' per una citta' che, come e' successo in citta' quali Liverpool, riscoprirebbe le sue naturali attitudini, che come tali darebbero molto piu' lavoro