Tutti rinviati a giudizio i sei dirigenti della ThyssenKrupp imputati del rogo in cui nel dicembre 2007 morirono sette operai. L'accusa è di omicidio colposo con dolo eventuale; per l'amministratore delegato Harald Espenhan è stata invece formulata l'accusa di omicidio volontario. Il processo però non riguarderà solo i manager, ma anche l'azienda stessa, in quanto persona giuridica.
L'udienza di ieri, ultima della sessione preliminare, era tutta dedicata alle repliche dell'accusa alle motivazioni portate avanti dai legali dei dirigenti tedeschi. Tramite l'ausilio di slides, il pm Raffaele Guariniello e i sostituti procuratori Laura Longo e Francesca Traverso, si sono impegnati in una paziente opera di smontaggio degli argomenti presentati dalla difesa, rappresentata dall'avvocato Audisio. L'obiettivo era di dimostrare che gli imputati erano a conoscenza dei gravissimi problemi di sicurezza della linea numero cinque, quella della tragedia. In serata il Gup Francesco Gianfrotta ha accolto le richieste dell'accusa, rinviando a giudizio i 6 dirigenti.
Per la prima volta un tribunale italiano accetta l'accusa di omicidio volontario per una tragedia su lavoro. La notizia è stata accolta con soddisfazione dai parenti delle vittime, che hanno applaudito alla lettura della decisione del giudice, e dai rappresentanti delle parti lese. Per il procuratore Guariniello è una sentenza storica: «Non è mai successo che si sia arrivati al rinvio a giudizio sia delle persone fisiche che delle persone giuridiche, riconoscendo in un caso anche l'omicidio volontario».
Sergio Cofferati, ex-segretario generale della Cgil e attuale sindaco di Bologna, ha definito la sentenza «una fortissima deterrenza nei confronti del sistema delle imprese». «A mia memoria non ricordo di un altro rinvio a giudizio con le stesse motivazioni», ha detto Cofferati. «Bisogna che le aziende facciano uno sforzo per pensare alla sicurezza - ha aggiunto - perché la sicurezza deve diventare una componente dell'idea stessa di lavoro non una cosa che si decide a posteriori». Erik Walner, portavoce della ThyssenKrupp tedesca, ha invece preferito non commentare come forma di «rispetto dovuto alle decisioni dei giudici, a tutte le persone che sono parte e sono coinvolte nel processo in corso e l'umana comprensione verso i familiari delle vittime».
Il processo riprenderà il 15 gennaio davanti alla corte d'Assise, mentre per il 6 dicembre è presente una manifestazione «per ricordare non solo le vittime della ThyssenKrupp, ma tutte le altre, da Casale Monferrato a Taranto» dice il delegato sindacale della fabbrica di corso Regina, Ciro Argentino. Il corteo, organizzato sindacati di base, rete nazionale per la sicurezza sui luoghi di lavoro e l'associazione Legami d'Acciaio, creata dai familiari delle vittime, partirà dallo stabilimento per arrivare sino a palazzo di giustizia.
Giorgio Ghiglione su AMI
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