mercoledì 26 novembre 2008

Mazza: "Il tasso di tumori è aumentato del 40%. La situazione è drammatica"

"La situazione è drammatica". Non usa giri di parole il dottor Patrizio Mazza, primario del reparto di Ematologia dell'ospedale Moscati di Taranto. E lui che ha scoperto il "tumore da fumo" al piccolo di 10 anni. Un caso unico. Affaritaliani.it lo ha intervistato per capirne di più sulla salute dei cittadini. E i numeri sono drammatici...

Quanto è aumentato il tasso di tumori a Taranto?
"Io mi occupo da vicino di tumori ematologici e quindi di leucemie, linfomi e mielomi. Abbiamo un incremento calcolabile dell'ordine del 30-40% rispetto a quello che noi aspetteremmo sulla popolazione. Questo dato lo abbiamo verificato sui dati a livello ambulatoriale registrati sugli ultimi 10 anni, con un incremento maggiore negli ultimi tre anni".

Incremento che deriva dalla presenza di diossina?
"Sì. La diossina è una sostanza presente nelle emissioni industriali, si deposita nel mare, nel suolo, nel sottosuolo. E è ineliminabile. Ricorderà che cosa successe a Seveso tanti anni fa, dove raschiarono il terreno per mezzo metro per cercare di eliminarla quando possibile. La diossina crea un danno al Dna e determina un danno permanente.

Ma è solo la diossina...
"In realtà ci sono tante sostanze oltre la diossina: gli idrocarburi, i benzeni, i derivati del petrolio, le polveri sottili, i metalli, che vengono liberati dalla cosiddetta triade, la grossa acciaieria pesante, il Petrolchimico, il cementificio. In più sono più di 40 anni che è questa la situazione, quindi è un accumulo di combustione. Dove pensa siano stati messi? C'è una buona fetta che circola nell'aria. L'accumulo di combustione è stato tutto sepolto intorno all'Ilva e tutte le acque che filtrano, che penetrano nel terreno lo portano fino al mare e in tutto quello che c'è intorno. E' un discorso che dura da 40 anni... Ed è il vero problema."

Che cosa è cambiato oggi, perché se ne parla?
"Siamo arrivati al limite. La situazione è drammatica. Qui sono state accumuate sostanze in decenni che si respirano ovunque".

Quando una persona respira diossina, che cosa succede all'organismo?.
"Ci sono sostanze che hanno nocività locale, ma altre che arrivano in profondità, penetrano nel sangue e si depositano sui tessuti. Un esempio è il benzene, una sostanza penetrante attraverso il respiro. Va nel sangue, circola e va a finire nei grassi, sul tessuto adiposo e si deposita. Da qui le leucemie associate al benzene. La diossina incide più sui prodotti alimentari, sul mare".

E' diventato un caso nazionale quello del bambino malato di "tumore da fumo"...
"Venne da me tre anni fa un bambino. Si sospettava avesse un calcinoma, e invece la diagnosi disse altro. Era un linfoma del rinofaringe, che è una malattia che viene a persone adulte, anziane, che hanno fumato per anni. Una situazione unica, telefonai al Gaslini di Genova e non avevamo mai sentito parlare di un caso simile. Ho telefonato in altri centri, ma niente. Non c'è una terapia, l'abbiamo inventata per lui e per fortuna ora sta bene".

Che cosa può essere successo, come è avvenuto?
"Le sostanze tossiche, penetrate nell'organismo dei genitori, possono aver dato il danno sulle cellule germinali, aver creato delle mutazioni, che poi sono state trasmesse al figlio creando una predisposizione al tumore e più precocemente. E questa è la cosa più terribile. Il fatto che venga trasmesso alle generazioni future".

Possiamo dire che è come se tutti i bambini di Taranto fumassero?
"Beh, soprattutto quelli del rione tamburi: giocano lì, mangiano lì, vanno a scuola lì. Hanno una sovraesposizione nelle 24 ore. E' un danno che si può ripercuotere nel futuro molto più che nei loro genitori. Questo è molto preoccupante. Il fumo che viene fuori di una ciminiera è come il fumo di una sigaretta, niente di meno. Quindi certo, è come se fumassero. Fumo indiretto ma sempre fumo".

Sabato ci sarà la manifestazione. Ci sarà?
"Sì, ho dato la mia adesione".

Che cosa si deve fare, dottore?
"Il caso deve diventare nazionale. E' una situazione da intervento nazionale, non può essere solo un probema comunale. La posta in gioco è molto alta. E' ovvio che dietro ci siano questioni economiche. Il momento è particolarmente difficile per l'economia. E diventerà un fatto politico di scelte di vita per creare nuovi progetti alternativi per un'aerea che è molto vasta. La triade Ilva, Petrolchimico, Cementir occupa tre volte lo spazio che occupa la città. E mettere queste strutture a ridosso della città con le case attaccate... non so come sia stato pensato. Ma se non si progettano alternative, è dura".

E aumentare i controlli…
"Sono un problema. Le emissioni avvengono il sabato notte, la domenica mattina. Si vede una nuvola sulla città e io non so quanti controlli effettivi ci siano. So, anche da chi lavora all'interno di queste strutture, che si cerca il modo per sfuggire alle emissioni"

Benedetta Sangirardi Affaritaliani.it

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