ILVA, la bufera sulla commissione serve uno scienziato
Fonte: La Repubblica
9 novembre 2008_ Mario Diliberto
Un luminare di fama internazionale per garantire Taranto. La richiesta arriva a gran voce dagli ambientalisti dopo la sospensione dell´ingegner Bonaventura Lamacchia dalla commissione che sta seguendo l´istruttoria per la concessione dell´Aia, autorizzazione integrata Ambientale, all´Ilva. Il provvedimento è stato adottato dal ministro Stefania Prestigiacomo, a soli due mesi dalla nomina del tecnico, con alle spalle un burrascoso curriculum giudiziario.
La notizia ha dato la stura ad una nuova polemica che va a rinfocolare il già rovente confronto tra grande industria e Taranto. Questo perché in città, dopo l´accertata contaminazione da diossine di animali e le notizie da incubo sulle emissioni inquinanti, sta montando un clima da resa dei conti. Ed uno dei principali fronti sui quali si consuma questa battaglia è proprio quello dell´Aia.
La sospensione dell´ingegner Lamacchia è solo l´ultimo capitolo della recente e tribolata storia della delicata quanto decisiva procedura. La polemica si era infiammata già quando il ministro per l´Ambiente aveva di fatto azzerato la commissione, nominando tecnici di sua fiducia. "Per seguire la complessa pratica Ilva - concludono Diafani, Tarantini e Franco - serve la nomina di un tecnico di fama internazionale, paragonabile per competenza, esperienza e moralità, al professor Veronesi nel settore della ricerca e della cura del cancro".
Dribbla le polemiche, invece, Gianni Florido, presidente della Provincia che preferisce stigmatizzare la volontà degli enti locali di tutelare i tarantini. "Mercoledì saremo a Roma per un tavolo tecnico sull´Aia" - dichiara Florido. "Con il Comune stiamo lavorando per presentarci all´appuntamento con una linea unitaria che faccia capire le ragioni di un territorio che esige rispetto". "Oggi come non mai - aggiunge il sindaco Ippazìo Stefàno - abbiamo il sostegno di una comunità che ha preso coscienza della propria sofferenza. E a Roma rivendicheremo con forza il nostro diritto alla salute".
Intanto ieri sera i fumi della zona industriale hanno fatto nuovamente scattare l´allarme. Su Taranto sono state notate nubi ristagnanti, riconducibili alle emissioni dei camini dell´Ilva. Diverse le segnalazioni ai vigili del Fuoco che le hanno girate all´Arpa. Nel pomeriggio sono stati effettuati dei sopralluoghi per verificare la natura del fenomeno. In serata l´allarme è rientrato. "È dovuto all´inversione termica, anzi in altre occasioni abbiamo costatato di peggio - spiega il dottor Gioacchino Di Natale" - dirigente del dipartimento Arpa di Taranto. "La preoccupazione dei tarantini - conclude - ad ogni buon conto è ampiamente comprensibile".
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