Taranto, azzerata la giunta. Sindaco striglia maggioranza dopo sedute flop consiglio
Giunta azzerata e lettera di fuoco ai consiglieri comunali di maggioranza. Una scossa dopo le ultime due sedute del consiglio comunale, risultate «infruttuose» (sentenzia Stefàno, che ieri ha spiegato in una conferenza stampa gli esiti della verifica politica iniziata un mese fa) per il venir meno del numero legale proprio quando dovevano essere discussi ordini del giorno importanti come quelli legati all'affidamento della gestione dell'inceneritore e allo statuto Infrataras.Il sindaco, critico anche nei confronti di Regione («poco attenta ai problemi della città, in primis alle criticità della sanità») e Provincia («finanzierà i lavori di ristrutturazione del Liceo Archita per 4 milioni e mezzo, ma non c'è da festeggiare perché si tratta di una drastica riduzione dell'impegno di spesa»), ha annunciato: «O si volta pagina o mi dimetto. Lo avrei fatto anche oggi, ma ho scelto di rimanere con spirito di servizio e responsabilità per il bene della comunità, in vista del Tavolo istituzionale. Il 19 ottobre il Governo sarà di nuovo a Taranto». Dopo aver ascoltato tutti i consiglieri comunali della maggioranza, Stefàno ha scoperto che «i due terzi desideravano che venisse azzerata la giunta. Solo alcuni consiglieri del Pd si sono opposti a questa decisione, ma mi hanno informato di non condividere l'operato di un paio di assessori». «Non voglio fare - ha tuonato il sindaco - la stampella della maggioranza e non voglio essere accusato dell'inefficienza degli altri. Stiamo vedendo un importante impegno da parte del Governo centrale e ho bisogno di poter contare su un'amministrazione comunale che sia in grado di rispondere».
La lettera ai consiglieri di maggioranza, indirizzata anche al prefetto e alla sezione regionale della Corte dei Conti, non può essere derubricata a semplice richiamo. Il sindaco arriva a suggerire la modifica del regolamento comunale per assicurare il gettone di presenza solo a chi, a seduta iniziata, garantisce la sua presenza per un arco di tempo congruo. Riferendosi alle «sedute consiliari del 28 e 29 settembre, i cui lavori sono risultati del tutto infruttuosi a causa dello scioglimento di esse per intervenuta mancanza del numero legale», Stefàno ricorda «come questi accadimenti, soprattutto quando sono causati da azioni che traggono origini dai banchi della nostra maggioranza - dovuti in qualche caso da comportamenti e finalità meramente ispirati al perseguimento di interessi personali - non possono che danneggiare i nostri concittadini e nuocere negativamente alla nostra immagine ed al ruolo che il nostro elettorato ci ha conferito».
Il sindaco coglie quindi l'occasione per «richiamare la particolare attenzione del presidente Bitetti» affinchè «valuti l'introduzione di norme regolamentari che, in qualche modo, arginino questi comportamenti, ad esempio l'attribuzione del gettone di presenza della seduta solo al decorso di un arco di tempo minimo di presenza sia in Consiglio che nelle varie commissioni». Il dado è tratto. Ma il sindaco resta al suo posto, ribadisce, «per spirito di servizio». (GdM)
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