E mentre un colosso come l'Ilva di Taranto veniva messo in ginocchio da un forte nubifragio che ha colpito il capoluogo jonico, dell'Ilva di Taranto si parlava ad una conferenza che si è tenuta a Bergamo in occasione di "BergamoScienza". Alla conferenza in questione, dal titolo "LA STORIA DELL'ILVA DI TARANTO E L'IMPATTO DELLA INDUSTRIA SULLA SALUTE", ha partecipato come relatore Carlo La Vecchia. Se non lo ricordate.... è la stessa persona che, in qualità di consulente dell'Ilva, aveva firmato il dossier (insieme ad altri consulenti: Paolo Boffetta, Marcello Lotti e Angelo Moretti) con cui
contestavano le conclusioni dell’Arpa, della magistratura e degli esperti
del ministero della Salute autori dello studio “Sentieri” sull’impatto
delle emissioni dello stabilimento. Riferendosi proprio alla diffusione del tumore ai polmoni, i consulenti
sembravano riproporre vecchie tesi care alla famiglia Riva. Hanno scritto che
le neoplasie non dipendono dall’inquinamento prodotto dal siderurgico ma
dagli stili di vita dei tarantini perché «é noto che a Taranto, città
portuale, la disponibilità di sigarette era in passato più alta rispetto
ad altre aree del Sud Italia dove per ragioni economiche il fumo di
sigaretta era ridotto fino agli anni ’70». Per rinfrescare la memoria, si consiglia la lettura dell'articolo de La Stampa.
Chissà se La Vecchia a Bergamo ha spiegato che se i tarantini si ammalano di tumore è perchè fumano troppo o per altre ragioni.... A noi rimane senz'altro sconosciuto il motivo del perchè abbiano chiamato a parlare "dell'impatto reale di Ilva sulla salute dei tarantini della zona circostante" proprio ad un consulente di Ilva, membro del Centro Studi Ilva.
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