martedì 13 ottobre 2015

La chiamavano bonifica

Tamburi, scuole e Ilva «La bonifica è un bluff». Il comitato dei cittadini Liberi e Pensanti all’attacco

 Ieri mattina, alle dieci, davanti alla scuola “De Carolis”, due passi dalla “Deledda”, quartiere Tamburi, conferenza stampa del comitato Cittadini e lavoratori liberi e pensanti. Portavoce Aldo Ranieri, c’è chi indossa la maglietta del movimento. Un signore in tuta, un residente del quartiere, si sbraccia, ringrazia davanti agli organi di informazione «l’impegno dei ragazzi». «Senza loro, questa storia – il riferimento è all’inquinamento industriale – non avrebbe avuto la giusta risonanza a livello mediatico».
Non sono in molti, qui, al quartiere Tamburi, a sentire il problema sollevato dai “Cittadini”. «Fra i tanti muri – attacca Ranieri – c’è anche quello dell’indifferenza, non cerchiamo voti, ma partecipazione: sono i loro ragazzi ad andare a scuola e a fare lezione qui, quasi fossero reclusi a scontare pene per colpe non loro; non possono aprire una porta, una finestra a causa delle polveri». Poi, attacco alle istituzioni. «Nonostante la nostra città – dice il portavoce del comitato – con siderurgico e raffineria rivesta grande importanza per l’economia nazionale, quando si tratta della salute dei nostri piccoli, la litania è sempre la stessa: non ci sono soldi». Non va bene, secondo Ranieri. «Non vogliamo più sentire queste cose, siamo stanchi: i bambini, qui, vivono nel chiuso delle loro aule, non possono giocare nei giardini delle scuole e del quartiere, c’è un’ordinanza; non possono fare attività sportiva, la palestra è stata occupata dal materiale per i lavori di riqualificazione; un container costava troppo, dunque, utilizziamo la palestra per scaricare di tutto e di più; ci sarebbero otto milioni e mezzo di ragioni, quanti gli euro a disposizione dell’Amministrazione per restituire, se possibile, dignità a un quartiere martoriato, prima del resto della città, da fumi e veleni».
Ce n’è anche per il sindaco, Ippazio Stefano. Non vogliono «più sentire nominare il suo nome». «Un pediatra – riprende Ranieri – cui non interessa la salute dei bambini, che pediatra è? Uno specialista, di più, un amministratore, che non si preoccupa di classi di 20-25 bambini che ogni giorno fanno lezione senza poter aprire una finestra, dimostra di non avere a cuore la salute dei suoi concittadini più piccoli; non ha preteso il risarcimento che spettava a Taranto».
Scuole riqualificate al quartiere. «Non sono come le altre scuole cittadine: qui è diverso dalle altre realtà, dopo più di tre anni – i sigilli all’area a caldo furono posti il 26 luglio del 2012 – ancora il niente: e le aule scolastiche sono a duecento metri dai parchi minerari, a duecento metri dalle ciminiere».
Pitturazione, porte e finestre nuove. «Non basta: non è stato previsto un sistema di riciclo di aria con i filtri; pensano ad altro: quando il vento arriva dalle zone industriali i bambini non possono aprire la finestra, fanno lezione come fossero in trappola».
Per finire. «Comune e Provincia – conclude Aldo Ranieri del comitato Cittadini e lavoratori liberi e pensanti – hanno impedito che l’Istituto musicale “Paisiello” si trasferisse qui: troppo vicino alle fonti di inquinamento dell’Ilva; particolare ignorato: qui nascono e crescono bambini, vive gente da decenni, loro con le fonti di inquinamento continuano a convivere». Una vera e propria requisitoria, insomma, con la quale (Quot)

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