Legami di Ferro
Libro
di Beatrice Ruscio. Introduzione e presentazione di Alessandro
Marescotti. Recensione di Laura Tussi. Edizioni Narcissus 2015. In
collaborazione con PeaceLink
24 ottobre 2015 - Laura Tussi
Legami di ferro.
Dalla miniera alla fabbrica.
Dal cuore dell'Amazzonia brasiliana al quartiere Tamburi di Taranto
Libro di Beatrice Ruscio
Introduzione e presentazione di Alessandro Marescotti
Recensione di Laura Tussi
Edizioni Narcissus 2015
In collaborazione con PeaceLink
Il seminario internazionale a cui ha
partecipato l'Autrice del libro “Legami di ferro”, Beatrice Ruscio, in
rappresentanza dell'Associazione ecopacifista PeaceLink, è stata
un'importante occasione per far emergere la questione di Taranto dal
contesto locale, per unire questa lotta a un movimento internazionale di
mobilitazione e resistenza contro gli immani e inesorabili progetti
delle imprese e delle multinazionali che vogliono ottenere il massimo
profitto a costo di devastazioni ambientali, pregiudicando così la vita e
la salute di intere popolazioni. Il denominatore comune che unisce le
città di Taranto e di Piquià de Baixo si chiama minerale di ferro: la
stessa polvere proveniente dal Brasile e estratta nelle miniere della
multinazionale Vale è poi esportata in tutto il mondo.
Il libro racconta una bella storia di
solidarietà tra l'Italia e il Brasile. È la storia di Taranto e di
Piquià de Baixo in Amazzonia, inesorabilmente collegate dal drammatico
filo conduttore di due disastri ambientali, provocati dalla polvere che è
alla base del processo siderurgico, ossia il minerale di ferro:
inquinamento ambientale e diritto alla salute uniscono Piquià de Baixo e
il Quartiere Tamburi di Taranto, Ilva e Vale, in una stretta relazione,
in giochi di forza e di potere dall'alto e di movimenti sociali in
lotta dal basso. Il minerale di ferro, che viene estratto dalle miniere
del Carajàs, nella foresta amazzonica brasiliana, arriva anche all’Ilva
di Taranto. Il ciclo siderurgico provoca inquinamento e ingiustizia a
livello globale. Per questo motivo, una visione globale deve accomunare
le lotte locali, per affrontare un razzismo ambientale che lede i
diritti umani di molti abitanti del pianeta: dei popoli discriminati e
martoriati dei tanti “sud” del mondo.
In realtà, il mondo non ha bisogno di
tutto l'acciaio che viene prodotto. Ma il sistema economico produce in
funzione del profitto e dello sfruttamento massimo della capacità
produttiva, e non in funzione dei bisogni reali e effettivi. Sostenere
questo modello siderurgico predatorio significa alimentare la produzione
delle cosiddette grandi opere, inutili e dannose, e il consumismo
dell'industria bellica e automobilistica.
La multinazionale Vale dichiarava che lo
sviluppo dell'industria sarebbe stata un'occasione di arricchimento
umano e sociale per quella regione, con il rispetto dell'ambiente e
delle persone. Al contrario, è sempre prevalsa la logica del guadagno,
dello sfruttamento e del massimo profitto dell'industria.
Sostanzialmente, solo pochi si sono arricchiti, a discapito della
natura, depredata e vilipesa, e dei lavoratori, che lamentano spesso
condizioni di estremo sfruttamento, e dell'intera collettività, che in
realtà non ha mai visto le promesse di benessere e progresso tanto
declamate e millantate.
“Il viaggio di PeaceLink in Brasile ha
consentito di tessere i fili di un'alleanza globale che va oltre la
questione ecologica: è un'alleanza per la difesa dei diritti umani e per
una nuova economia di giustizia”, afferma Alessandro Marescotti,
Presidente di PeaceLink, nell'introduzione al libro. Nel testo,
l'approccio alla questione ambientale e ecologica diventa un'occasione
di conoscenza davvero innovativa, unendosi alla grande tematica della
giustizia sociale, in una panoramica globale che permette di
interpretare l'ecologia e l'economia in una visione di giustizia sociale
e solidale, per cui tramite l'incontro tra persone, accomunate dallo
stesso dramma, si concepiscono le ragioni autentiche dello stare
insieme, in un'”ecologia di persone”, per una giusta lotta comune a
favore del diritto alla vita e alla salute: per i diritti umani.
La lotta per spezzare la violenza e la
protervia del ciclo siderurgico mondiale ha conosciuto diversi epicentri
del conflitto ambientale, disseminati in tutto il mondo, dall'India al
Brasile. Da una parte all'altra del globo intere popolazioni subiscono
tremende ingiustizie ambientali e lottano per vedere rispettati i propri
diritti di esseri umani. L'Autrice paragona il viaggio in Brasile a un
salto in una realtà parallela a quella di Taranto, con tante differenze
culturali, economiche, ambientali, ma così incredibilmente simile e
unita da legami di solidarietà forti, indistruttibili, di gente forte,
unita da “legami di ferro”, indistruttibili.
Su A-Rivista Anarchica n. 402 Novembre 2015:
Note: www.arivista.org
su ILDialogo.org:
http://www.ildialogo.org/cEv.php?f=http://www.ildialogo.org/cultura/Recensioni_1445719112.htm
su PRESSENZA - International Press Agency:
http://www.pressenza.com/it/2015/10/legami-di-ferro/
su ILDialogo.org:
http://www.ildialogo.org/cEv.php?f=http://www.ildialogo.org/cultura/Recensioni_1445719112.htm
su PRESSENZA - International Press Agency:
http://www.pressenza.com/it/2015/10/legami-di-ferro/
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