«Belli di papà» dal Messico alla Puglia di Abatantuono
È stato quasi interamente girato a Taranto e in provincia il film Belli di papà prodotto dalla Colorado Film di cui è presidente Maurizio Totti, con la regia di Guido Chiesa e protagonista Diego Abantantuono, nelle sale dal 29 ottobre. Ispirata all’originale film messicano Nosotros Los Nobles, la versione italiana dal titolo Belli di papà mette il dito sul rapporto genitori/figli, un argomento di scottante attualità e che qui trova una declinazione inedita, quando il ricco padre decide di emigrare dal Nord al Sud, facendosi seguire dai suoi tre figli superficiali e spendaccioni i Belli di papà, per l’appunto, in cerca di una «redenzione», di una nuova vita e anche di un lavoro.Li troveranno al Sud, con precisione a Taranto dove i tre figli dovranno convivere con un’altra realtà e assumere una nuova coscienza.
«Quando abbiamo deciso di realizzare il film – spiega Maurizio Totti della Colorado – siamo andati alla ricerca di un posto del Sud, che in qualche modo ricordasse Città del Messico, dove era ambientato Nosotros Los Nobles, perché abbiamo pensato che il Sud di tutto il mondo si somiglia. Il primo pensiero è stato per la Puglia, perché Diego Abatantuono si è sempre considerato pugliese a tutti gli effetti, con il padre nato a Vieste, dichiarando in ogni occasione che in Puglia si è sempre sentito a casa, tant’è che in quella terra è sempre venuto volentieri a girare alcuni suoi film».
Scelta la regione si è poi passati a individuare la giusta location, «che abbiamo trovato nella città di Taranto e nella sua provincia, non ancora sfruttate dal cinema e senza le solite immagini da cartolina. Un set adatto per ambientarci un film, lontano dal clamore e da un turismo eccessivo. E poi Taranto Vecchia è affascinante e nella sua decadenza mantiene ancora il fascino di un’antica nobiltà, lo splendore della greca Taras, racchiuso nelle vestigia del suo Museo Archeologico Nazionale. Ma nel capoluogo jonico s’affaccia anche il presente, quando dalla vecchia casa in cui si è rifugiata la famiglia milanese irrompe dai vetri di una finestra lo skyline delle luci dell’Ilva che si riflettono sul mare».
Ma continua Totti a proposito dell’Ilva: «Non abbiamo fatto un film di denuncia ambientale e sui danni che il siderurgico ha prodotto, perché la nostra intenzione era quella di realizzare una commedia che facesse ridere, ma anche riflettere». Ed ancora: «La scelta della Puglia si imposta anche perché c’è una Film Commission funzionante e molto attiva, ben avviata in tutti i suoi settori e per chi deve girare un film è importante trovare tecnici e personale competente in quanto si possono ridurre le spese di produzione e lavorare con sicurezza. Nel periodo di lavorazione non abbiamo trovato nessuna difficoltà o impedimento di qualsiasi natura ma tanta collaborazione e partecipazione da parte dei tarantini e dai cittadini della provincia che facevano a gara per darci il loro contributo e questo non solo: non solo a Taranto, ma anche a Manduria, San Marzano, Avetrana, che spero possa far dimenticare tutta quella cronaca negativa che in quest’ultimo periodo l’ha marchiata».
In conclusione Maurizio Totti si augura che il film possa portare a Taranto quella visibilità «che mie precedenti produzioni come Puerto Escondido e Mediterraneo hanno dato a quelle località del Messico e della Grecia, dove quei film sono stati girati». (GdM)
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