martedì 6 ottobre 2015

Ancora dal teatrino della mendicanza

L'industria piange come un neonato per succhiare ancora soldi pubblici. E da dietro l'eco dei sindacati che hanno come unico scopo quello di farla restare in vita a tutti i costi

Ilva perde 50 milioni al mese. L'azienda: pareggio in due anni Perdite per decine di milioni di euro ogni mese che non si arrestano.

Una oscillazione che si attesta attorno ai 40-50 milioni di euro al mese. La situazione dell’Ilva di Taranto è tutt’altro che rosea.
Gli interventi sono finora incapaci di invertire la rotta e anche gli stipendi dei prossimi mesi sarebbero a rischio, benché l’azienda - la scorsa settimana - abbia per ora accantonato l’ipotesi di non retribuire puntualmente i circa 12mila dipendenti dello stabilimento tarantino.
Le cifre circolate in questi ultimi mesi parlano di 150 milioni di euro di perdite nel trimestre estivo, fino a settembre.
Ma le perdite che si stanno accumulando in questi mesi non avrebbero colto di sorpresa la gestione commissariale. Così come la riduzione della produzione. Il piano dei commissari straordinari per Ilva in amministrazione straordinario prevede infatti il ritorno in pareggio entro due anni. (Quot)

Acciaio precario

Il Segretario Generale della Fim-Cisl Taranto-Brindisi, Cosimo Panarelli torna a parlare della crisi dell’Ilva: “Le notizie poco confortanti che si susseguono mandano in confusione i dipendenti dello stabilimento e delle ditte dell’appalto, questi ultimi anello debole del sistema siderurgico. Si teme per la tenuta occupazionale”
“Questo silenzio assordante che viviamo da diversi mesi non aiuta. Ci chiediamo come mai alcuni provvedimenti (tipo la costituzione della New Company), propedeutici al superamento dell’Amministrazione Straordinaria, tardano a realizzarsi. Nel frattempo le notizie poco confortanti che si susseguono mandano in confusione i dipendenti dello stabilimento e delle ditte dell’appalto, questi ultimi anello debole del sistema siderurgico. Si teme per la tenuta occupazionale”. E’ quanto dichiara il Segretario Generale della Fim-Cisl Taranto-Brindisi, Cosimo Panarelli in merito alla crisi del colosso siderurgico jonico. “Questa situazione di stallo venutasi a creare  - spiega - non solo rallenta il processo di ambientalizzazione (con l’adeguamento rispetto alle prescrizioni fissate dall’AIA), ma di fatto sta determinando una forte e preoccupante perdita di competitività sul mercato nazionale ed internazionale. Ad oggi, oltre ai ritardi nell’attuazione dell’AIA, si registra un ulteriore calo della produzione di acciaio, passata dalle iniziali 17 mila tonnellate giornaliere previste, alle attuali 13 mila tonnellate giornaliere. Di contro – secondo i dati di Federacciai – assistiamo ad un forte incremento in Italia di importazione dell’acciaio, di oltre il 36 percento, di cui 32 percento import extra Ue e 4,2 percento import Ue. Questo dato allarmante compromette la credibilità dello stabilimento ionico, allontanando i clienti di riferimento”.
Il sindacalista chiede al Governo centrale “di dare seguito concretamente agli impegni assunti, affinché le parole dei mesi passati trovino attuazione. Ulteriori ritardi potrebbero rivelarsi deleteri circa il futuro produttivo dello stabilimento siderurgico tarantino, autentico traino per l’economia del territorio oltre alla nota strategicità ricoperta per l’intera filiera del manifatturiero. Prima si torna a vendere il proprio prodotto, prima si potrà rendere appetibile lo stabilimento, aprendo quindi le porte ad un acquirente”.
“Il clima d’incertezza presente tra le aziende dell’appalto è ancora vivo, rispetto ai mesi precedenti dell’anno. Dopo una flebile boccata d’ossigeno, oggi, ritornano le difficoltà legate ai ritardi accumulati nei pagamenti dei lavori effettuati. Una situazione che stenta a decollare e per la quale ogni palliativo è ormai superfluo. Occorre – conclude Panarelli -  una soluzione definitiva utile a portare maggiore serenità tra quanti operano nel settore. Per  queste ragioni è più che mai necessario ricercare con la massima urgenza soluzione utili a mantenere in vita l’intero apparato industriale ionico. Appello che rivolgeremo anche al Governatore della Puglia, Michele Emiliano, durante l’incontro di questo pomeriggio in Regione”. (Cosmopolismedia)

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