sabato 24 ottobre 2015

Oltre il fondo del barile

Trivelle nel Golfo di Taranto: l’Italia ancora generosa con i petrolieri. In primis la Shell

Le prime ad essere approvate sono a favore della Shell, che dopo essersi ritirata in quattro e quatt’otto dall’Artico, adesso trova i più ospitali mari italiani, con una accoglienza a braccia aperte. Si tratta delle due concessioni d73 FR SH e d74 FR SH, entrambe fra le province di Cosenza, Matera e Crotone. La prima si estende per 730 chilometri quadrati, la seconda per 620. E cioè regaliamo alla Shell 1350 chilometri quadrati di mare.
E anche se non sembra, ad approvare il tutto non è il Ministero del Petrolio, ma quelli del Turismo e dell’Ambiente d’Italia.
Verranno qui eseguite ispezioni sismiche con tecniche airgun, che offriranno una immagine in 3D di eventuali giacimenti petroliferi. Gli studi sismici – ripetuti violenti spari di aria compressa intervallati di 10-15 secondi – dureranno per circa sei settimane. Il decreto che approva l’airgun nel golfo di Taranto ricorda che è tutto “temporaneo” e che non verranno realizzate “opere permanenti” in mare o in terra. E quindi, come sempre, tuttapposto.
Ma a chi vogliono darla a bere. La Shell non fa ispezioni sismiche perché vuole regalare immagini scintillanti dei fondali marini al governo italiano. La Shell fa ispezioni sismiche perché vuole trivellare, e l’airgun è solo il primo passo verso la realizzazione di scellerati progetti.
Mentre la concessione d73 FR SH è più a largo, la d74 FR SH sarà a 6 miglia da riva e a un miglio da un sito di importanza comunitario, il SIC 9310053 detto “Secca di Amandolara”. Un solo miglio! Ma questo non importa perché secondo la “Commissione Tecnica di Verifica” sulla Via della Shell non “emergono incidenze negative”.  Poi però si ricorda che la stessa Commissione ha imposto una “fascia di rispetto di 12 miglia” dal “perimetro esterno di tutte le aree marine e costiere a qualsiasi titolo protette”.
Non è ben chiaro come il miglio di distanza dall’area protetta possa essere compatibile con la fascia delle dodici miglia. Mistero dei ministeri.
Oltre al Sic di cui sopra, c’è n’è un altro, il Sic IT 9310048 detto “Fondali Crosia-Pietrapaola-Cariati”, a sei miglia dalla stessa concessione d74 FR SH e quindi anche questa entro la fascia delle 12 miglia di protezione.
La Regione Puglia e Basilicata hanno espresso parere negativo su entrambe le concessioni. Della regione Calabria non c’è traccia. Ma nonostante il parere negativo di ben due Regioni, ci sono state delle misteriose “controdeduzioni” che hanno portato a soprassedere il parere delle Regioni interessate. Come dire: ne sa di più un Ministero di Roma o la Shell che le Regioni Puglia e Basilicata delle criticità dei mari, e delle aspirazioni del popolo di Puglia e Basilicata. Non molto democratico, no?
E poi, non ho capito perché, come sempre, ai petrolieri sia stato concesso di fare controdeduzioni. Non è una partita alla pari quella in cui i petrolieri hanno la prima e l’ultima parola. Perché Puglia e Basilicata non hanno potuto fare contro-controsservazioni? Se ai petrolieri sono concessi due interventi, perché ai cittadini e alle Regioni no? O meglio ancora, un one shot game. L’avrò detto milioni di volte. In un sistema democratico, uno fa la proposta e l’altro fa le osservazioni e poi si decide. E poi basta. Non che ad alcuni è concesso di rispondere ad infinitum ed ad altri no.
Ci sono delle ridicole prescrizioni – presentazioni di scartoffie varie, la presenza di osservatori marini che devono presentare il loro curriculum, la compilazione di un rapporto in italiano con elencate tutte le specie marine che si sono incontrate in mare con ora, temperatura, numero di esemplari, il fermo in caso siano avvistati mammiferi, ed evitare che le tartarughe marine Caretta Caretta possano intrappolarsi nelle apparecchiature di rilievo sismico. Ma veramente quelli del Ministero credono che i petrolieri faranno tutte queste cose? E chi controllerà il tutto?
Ma due sono le cose che più mi fanno pensare.
Intanto, secondo le prescrizioni dei ministeri in questione la Shell deve eseguire l’airgun fuori dal periodo di deposito delle uova, della riproduzione e del reclutamento delle principali specie ittiche commerciali. Questo vuol dire che lo sanno anche loro che l’airgun può incidere sulla pesca.
E soprattutto, noto che in tutte queste labirintine prescrizioni, non viene stabilita la potenza massima utilizzabile. Dicono solo che si deve usare “la minor potenza acustica necessaria”. Cioè sparate quanto più volete basta che sia, secondo voi, necessario.
Interessante che la Basilicata abbia espresso parere negativo e che anzi, il governatore lucano, Marcello Pittella, del Pd, sia anche il capofila, delle Regioni referendarie. Cosa farà adesso Marcello Pittella? Griderà allo scandalo? Andrà su tutte le televisioni di Basilicata e d’Italia a dire che è inaccettabile che il governo, Pd o non Pd, prenda decisioni così contrarie alla volontà sua e della sua Regione? O semplicemente farà finta di niente, e resterà in un salomonico silenzio finché tutto l’approvabile sia stato approvato, ispezionato, trivellato? (FQ)

Altro airgun, altri 620kmq di mare regalato alla Shell nel golfo di Taranto

D 74 FR SH -- Shell, 620kmq - Approvata 13 Ottobre 2015
 d 73 FR SH -- Shell, 730kmq - Approvata 13 Ottobre 2015




Restano in bilico queste altre della Global Petroleum e della Global Med qui e' tutto global :) 

 d 80 FR GP -- Global Petroleum, 745kmq - In fieri

d 81 FR GP -- Global Petroleum, 750kmq - In fieri


d 82 FR GP -- Global Petroleum, 746kmq - In fieri

 d 83 FR GP -- Global Petroleum, 746kmq -  In fieri

d 85 FR GP -- Global Med 748kmq  - In fieri
d 86 FR GP -- Global Med 748kmq -  In fieri
d 87 FR GP -- Global Med 737kmq  - In fieri
d 89 FR GP -- Global Med 745kmq - In fieri
d 89 FR GP -- Global Med 749kmq - In fieri

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