Una
sfilza di interrogazioni e mozioni parlamentari. E poi visite
ispettive, diffide all'autorità portuale e al comune di Taranto, lettere
al Prefetto, all'Arpa e alla Banca europea per gli investimenti.
E infine, in ordine di tempo, un esposto riguardante l'inquinamento
delle aree prospicienti le discariche Ilva. Sono le attività che il
Movimento 5 Stelle, attraverso la sua portavoce al Parlamento europeo,
la tarantina Rosa D'Amato, ha portato avanti nei primi 12 mesi di
legislatura "per accendere i riflettori di Bruxelles e dell'opinione
pubblica sullo stabilimento dell'Ilva, questo mostro che uccide
l'ambiente e l'economia del territorio". Il risultato è il dossier che è
stato presentato questa mattina durante una conferenza stampa a
Taranto.
"E' un'azione costante che svolgiamo per mettere le istituzioni pubbliche davanti alle loro responsabilità, per informare i cittadini e per abbattere il muro di silenzio, omertà e protezione costruito da certi ambienti politici ed economici", dice l'eurodeputata D'Amato.
"E' un'azione costante che svolgiamo per mettere le istituzioni pubbliche davanti alle loro responsabilità, per informare i cittadini e per abbattere il muro di silenzio, omertà e protezione costruito da certi ambienti politici ed economici", dice l'eurodeputata D'Amato.
Ci
sono le interrogazioni alla Commissione europea contro le presunte
violazioni delle norme Ue contenute nello Sblocca Italia e nel Salva
Ilva, oltre che sull'allarme diossina a Taranto. C'è la diffida
all'Autorità portuale di Taranto per la sospensione delle concessioni
demaniali all'Ilva. C'è stata poi la visita ispettiva allo stabilimento
dell'8 aprile scorso con le altre portavoce M5S a Bruxelles, Laura
Ferrara ed Eleonora Evi, a margine della quale è stata prodotta una
relazione che è stata spedita alla Commissione Europea. "La nostra
azione - dice D'Amato - è continuata anche in estate. Abbiamo inviato ai
comuni di Taranto e Statte una lettera di diffida per sapere se sia
stato riscosso o meno il risarcimento dovuto dall'Ilva per la pulizia
delle strade tra il 2012 e il 2014. Abbiamo incontrato il procuratore
Sebastio e scritto al prefetto, che ci ha risposto comunicandoci le 4
sanzioni comminate all'Ilva sul mancato rispetto delle prescrizioni AIA.
Attendiamo risposte dall'Arpa sullo stato dell'altoforno 1 e dalla Bei
sul finanziamento concesso all'azienda per il revamping degli impianti".
Infine, c'è un procedimento aperto al Consiglio di Stato contro l'llva a proposito delle opere di messa in sicurezza della falda.
Infine, c'è un procedimento aperto al Consiglio di Stato contro l'llva a proposito delle opere di messa in sicurezza della falda.
"La
nostra azione - conclude l'eurodeputata tarantina - è appena iniziata.
Non ci fermeremo qui e siamo pronti a coinvolgere, da cittadini come da
deputati, tutte le autorità e le istituzioni competenti per fermare lo
scempio dell'Ilva. E garantire un futuro ai tarantini e al loro
territorio". (agora)
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