domenica 18 maggio 2014

Stillicidio

Ilva, folla e lacrime per il saluto a Nicola

Pianti, lacrime. E sinistre profezie: «stiamo sempre ad applaudire uno di noi quando esce in una bara dalla chiesa. Alla fine, l’ultimo, si batterà le mani da solo». A dirlo è stato uno degli operai dell’Ilva che ieri pomeriggio hanno partecipato ai funerali di Nicola Darcante, il 39enne strappato alla vita da un tumore alla tiroide che gli era stato diagnosticato appena sei mesi fa.
Darcante lavorava nel reparto Ocm-Cap (Officina centrale di manutenzione-carpenteria) dell’Ilva di Taranto all’interno del quale operano 150 persone, 6 delle quali hanno già saputo di aver contratto il cancro.
Si tratta del reparto nel quale negli ultimi mesi si sono verificati, secondo un esposto presentato qualche settimana fa dalla Fiom Cgil al Dipartimento di prevenzione dell’Asl, allo Spesal, all’Arpa e all’Ordine dei medici, sei casi di tumore (quello di Darcante e di altri cinque) e di disfunzione alla tiroide tra gli operai.
Darcante, che lascia la moglie Stefania Corisi e due figlie, aveva scoperto di avere un carcinoma alla tiroide il 9 novembre 2013, ma aveva continuato a lavorare nello stabilimento sino a quando non era stato costretto a lasciare definitivamente l'attività per un primo intervento a Pisa, a fine novembre. All’operazione erano seguite terapie e ricoveri in diverse strutture tra le quali l’ospedale 'Moscatì di Taranto, dove è morto la notte scorsa.
«La verità - hanno detto però alcuni compagni di Darcante ieri al funerale - è che alcuni di noi non hanno ancora fatto gli accertamenti perché hanno paura di ricevere brutte notizie».

Al rito funebre, celebrato da don Nicola Preziuso nella chiesa Gesù Divin Lavoratore del rione Tamburi, ha preso parte anche il segretario provinciale della Fiom Donato Stefanelli che alcuni mesi fa aveva chiesto all’Asl e allo Spesal di effettuare verifiche in quello che si sta rivelando un vero proprio reparto della morte. «Non abbiamo mai avuto risposta dagli organi ispettivi» ha detto ieri Stefanelli, aggiungendo che «invece l’azienda dopo una serie di richieste ha effettuato anche dei carotaggi: i risultati sono stati inviati anche all’Arpa e alla Procura ma non sono stati condivisi con i sindacati».(GdM) (GdM)

Peacelink ha incontrato Nicola nella sua casa il giorno prima di partire per Bruxelles, dove abbiamo incontrato la Commissione Europea sulla questione Ilva. Avevamo promesso a Nicola di portare in quel luogo istituzionale anche la sua voce, pensiamo di aver mantenuto la promessa fatta. Alla famiglia di Nicola la redazione di Peacelink rivolge un abbraccio di solidarietà.
Emblematico è l'episodio accaduto oggi alle ore 12 nello stabilimento Ilva, mentre si registra la morte di un altro operaio lo stabilimento continua senza sosta le sue emissioni non convogliate in atmosfera, e lo fa nel migliore dei modi con uno slopping.
Emblematico perchè accade alle 12 quando si celebra il mistero dell'Incarnazione con la preghiera all'Angelus Domini nuntiavit Mariae mentre le campane delle chiese suonano. Mentre si è verificato questo episodio emissivo ci ha chiamato Alessandro, che usciva dall'ospedale Moscati dove la zia era ricoverata, la riportava a casa perchè ormai in fin di vita per la stessa malattia di Nicola.
Ci ha raccontato: "mentre uscivo dall'ospedale ed in auto portavo mia zia a casa, l'Ilva ci ha salutato così".
Ecco il video delle emissioni odierne alle ore 12 dall'Ilva. (Peacelink)


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