domenica 18 maggio 2014

Lo spirito di sopravvivenza del faraone Bondi

Ilva, Bondi revoca l'avvocato dei Riva indagato

La decisione è presa. Il commissario dell'Ilva, Enrico Bondi, ha revocato il mandato agli avvocati Francesco Perli e Roberto Marra in merito alla difesa dell'azienda nell'udienza al Tar di Lecce il prossimo 5 giugno. Udienza relativa ad un ricorso presentato dalla stessa Ilva contro il ministero dell'Ambiente, la Regione Puglia e i Comuni di Taranto e Statte a proposito delle procedure e delle metodologie operative da seguire nelle aree aziendali da sottoporre a bonifica dall'inquinamento. Oltre a revocare il mandato ai due legali, il commissario non risconoscerà nemmeno il testo della memoria difensiva che Perli e Marra avevano preparato. In queste ore i consulenti legali di Bondi sono al lavoro per mettere a punto la revoca.
Il caso era esploso giovedì scorso proprio mentre Bondi, a Roma, si accingeva ad incontrare i sindacati metalmeccanici Fim, Fiom e Uilm per la prima presentazione del piano industriale dell'azienda, quello finalizzato all'aumento di capitale e al rilancio produttivo. Conosciuto il testo del ricorso dell'Ilva, il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, aveva infatti scritto al presidente del Consiglio, Matteo Renzi, contestando le tesi degli avvocati, evidenziando come Bondi, pur essendo un commissario nominato dal Governo, avesse avallato una linea conflittuale dell'azienda verso le istituzioni pubbliche, e mettendo soprattutto in evidenza come uno dei due avvocati, Francesco Perli di Milano, fosse uno dei legali a cui più volte si è affidata la famiglia Riva nei procedimenti amministrativi. Non solo: Perli è anche tra le 49 persone (erano 50 prima della morte di Emilio Riva avvenuta lo scorso 30 aprile) per le quali la Procura di Taranto ha chiesto al gup il rinvio a giudizio e la prima udienza è in calendario il 19 giugno. Pesante l'accusa verso Perli: associazione a delinquere finalizzata al disastro ambientale. Una serie di intercettazioni telefoniche, inserite nei fascicoli dell'indagine giudiziaria, vedono infatti Perli «premere» sui responsabili della struttura del ministero dell'Ambiente delegata al rilascio dell'Autorizzazione integrata ambientale all'Ilva (il periodo è il 2011 e l'Autorizzazione viene rilasciata il 4 agosto dello stesso anno). Un'Aia contestata, quest'ultima, perchè ritenuta inefficace ma soprattutto «pilotata» dall'Ilva tant'è che finirà sotto la lente degli inquirenti e verrà poi riesaminata e modificata con l'Aia che ad ottobre 2012 rilascerà l'allora ministro Corrado Clini.
L'appuntamento del 5 giugno
Nel ricorso che si sarebbe dovuto discutere al Tar il 5 giugno e che parte da un procedimento avviato dai Riva nel 2009, Perli e Marra contestano fortemente le prescrizioni di Arpa Puglia e Regione ai fini della bonifica, le definiscono «sempre più onerose e eccessive», prive di «alcuna analisi effettiva», ma soprattutto dicono che sono finalizzate «ad alimentare ingiustificatamente il business ambientale a spese dell'operatore economico di turno» perchè l'Arpa «si fa lautamente pagare quasi 1.500 euro ciascuno i campionamenti». Ed è proprio quest'attacco degli avvocati nel ricorso fatto per conto di Bondi, che ha spinto Vendola a muoversi verso Renzi.
«Il testo di quel ricorso non è mai stato fatto vedere in anticipo ai commissari, Bondi nelle sue mail non lo ha ritrovato, tant'è che ieri ce lo siamo fatto mandare - dice il sub commissario Edo Ronchi -. Gli avvocati hanno utilizzato il mandato conferito loro tempo addietro dalla proprietá e hanno scritto l'atto i cui contenuti, però, vanno ben oltre il perimetro di una difesa. Non avrei mai accettato, infatti, termini come "business ambientale"». Di qui, dunque, la decisione di revocare Perli e Marra ma anche di non risconoscere il testo presentato. Adesso si dovrebbe procedere con un nuovo incarico legale e resta da vedere cosa accadrà nell'udienza del 5 giugno.
L'aumento di capitale
Sul fronte industriale, invece, consegnato il piano ai Riva perchè si esprimano sull'aumento di capitale, e discusso sia col Governo che con i sindacati, l'ipotesi è che nella prossima settimana non accada nulla di particolare anche perchè si è alla vigilia delle elezioni europee. «Dopo ci aspettiamo buone novità» commenta Ronchi. L'opzione in campo, anche perchè più immediata temporalmente, resta sempre quella di un finanziamento ponte da parte delle banche per consentire all'Ilva di superare la crisi finanziaria che la sta bloccando. I sindacati, dopo il confronto con Bondi, dicono che servirebbero 7-800 milioni. Sull'aumento di capitale e sulla risposta dei Riva, Bondi - riferiscono i sindacati - non si sarebbe mostrato pessimista. Potrebbero sottoscrivere - avrebbe detto il commissario secondo la versione sindacale - parte dell'1,8 miliardi di fabbisogno che indica il piano. In ogni caso la risposta dei Riva è attesa entro il 23 maggio tant'è che i sindacati hanno già fissaro con Bondi un nuovo incontro per il 28. (Sole24h)

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