COMUNICATO STAMPA
10 maggio 2014
Conferenza stampa degli abitanti della città vecchia di Taranto.
Sono
passati più di ottant’anni da quando, con un colpo di piccone, il
regime fascista inaugurò la politica di distruzione del centro storico
di Taranto, mascherandola con le esigenze del “risanamento”. La
demolizione del pittaggio Turripenne, insieme al quale caddero a
centinaia, case, slarghi, postierle, vicoli e chiese, rappresentò
piuttosto l’esigenza di svuotare l’isola del suo contenuto umano e
sociale più formato e combattivo, dove più forti erano il radicamento
territoriale e la coscienza popolare. Politiche che anche nell’era
democratica, purtroppo, non hanno mancato di sferrare i loro colpi
mortali all’isola, con la diaspora degli abitanti della città vecchia
costretti ad emigrare verso altri quartieri dormitorio in seguito ai
crolli (tra tutti quelli di Vico Reale nel 1975 e, non ultimo, quello di
vico Fanuzzi previsto ormai da anni in seguito ad una richiesta
protocollata in data 15 ottobre 2012 – documento e foto in allegato - ) e
l’abbandono coatto di pesca, tradizioni, socialità, memoria storica.
Questa
operazione giunge sino ai giorni nostri con interventi di cosiddetto
“restauro urbano”: dai Piani Urban alla cosiddetta “Rigenerazione
Urbana” nulla, infatti, rimane dei roboanti proclami di recupero
ambientale e socio culturale del centro storico e, nel mentre si
continuano a sostenere scellerati progetti di ampliamento ad est (da
Sircom al San Cataldo passando per Cimino - Auschan), la città vecchia
continua a crollare pezzo dopo pezzo, i suoi vicoli ad essere murati, il
suo enorme patrimonio storico artistico e culturale ad essere disperso o
svenduto.
A causa dell’abbandono e del degrado delle
condizioni urbanistiche e architettoniche dell’isola e a causa
dell’interruzione di acqua pubblica per molte ore della giornata, gli
abitanti della città vecchia denunciano le precarie condizioni igieniche
nelle quali vivono - peggiorate dalla presenza di animali e insetti -
richiedendo attenzione su una situazione costretta a degenerare.
A
nulla servirà il monumento bronzeo celebrativo al carabiniere, voluto
da Sindaco e Giunta Comunale per riportare il senso dello Stato e della
legalità tra i vicoli, interpretando i sentimenti di non si capisce
quale popolazione. Soldi pubblici sprecati, in questo particolare
momento storico ed in un quadro talmente emergenziale, per un’opera che
appare tanto incomprensibile quanto inutile. La volontà popolare si
esprime a sfavore della suddetta opera proponendo di reinvestire quei
soldi in opere di riqualificazione, seppur minime, della piazza
retrostante la chiesa di San Giuseppe laddove emerge la necessità di
avere spazi di aggregazione di socialità ad oggi inesistenti o
inutilizzati: i campi da calcio della San Giuseppe e il teatro della
chiesa potrebbero ritornare ad essere vissuti e gestiti dalla
popolazione.
E’ volontà popolare che i campi di calcetto siano
aperti per più ore durante la giornata e che l’accesso sia gratuito per i
bambini che non hanno altri spazi per giocare. È volontà popolare
riqualificare il teatro della chiesa utilizzandolo quotidianamente come
luogo di socialità per tutte le età e nel quale poter realizzare
attività ludiche e ricreative.
PER LA REALE RIGENERAZIONE DEL QUARTIERE I SOLDI PUBBLICI DEVONO ESSERE INVESTITI SECONDO LA VOLONTÀ POPOLARE.
I cittadini e le cittadine della città vecchia di Taranto contro l’abbandono e il degrado dell’isola.
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