Studi su marcatori di esposizione ed effetto precoce
in aree con inquinamento da arsenico: metodi e risultati del progetto
SEPIAS
Qualche estratto dall'interno:
Studi su marcatori di esposizione ed effetto precoce
in aree con inquinamento da arsenico: metodi e risultati del progetto
SEPIAS
L’area di Taranto è caratterizzata da vari insediamenti industriali, sorgenti emissive di As. L’Inventario nazionale ed europeo delle emissioni e loro sorgenti nel periodo 2003-2010 ha riportato, per la provincia di Taranto, una riduzione di emissioni di As nell’acqua (da 1.463,7 a 655 kg/anno) e nel periodo 2006-2010 un aumento nell’aria (da 24,1 a 186,2 kg/anno). Lo stato di salute della popolazione diTaranto mostra numerose
criticità. La stima del rischio cancerogeno per via inalatoria attribuito all’arsenico emesso dallo stabilimento siderurgico ILVA risulta inferiore a 1:100.000 anche in prossimità dell’area industriale; il 2,7% del rischio cancerogeno totale per via inalatoria è attribuito all’arsenico (fonte ARPA Puglia).
L’analisi delle concentrazioni urinarie di Asi e di Asi+MMA+DMA ha mostrato numerosi valori più elevati di quelli suggeriti dalla SIVR per la popolazione non esposta. Le percentuali maggiori si osservano nell’area di Gela (67%), seguita da Taranto (58%).
Dal confronto con altri dati, emerge che i risultati del campione di Taranto riferiti all’As totale sono più elevati di quelli precedentemente ottenuti da uno studio su 49 lavoratori di fonderia confrontati con 50 soggetti della popolazione per i quali non erano state segnalate anomalie (Soleo et al. 2012).
Per quanto riguarda l’esposizione lavorativa, appaiono rilevanti le indicazioni emerse per gli uomini dei campioni di Taranto e Gela che hanno mostrato eccessi del valore medio di Asi in associazione a diverse esposizioni occupazionali autodichiarate, quali silice o lana di vetro, asbesto, derivati del petrolio, prodotti chimici.
Per le donne dei campioni di Viterbo eTaranto emerge un segnale, considerando l’esposizione a solventi organici, tinture, acidi, sebbene sostenuto da pochi casi.
La valutazione dell’informazione sul tipo di produzione propria o locale evidenzia risultati di rilievo per la verdura fresca, che risulta associata a valori medi di Asi più elevati tra i consumatori del campione complessivo delle quattro aree, in particolare tra le femmine, tra le donne del Viterbese e nel campione complessivo di Taranto. Il risultato emerso sul campione complessivo è rafforzato considerando il consumo di frutta fresca. A Taranto si osservano, inoltre, valori medi di Asi più elevati tra i consumatori di pesce di produzione propria/locale. I risultati ottenuti dalle analisi su Asi+MMA+DMA sono sovrapponibili a quelli ottenuti su Asi con le variabili di tipo occupazionale in genere prerogativa di Taranto e Gela.
Sulla base dei risultati conseguiti, queste indicazioni generali possono essere specificate per le quattro aree di SEpiAs.
Per Taranto e Gela ci sono indicazioni per la presa in carico di numerosi soggetti, e a livello di comunità per lo svolgimento di una campagna di BMU ad ampio spettro utilizzando il protocollo completo (attività a-j), con particolare attenzione al recupero di informazioni approfondite sul profilo alimentare, residenziale e occupazionale.
UO3 - Comune di Taranto (Puglia)
Caratterizzazione
L’area di Taranto è definita «a elevato rischio ambientale» ed è caratterizzata da vari insediamenti che costituiscono possibili sorgenti di inquinamento ambientale (figura 3):
- un impianto di raffinazione;
- un cementificio;
- un inceneritore (Massafra);
- diverse centrali elettriche;
- i cantieri navali;
- un porto mercantile;
- l’arsenale militare;
- lo stabilimento siderurgico ILVA comprendente la produzione di coke, con vasti depositi minerari localizzati a ridosso dell’abitato cittadino.
Emissioni di arsenico. Per quanto riguarda le matrici aria e acqua, le dichiarazioni INES/EPTR (Inventario Nazionale delle Emissioni e loro Sorgenti/European Pollutant Release andTransfer Register) nel periodo 2003-2010 mostrano per la provincia di Taranto un andamento discordante nelle due matrici: si registra una tendenziale riduzione del trend emissivo di As nell’acqua, con un plateau negli ultimi anni, laddove nell’aria si osserva a partire dal 2006 un sensibile incremento. In particolare, si può osservare che il dato emissivo in atmosfera della provincia di Taranto per il periodo 2006-2010 rappresenta dal 70 al 100%di quello dell’intera Regione.
Dati sanitari
La popolazione di Taranto esposta alle emissioni industriali mostra un quadro sanitario compromesso. La procedura di risk assessment nell’area diTaranto attribuisce gran parte degli eccessi agli idrocarburi policiclici aromatici (IPA) e in particolare al benzo[a]pirene (circa 87% del rischio cancerogeno totale per via inalatoria).
La stima del rischio cancerogeno per via inalatoria attribuito all’arsenico emesso dallo stabilimento siderurgico ILVA risulta inferiore a 1:100.000 anche in prossimità dell’area industriale; il 2,7%del rischio cancerogeno totale per via inalatoria è attribuito all’arsenico.
I dati dimonitoraggio dellematrici aria e acqua potabile negli anni 2011 e 2012mostrano una situazione confortante rispetto all’arsenico.
I dati di biomonitoraggio umano evidenziano dosaggi urinari di As eccedenti i valori di riferimento, almeno per quanto riguarda il 95° percentile, a Statte, ma non nel Comune di Taranto.
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