Ci saremmo aspettati un po' di senso critico e coerenza da parte di Rondinelli: non si può scrivere un libro che denuncia il fenomeno Ilva (figlio unigenito dell'Italsider) a Taranto e farsi presentare da Mario Guadagnolo, ex-sindaco socialista della Taranto che ha sperperato ogni risorsa in una pozza di spartizioni, speculazioni e nepotismi degni della migliore tradizione... socialista, appunto!
Ma oggi pare non si possa fare a meno di Guadagnolo, delle sue memorie e delle sue critiche (mai autocritiche).
E allora ecco i bassotti, topolino, basettoni, pippo e gambadilegno scrivere e presentare libri, articoli, e pamphlet.
Tanto è solo un fumetto!
Questa è la storia di una città
abbandonata da Dio e dagli uomini, è la storia di operai, operaie,
vecchi, donne, uomini e bambini che muoiono e si ammalano come da
nessun’altra parte d’Europa. Questa è la storia della cattiva politica e
del cattivo sindacato, è la storia di ometti al servizio di chi paga.
Questa è la storia di una cattiva informazione, di un giornalismo
prezzolato, di una classe dirigente inadeguata, è la storia anche di
30.000 persone che non si arrenderanno mai e mai si piegheranno.
Questa è la storia di una strage di Stato che fa 91 morti all’anno e 648 ricoveri tutti per la stessa causa.
Questa è la storia di una battaglia tra Magistratura e banche, con la politica al servizio delle banche e contro i magistrati.
Questa è anche la storia di magistrati onesti, al servizio dello
Stato e innamorati del proprio mestiere, la storia di chi ha lavorato
duro, rischiando, per il bene comune.
Questa è una storia vera in ogni sua parte, una storia purtroppo
non ancora giunta alla sua fine, una storia che continuerà a seminare
dolore e sofferenza.
Ci voleva del fegato a scrivere le cose che Rondinelli
scrive in questo libro. E Pinuccio Rondinelli questo fegato lo ha avuto.
In una città nella quale l’omertà della classe dirigente, la sudditanza
e la complicità delle istituzioni col padrone delle ferriere sono state
la costante, uno che rompesse questo clima mefitico di inquinamento
morale, oltre che ambientale, ci voleva.
Rondinelli prende di petto il lettore e lo mette di fronte a
verità tragiche, amare e sconcertanti come le vicende raccontate nelle
lettere di gente vera e autentica, storie di tragedie umane di centinaia
e centinaia di famiglie tarantine. Rondinelli non si cincischia in
valutazioni moralistiche e in inutili petizioni di principio, né indugia
nel gusto della denuncia fine a se stessa parente dello scandalismo, ma
racconta i fatti con la forza di chi vuol cambiare le cose e col vigore
morale di chi non accetta questa realtà. Rondinelli si mette in gioco
personalmente, ci mette la faccia, chiama a raccolta chi come lui vuole
cambiare e voltare pagina. Per questo il libro si divora, perché riesce a
trasmettere al lettore la passione civile che anima il suo autore.
Mario Guadagnolo
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