martedì 6 maggio 2014

A Topolinia anche la rivoluzione è smemorata


Ci saremmo aspettati un po' di senso critico e coerenza da parte di Rondinelli: non si può scrivere un libro che denuncia il fenomeno Ilva (figlio unigenito dell'Italsider) a Taranto e farsi presentare da Mario Guadagnolo, ex-sindaco socialista della Taranto che ha sperperato ogni risorsa in una pozza di spartizioni, speculazioni e nepotismi degni della migliore tradizione... socialista, appunto!
Ma oggi pare non si possa fare a meno di Guadagnolo, delle sue memorie e delle sue critiche (mai autocritiche).
E allora ecco i bassotti, topolino, basettoni, pippo e gambadilegno scrivere e presentare libri, articoli, e pamphlet.
Tanto è solo un fumetto!
 
 

 
Questa è la storia di una città abbandonata da Dio e dagli uomini, è la storia di operai, operaie, vecchi, donne, uomini e bambini che muoiono e si ammalano come da nessun’altra parte d’Europa. Questa è la storia della cattiva politica e del cattivo sindacato, è la storia di ometti al servizio di chi paga.
Questa è la storia di una cattiva informazione, di un giornalismo prezzolato, di una classe dirigente inadeguata, è la storia anche di 30.000 persone che non si arrenderanno mai e mai si piegheranno.
Questa è la storia di una strage di Stato che fa 91 morti all’anno e 648 ricoveri tutti per la stessa causa.
Questa è la storia di una battaglia tra Magistratura e banche, con la politica al servizio delle banche e contro i magistrati.
Questa è anche la storia di magistrati onesti, al servizio dello Stato e innamorati del proprio mestiere, la storia di chi ha lavorato duro, rischiando, per il bene comune.
Questa è una storia vera in ogni sua parte, una storia purtroppo non ancora giunta alla sua fine, una storia che continuerà a seminare dolore e sofferenza.
Ci voleva del fegato a scrivere le cose che Rondinelli scrive in questo libro. E Pinuccio Rondinelli questo fegato lo ha avuto. In una città nella quale l’omertà della classe dirigente, la sudditanza e la complicità delle istituzioni col padrone delle ferriere sono state la costante, uno che rompesse questo clima mefitico di inquinamento morale, oltre che ambientale, ci voleva.
Rondinelli prende di petto il lettore e lo mette di fronte a verità tragiche, amare e sconcertanti come le vicende raccontate nelle lettere di gente vera e autentica, storie di tragedie umane di centinaia e centinaia di famiglie tarantine. Rondinelli non si cincischia in valutazioni moralistiche e in inutili petizioni di principio, né indugia nel gusto della denuncia fine a se stessa parente dello scandalismo, ma racconta i fatti con la forza di chi vuol cambiare le cose e col vigore morale di chi non accetta questa realtà. Rondinelli si mette in gioco personalmente, ci mette la faccia, chiama a raccolta chi come lui vuole cambiare e voltare pagina. Per questo il libro si divora, perché riesce a trasmettere al lettore la passione civile che anima il suo autore.
Mario Guadagnolo
 
 

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