giovedì 8 maggio 2014

Ilva allo sbando e Ronchi difende la Severino

Ronchi: incognita Ilva serve un investimento di 3 miliardi in 3 anni

Per il subcommissario dell’Ilva Edo Ronchi, "l'Ilva ora deve affrontare l’investimento del piano ambientale, un investimento misurato con grande precisione in 1,8 miliardi più investimenti per la sicurezza del lavoro che comprende diverse voci ed è stimabile in circa 600 milioni. Poi ovviamente c'è la parte degli investimenti tecnici, 1750 milioni, negli impianti e nella produzione". "In totale – ha detto – stiamo parlando di una necessità di investimenti di circa 3 miliardi e cento milioni per il 2014, 2015 e 2016 avendo però alle spalle dei risultati negativi del 2012 e del 2013 e quindi serve uno sforzo". Ronchi ne ha parlato nel corso di un convegno organizzato a Taranto dalla Uil.
"Questo – ha puntualizzato – dall’ottobre dell’anno scorso aveva portato i commissari a chiedere misure legislative nuove con un aumento di capitale, perchè con le risorse ordinarie della gestione dell’azienda era impossibile affrontare lo sforzo straordinario di investimento".
“L'aumento di capitale è previsto, ma ha un iter non brevissimo. Dopo il piano ambientale, che ha richiesto più tempo del previsto, serve il piano industriale, pubblicato anche quello. Per arrivare poi al concreto aumento di capitale serviranno quattro, cinque, sei mesi, e c'è un problema ponte da qualche mese fino a quando avverrà l’aumento di capitale”. E’ quanto ha sottolineato il subcommissario dell’Ilva Edo Ronchi a Taranto all’indomani dell’approvazione definitiva del piano ambientale.
"C'è una notevole difficoltà di liquidità – ha spiegato Ronchi – per realizzare il piano ambientale innanzitutto, ma anche gli altri investimenti. L’aumento di capitale è regolato dalle leggi vigenti: c'è prima una consultazione della proprietà che farà le sue osservazioni sulla proposta di piano industriale del commissario". "Quindi – ha proseguito – si pubblica con un nuovo Dpcm il piano industriale e si procede all’aumento di capitale o con la proprietà o con altri investitori, se disponibili. L’intervento dello Stato non è previsto, non è consentito dalle norme europee il diretto investimento in impianti industriali". "Lo Stato può contribuire con garanzie alle banche – ha affermato Ronchi – purchè si tratti di investimenti direttamente produttivi. L’ipotesi del prestito ponte può essere la classica buccia di banana su cui scivolare".
 "Che ci sia pericolo per gli stipendi dei dipendenti nell’immediato a me sembra di no, ma certo la situazione in prospettiva, se non si risolve questa condizione ponte, francamente è molto incerta, non saprei dire”, ha infine dichiarato il subcommissario dell’Ilva Edo Ronchi a margine di un convegno organizzato a Taranto nell’ambito del congresso provinciale della Uilm.
"I contratti di solidarietà – ha aggiunto – erano già previsti, adesso c'è una maggiore estensione in relazione alla maggior difficoltà di liquidità e al riassetto produttivo perchè stanno partendo diversi cantieri Aia". "I primi dati del primo trimestre 2014 – ha aggiunto Ronchi – indicano sicuramente un miglioramento sia di produzione che di spedizioni. Ci sono state alcune difficoltà dovute all’interruzione della centrale termoelettrica per carenze di manutenzione e gli interventi sono tuttora in corso. Però ci sono dei segnali di recupero".
«La presenza di ieri a Palazzo Chigi dell’ex ministro Severino era pienamente legittima. Fa parte dello staff dei commissari da tanto tempo, è un avvocato di prestigio e siccome ci sono questioni legali delicate è presente e affianca i commissari in questa fase: nulla da dire». Lo ha spiegato a Taranto il subcommissario dell’Ilva Edo Ronchi. «Il rapporto coi Riva è un’emerita sciocchezza, non so - ha concluso – chi l’abbia messa in giro, ma è assolutamente una stupidaggine». (GdM)

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