All'Ilva di Taranto nuova intesa sulla solidarietà
Ilva e sindacati metalmeccanici hanno sottoscritto stasera a Taranto un accordo che "spalma" su un maggior numero di lavoratori i contratti di solidarietà e introduce la riduzione delle ore di lavoro su base settimanale. In pratica, ogni settimana nello stabilimento dovranno essere lavorate 136.280 ore in meno. Inoltre, mentre prima la solidarietà riguardava un tetto di circa 3.500 lavoratori su una platea di 8.800, adesso il tetto è stato ribassato a 3.407 ma coinvolge 10.278 lavoratori, pari al 33,15 per cento. Rispetto ai dipendenti totali del siderurgico, i 10.278 sono appena un migliaio di meno.Ma ecco la mappa della solidarietà che è stata ricalcolata per aree di produzione mentre prima era per impianti: tubifici, 470 esuberi su 650, pari al 77%, 18.800 ore in meno alla settimana; officine, 385 su 1.809, 21%, 15.400 ore in meno; energia, 50 su 396, 16%, 2.000 ore in meno; staff, 65 su 453, 14%, 2.600 ore in meno; servizi, 498 su 1.341, 37%, 19.920 ore in meno; acciaieria, 550 su 1.890, 29%, taglio di 22.000 ore di lavoro alla settimana; area ghisa, 389 su 1.795, 22%, 15.560 ore lavorate in meno; laminazione a caldo, 580 su 1.239, 47%, 23.200 ore; infine, laminazione a freddo, 420 su 745, 56%, meno 16.800 ore.
La nuova formulazione
Il diverso calcolo della solidarietà è stato introdotto all'inizio di questa settimana quando per circa 2.500 addetti a officine, servizi e staff, tutti impegnati nel primo turno, sindacati e azienda hanno concordato un'ora di lavoro in meno a fine turno, con uscita alle 15 anziché alle 16, e l'ultima ora pagata in parte dalla solidarietà anziché dall'azienda. A questi 2.500 se ne aggiungeranno altrettanti da giugno. Rispetto all'andamento che i contratti di solidarietà hanno avuto all'Ilva nel 2013 e nei primi mesi del 2014, quando hanno interessato poche centinaia di unità, adesso c'è un'accelerazione in conseguenza di due motivi: la crisi di liquidità dell'azienda, tant'è che si paventano rischi per gli stipendi in scadenza il 12 maggio, e la mancanza di ordini di lavoro. Non a caso laminazione a freddo e tubifici sono le aree in cui sono stati dichiarati più esuberi rispetto alla forza occupata. La nuova formulazione della solidarietà è stata accettata da Uilm Uil, Fim Cisl e Usb ma non dalla Fiom Cgil. La Fim Cisl evidenzia che il calcolo settimanale non va oltre il tetto che, anzi, è stato anche ribassato. Il punto vero, osserva ancora la Fim, è che, rispetto ai mesi scorsi, la solidarietà adesso viene ripartita su più lavoratori com'è nello spirito di quest'ammortizzatore sociale.
La mobilità
Sempre oggi, inoltre, Ilva e sindacati hanno concordato la riapertura della mobilità su base volontaria. Interesserà 200 lavoratori sino a fine 2015 e già da domani l'azienda spedirà le lettere agli interessati. I sindacati precisano che possono beneficiare dell'esodo agevolato e anticipato coloro che vogliono spontaneamente interrompere il rapporto di lavoro con l'Ilva, oppure coloro a cui mancano pochi anni per il normale pensionamento. In questo caso la mobilità sarebbe un accompagnamento alla pensione. Hanno detto sì al ripristino della mobilità volontaria Uilm Uil e Fim Cisl, mentre l'Usb si è riservata e la Fiom Cgil non ha firmato. I sindacati hanno anche ottenuto che l'azienda, in aggiunta all'assegno di mobilità che percepirà ciascun lavoratore, corrisponda un bonus, rivalutato in 480 euro lordi mensili contro i 450 corrisposti nella precedente fase di esodo volontario conclusasi prima dell'estate scorsa.
Domani alle 16, intanto, il commissario dell'Ilva, Enrico Bondi, e il sub commissario, Edo Ronchi, incontreranno di nuovo il Governo (presidenza del Consiglio e ministeri dello Sviluppo economico e dell'Ambiente) a poca giorni di distanza dall'ultima riunione. Inizialmente le parti si sarebbero dovute incontrare venerdì, poi si è deciso di anticipare il vertice a domani per accelerare sul piano industriale dell'azienda dopo che la Corte dei Conti ha registrato il Dpcm sul piano ambientale. (Sole24h)
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