Ilva condannata a risarcire un condominio di Taranto per inquinamento
L'Ilva è stata condannata a risarcire un gruppo di residenti che abitano vicino allo stabilimento di Taranto per danni da inquinamento. Per la prima volta un tribunale ha riconosciuto come reato il fatto che alle persone sia impedito di ‘godere’ della propria casa e di considerarla un luogo sicuro per colpa dell’inquinamento industriale.
La causa fu avviata nel 2006 dai cosiddetti ‘ribelli di Tamburi’: un gruppo di cittadini che pur essendo dipendenti o parenti di impiegati nella fabbrica, avevano deciso di schierarsi contro il colosso siderurgico. Nel corso del processo alcuni di loro sono morti per tumore.
La sentenza del giudice civile, Marcello Maggi, è del febbraio scorso ed i condòmini - residenti in via De Vincentis al quartiere Tamburi, il più vicino e più colpito dalle polveri - hanno ricevuto dall`Ilva indennizzi compresi tra gli 11mila ed i 15mila euro a famiglia.
Il processo ha avuto un percorso difficile che ne ha allungato i tempi. Prima di decidere sul caso, il giudice aveva, infatti, affidato una complessa e costosa perizia chimica per accertare che le polveri che negli anni hanno danneggiato l'edificio provenissero davvero dallo stabilimento siderurgico. L'Ilva si era però opposta alla nomina di un consulente residente a Taranto per conflitto di interessi ed il giudice aveva dovuto scegliere un nuovo consulente residente in un altra città.(Rainews)
Il Giudice civile del Tribunale di Taranto ha disposto il risarcimento nei confronti di un gruppo di cittadini residenti in uno stabile del quartiere Tamburi per i danni subiti a causa dell'inquinamento proveniente dall'Ilva. Una prima richiesta stragiudiziale fu avviata sin dal 2006 dagli avvocati Eligio Curci e Massimo Moretti per conto di un condominio del rione, che si trova a poche centinaia di metri dallo stabilimento siderurgico, sulla scorta della sentenza di condanna in sede penale di amministratori e dirigenti Ilva per il reato di 'getto pericoloso di cosè relativa allo sversamento di polveri dei parchi minerali. L'Ilva si oppose ai risarcimento in via bonaria e nel 2008 iniziò la causa civile. Dopo sei anni la sentenza con il riconoscimento del diritto al risarcimento subito a causa dell'inquinamento.
I condomini hanno quindi ricevuto gli assegni relativi ai risarcimenti riconosciuti in sentenza e liquidati da Ilva spa. Somme comprese tra gli undicimila e i quindicimila euro a famiglia, che vanno a risarcire una voce di danno, per la prima volta viene riconosciuto in sede giudiziale, conseguente alla ridotta possibilità di godimento dell'immobile di proprietà a causa dell'inquinamento industriale proveniente dallo stabilimento Ilva. «Una sentenza innovativa - commentano in una nota gli avvocati Curci e Moretti - che costituisce un precedente particolarmente importante in materia, anche perchè il diritto risarcitorio riconosciuto, e mai reclamato da nessun altro, appare difficilmente revocabile in sede di impugnativa, non dipendendo da valutazioni tecniche o da dati che possono essere suscettibili di varia interpretazione». (CdM)
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