Quel picciotto non ci piaceva proprio!
Ilva: le carte
processuali tirano in ballo il presidente
della Commissione Aia
Legambiente: “Dario Ticali si dimetta dalla
presidenza
della
Commissione.
Per garantire un futuro pulito a Taranto serve
rigore e
trasparenza”
“La nuova
Aia che
dovrà essere
rilasciata
all’Ilva
da parte del
Ministero
dell’ambiente
è uno
strumento
fondamentale
per rendere
compatibile
l’attività
dello
stabilimento
siderurgico
con il
rispetto
dell’ambiente
e della salute.
Ma non si
devono più
ripetere le
ombre e gli
errori del
passato. È
per questo
che, alla luce
delle
indiscrezioni
uscite sulla
stampa
riguardanti i
contatti
intercorsi tra
i dirigenti e
i legali
dell’azienda,
l’avvocato
Luigi Pelaggi,
ex capo della
segreteria
tecnica del
ministro
Prestigiacomo,
e il giovane
ingegner Dario
Ticali, ancora
oggi
presidente
della
Commissione
istruttoria
per
l’Autorizzazione
integrata
ambientale -
IPPC, crediamo
che sia
opportuno che
quest’ultimo
rimetta il suo
mandato nelle
mani del
ministro
Clini, che
deve
sostituirlo
prontamente
con un nuovo
presidente di
provata e
rigorosa
esperienza,
inattaccabile
sotto ogni
punto di
vista”.
È questo il commento di Vittorio
Cogliati
Dezza,
presidente
nazionale di
Legambiente,
sulle
indiscrezioni
di stampa
uscite nei
giorni scorsi
a proposito
delle carte
processuali
che
tirerebbero in
ballo anche il
presidente
della
Commissione
Aia, più volte
contattato
dall’ex capo
della
segreteria
tecnica
dell’ex
ministero
dell’ambiente,
prima del
rilascio
dell’autorizzazione
avvenuto
nell’agosto 2011,
a
quanto
sembrerebbe
per aggiustare
il parere
della
Commissione.
Un parere che
era stato
oggetto di
altri gravi
incidenti di
percorso come
quello
avvenuto nel
2008 quando il
conferimento
dell’incarico
di valutare la
documentazione
per l’Aia
presentata
dall’Ilva fu
dato ad un
tecnico della
Commissione
che poi
risultò avere
precedenti
penali e che
per questo
motivo era
stato sospeso
dall’incarico.
“Abbiamo sempre sostenuto – aggiunge Cogliati
Dezza - che
l’autorizzazione
data all’Ilva
dal ministro
Prestigiacomo
sembrava
scritta sotto
dettatura da
parte
dell’azienda.
Leggere gli
stralci
dell’ordinanza
della
magistratura
dagli organi
di stampa di
questi giorni
confermerebbe
quanto
sospettato e
più volte
esplicitato
dalla nostra
associazione
in questi
ultimi anni. Serve
ora fare
piazza pulita
da tutti
questi
sospetti per
garantire al
fondamentale
lavoro della
Commissione
Aia di operare
senza alcun
condizionamento”.
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