Casse di vino, fiori o contanti
L'elenco dei regali fatti dall'Ilva
L'attività di lobby dell'azienda siderurgica, il ruolo di Girolamo Archinà, capo delle relazioni pubbliche
TARANTO - Due pagine, ottanta righe. Ogni riga una data, un nome e una cifra (GUARDA IL DOCUMENTO). C'è la parrocchia dei Santissimi Angeli Custodi (2.500 euro il 19 ottobre 2010), c'è l'Unione italiana per il trasporto degli ammalati a Lourdes (5.000 euro il 23 luglio 2010), compare la Banda municipale del Comune di Crispiano (2.750 euro, il 31 dicembre del 2010), il Lions Club locale (2.500 euro il 15 giugno del 2011), piccole società sportive come la Okinawa karate (4.000 euro il 31 maggio 2011) o la Triton Taranto che si occupa di football (2.000 euro il 30 giugno 2011) o un'associazione tarantina di pattinatori (2.000 euro il 31 luglio del 2011). E poi società per azioni, aziende informatiche, il Politecnico di Bari, centri culturali, un comitato per un non meglio precisato festeggiamento, anche un omaggio floreale da 50 euro, il 5 aprile del 2011.
Lo stabilimento siderurgico (Ansa/Ingenito)
GLI OMAGGI - Eccola qui la lista Ilva degli «omaggi e regalie»
2010-2011. Soldi regalati a questo o quello oppure spesi per comprare
pacchi dono. Gesti che non comportano alcun reato, ma che secondo la
Guardia di finanza indicano quanto elevato fosse il budget a
disposizione di Girolamo Archinà, il capo delle relazioni pubbliche
dell'azienda accusato di fare pressioni sulle istituzioni per favorire
in ogni modo l'acciaieria. E la lista indica anche quanto estesa fosse
la rete di contatti «sociali» dell'Ilva nel territorio.
LA RETE - L'elenco è stato consegnato agli inquirenti da
Francesco Cinieri, dal 1986 responsabile della contabilità dello
stabilimento siderurgico. Secondo i magistrati in quella lista di
donazioni e acquisti di regali per amici e giornalisti, è stata
contabilizzata come «spese di direzione» anche la mazzetta da diecimila
euro che Archinà avrebbe pagato al consulente tecnico della procura,
Lorenzo Liberti, perché «addolcisse» le sue considerazioni
sull'inquinamento. Circostanza che Liberti (filmato mentre ritira una
busta da Archinà) nega («conteneva il testo di un accordo-quadro»).
Nelle carte contabili dell'Ilva c'è un documento di due righe (anche
quello consegnato ai finanzieri da Cinieri) allegato ad una delle
informative del caso giudiziario. È un foglio con il quale Archinà
chiede a Cinieri di «predisporre 10 mila euro da utilizzare per offerta
alla Chiesa di Taranto in occasione della Pasqua». La data è del 25
marzo 2010, lo scambio della presunta mazzetta avviene il giorno dopo e
anche se lo stesso arcivescovo conferma la donazione, secondo i
finanzieri quelle due righe sono il sotterfugio usato da Archinà per
giustificare il prelievo dei soldi e nasconderne il vero motivo.LE EROGAZIONI - Sentito come testimone, Cinieri dice: «posso pensare che la somma che mi fu richiesta, essendo periodo pasquale, potesse essere consegnata all'Arcivescovato». Per aggiungere poi che «almeno una volta all'anno, o a Natale o a Pasqua, viene fatta una erogazione, anche se per cifre che normalmente non superano i 5.000 euro. Se non erro non è mai avvenuto che ne sia stata fatta una da 10.000 euro». I magistrati lo convocano il 25 novembre scorso. Lui spiega come recuperò frettolosamente i 10.000 euro che Archinà voleva subito (prima di partire per l'incontro con Liberti) e poi dice che in ufficio ha quel che serve per dimostrare come finiscono in bilancio le spese del capitolo «omaggi e regalie». Il verbale viene interrotto e i finanzieri vanno assieme a lui negli uffici della direzione Ilva. Cinieri passa in rassegna i file del computer e stampa le due pagine dell'argomento. «Ecco» spiega. «Se la descrizione del beneficiario è ben specificata è perché da loro stessi è arrivata una richiesta formale. E in quel caso l'erogazione avviene tramite bonifico o assegno circolare non trasferibile». Ma c'è una seconda opzione. «Se la descrizione del beneficiario non è specificata - racconta il contabile - allora si tratta di uscite di cassa per contanti e significa che non c'è una richiesta preventiva ma che la richiesta avviene direttamente dalla direzione, per questo la causale è "spese di direzione"». Proprio come quella spesa di 10 mila euro registrata lo stesso giorno della presunta bustarella. O come un'altra dazione, per la stessa cifra, contabilizzata il 14 aprile 2011 come «erogazione della direzione». Sospetta come la prima, secondo gli inquirenti.
IL CASO - Fra i nomi delle società del capitolo «omaggi e regalie» dell'Ilva ce n'è una, la Semat Spa, che vanta le cifre più alte: da un minimo di 1.286 euro a un massimo di 64.341. Ovviamente le cifre accanto ai nomi non significano sempre che si sia trattato di una donazione. In alcuni casi, per esempio con la «D'Erchie Srl» (un'azienda che produce olio d'oliva) e la «Longo, un mondo di specialità» (vini e prodotti alimentari) le migliaia di euro accanto al nome indicano le spese sostenute per i pacchi-regalo di fine anno, moltissimi ai giornalisti. La cifra più piccola 72.69 euro, la più alta 8.400.
Soldi e casse di champagne per amici, preti e giornalisti |
TARANTO
- C’è la banda di Crispiano e la parrocchia Santi Angeli Custodi di
Taranto. Il Lions club di Taranto e il Politecnico di Bari. Tutti
inseriti, insieme a società sportive, comitati festeggiamenti ma anche
due note enoteche dalle quali partivano casse di champagne per
giornalisti e rappresentanti delle istituzioni ogni fine anno, nelle due
pagine della voce «omaggi e regalie» del bilancio dell’Ilva finite
nell’inchiesta della Guardia di Finanza per corruzione in atti
giudiziari che vede indagati a piede libero il vicepresidente del
gruppo, Fabio Riva; l’ex direttore dello stabilimento siderurgico, Luigi
Capogrosso; l’ex consulente dell’Ilva per l’ecologia e i rapporti
istituzionali, Girolamo Archinà e l’ex consulente della Procura di
Taranto, Lorenzo Liberti, già preside del Politecnico. I documenti sono stati acquisiti dai militari delle Fiamme Gialle per ricostruire il flusso di denaro dall’Ilva all’esterno e dunque capire se i diecimila euro che Archinà chiese all’amministrazione di preparare in fretta e furia il 25 marzo del 2010 erano destinati all’allora vescovo Benigno Luigi Papa per la Pasqua di quell’anno, come l’llva ha sempre sostenuto, oppure se invece erano per il professor Lorenzo Liberti, allora consulente del pm Mariano Buccoliero, incontrato da Archinà il 26 marzo sempre del 2010, nell’area di servizio di Acquaviva delle Fonti, sull’autostrada Taranto-Bari. Liberti, difeso dagli avvocati Francesco Paolo Sisto e Vincenzo Vozza, ha respinto sia nell’interrogatorio tenuto dinanzi al pm Remo Epifani che nella memoria depositata al gip Giuseppe Tommasino, l’accusa, sostenendo di aver sì ricevuto una busta bianca da Archinà - d’altronde le immagini del sistema di videosorveglianza dell’area di servizio sono inequivocabili - ma all’interno c’erano solo documenti riguardanti un protocollo di intesa che Ilva e Politecnico di Bari stavano per sottoscrivere. Vero o falso? Nelle due pagine degli omaggi e delle regalie quei diecimila euro ci sono, ma stranamente manca il destinatario in quanto il 26 marzo vengono rubricati genericamente, e secondo i finanzieri in maniera eloquentemente sospetta, sotto la voce «spese direzione». Non è l’unica volta che accade perché anche il 14 aprile del 2011 dalle casse dell’Ilva escono 10mila euro sotto la voce «erogazione direzione». L’interrogatorio del contabile dell’Ilva Francesco Cinieri non risolve il giallo. Cinieri ai finanzieri dice infatti che Archinà non gli disse a chi erano destinati i soldi ma che poteva pensare che, essendo in periodo pasquale, potessero essere consegnati all’arcivescovado di Taranto. «Almeno una volta all’anno davamo all’arcivescovado cifre che non superavano i 5.000 euro», ha sostenuto Cinieri, aggiungendo dubbio ai dubbi, vista l’entità della somma. Archinà, poi, si arrabbiò non poco quando seppe che i contabili dell’Ilva non erano riusciti a trovare banconote di grosso taglio. E appena ebbe i soldi, invece di chiamare in arcivescovado, telefonò a uno stretto collaboratore del professor Liberti, col quale riuscì ad incontrarsi alla stazione di servizio. (Mimmo Mazza - GdM) |
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