Le immagini che abbiamo riportato nei post precedenti parlano di tutt'altra realtà rispetto a quella descritta anche dal Manifesto.
E' incredibile come anche questa testata si sia allineata alla stessa
comununicazione del TG5 (strana similitudine): una linea
che si ispira a mantenere lo status quo di chi realmente governa
Taranto.
Così come le etichette che si voglioni affibbiare a un comitato
formato da cittadini e lavoratori (e non dai cobas e dai centri sociali
come i media vogliono far intendere).
Cittadini insieme ad Operai
che per la prima volta dopo 50 anni di vergognosa gestione, hanno
alzato la testa dopo aver preso coscienza del testo del GIP Todisco che
non lascia interpretazioni di sorta.
Per la cronaca, le parole della Camusso riportate dal manifesto.
Susanna Camusso fuoriosa: "Sono contro gli operai"
Non le ha sentite nessuno se non la piazza ormai svuotata dove erano più forti i fischi che altro.
Giornate storiche per Taranto che anche le testate nazionali che si
proclamano più critiche e vicine alla gente non hanno saputo descrivere.
(G. Via)
da IlManifesto.it
Gli operai che non stanno dalla parte del padrone. Tensioni al corteo dei sindacati ma la manifestazione riparte.
Dall'assemblea che ha visto riuniti i 5mila lavoratori dell'area a caldo, quella dei sei impianti sequestrati
per il loro devastante inquinamento, è uscita riconfermata la «linea
dell'equilibrio». Ad alcuni operai intervenuti per dire in sostanza che
il lavoro arriva prima di tutto, se ne sono contrapposti altri che hanno
indicato con precisione le responsabilità dell'emergenza. Lo hanno
anche scritto in un volantino distribuito neai cancelli della fabbrica e
per le strade di Taranto: «Non vogliamo pagare sempre per le
responsabilità dei soliti. Per le reali colpe di una classe politica
superficiale, a conoscenza delle problematiche che da 50 anni affliggono
Taranto e i suoi lavoratori, che ha atteso passivamente che si
arrivasse al 26 luglio. Per le reali colpe di uno Stato che gestisce lo
stabilimento per 36 anni, poi regalandolo e sollevandosi da ogni
responsabilità sui veleni prodotti fino ad allora. Per le reali colpe
del signor Riva, che ha gestito la propria azienda con la logica del
profitto ad ogni costo e della persecuzione in fabbrica. Per le reali
colpe del sindacato, sempre più vicino al padrone, che si è allontanato
dai lavoratori».[continua]
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