lunedì 20 agosto 2012

Interpretazioni in libertà

I giudici sull'Ilva: "Fermare l'inquinamento
ma gli impianti potranno funzionare"

Il tribunale del Riesame ha ribadito lo stop degli impianti senza facoltà d'uso, imponendo "l'interruzione della catena dei reati": saranno i custodi nominati dal gip e dalla procura ad attuare le prescrizioni. "Le motivazioni confermerebbero che gli impianti vanno chiusi non definitivamente ma solo in funzione degli specifici interventi di bonifica"

TARANTO - Fermare immediatamente le emissioni degli inquinanti. Ma l'impianto dell'Ilva potrà continuare a funzionare. Dovranno essere i custodi, a prendere la gestione dell'impianto e adeguarlo alle migliori tecnologie possibili, come impone l'Unione europea, pensando allo
spegnimento solo come a "una delle scelte tecniche possibili". Lo scrive il tribunale del Riesame nelle 124 pagine depositate stamattina con le quali conferma il sequestro dell'impianto senza facoltà d'uso, nelle quali traccia però una strada per salvaguardare diritto alla
salute e diritto al lavoro".  "Non si tratta certo - scrivono i giudici Antonio Morelli, Rita Romano e Benedetto Ruberto - di operare compromessi fra questi ultimi e i primari interessi alla vita, salute
e integrità ambientali, quanto piuttosto individuare quelle soluzioni che, nel giungere alla cessazione delle emissioni inquinanti, consentano di pregiudicare il meno possibile gli ulteriori interessiin gioco".

Come si può fare? ""Semplificando e schematizzando la questione, va detto che non è compito del tribunale stabilire se e come occorra intervenire nel ciclo produttivo o, semplicemente, se
occorra fermare gli impianti trattandosi di decisione che dovrà necessariamente essere assunta sulla base delle risoluzioni tecniche dei custodi - si legge nell'ordinanza . Al momento lo spegnimento degli impianti rappresenta solo una delle scelte tecniche possibili (...) In nessuna parte della perizia e, del resto, in nessuna parte del provvedimento del gip si legge che l'unica strada perseguibile al fine di raggiungere la cessazione delle emissioni inquinanti, unico obiettivo che il sequestro si prefigge, sia quello della chiusura dello stabilimento e della cessazione dell'attività produttiva. Al contrario si desume la possibilità che l'impianto siderurgico possa funzionare ove siano attuate determinate misure tecniche che abbiano lo scopo di eliminare ogni situazione di pericolo per i lavoratori e la cittadinanza (...) Il sequestro di un enorme e complesso stabilimento industriale quale il siderurgico di Taranto non è meramente tecnica e fine a se stessa visto che dalla sua soluzione discendono importanti ricadute concrete che vanno a intaccare contrapposti interessi, pure costituzionalmente rilevanti, quali quello della tutela dell'impresa produttiva e della tutela dell'occupazione di mano d'opera".

Per questo motivo, quindi, il Riesame ha ordinato di fermare "il blocco delle specifiche lavorazioni e lo spegnimento degli impianti" chiesto dalla Todisco, mentre al contrario "i custodi dovranno valutare e adottare tutte le possibili scelte operative e quelle concretamente idonee a salvaguardare l'integrità e la sicurezza  degli impianti e a consentire, in ipotesi, la ripresa dell'operatività".

Sulla questione è intervenuto il ministro dell'Ambiente Corrado Clini: "Le motivazioni del tribunale del riesame sul sequestro dello stabilimento Ilva di Taranto confermerebbe che gli impianti vanno chiusi non definitivamente ma solo in funzione degli specifici interventi di bonifica". "Da quello che ho letto", ha spiegato Clini, il riesame conferma "l'approccio che anche noi abbiamo sempre suggerito: la fermata degli impianti è in funzione degli interventi di risanamento".

Oggi, inoltre, so riunirà presso la sede del ministero dell'Ambiente, la commissione Ippc-Aia, per definire il piano di lavoro al fine di giungere alla revisione dell'autorizzazione integrata ambientale per l'Ilva di Taranto entro il 30 settembre prossimo. "Alla riunione - si legge in una nota del ministero dell'Ambiente - parteciperanno anche i rappresentanti del ministero dello Sviluppo economico, del ministero della Salute, dell'Ispra, della Regione Puglia oltre che dell'Ilva. La nuova autorizzazione, come ha avuto modo di spiegare Clini nel corso del vertice di Taranto di venerdì, avrà come riferimento anche le prescrizioni formulate dal gip per la riduzione dell'impatto ambientale delle produzioni".

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