lunedì 20 agosto 2012

C'è poco da scherzare

TARANTO: DIRITTO AL LAVORO O DIRITTO ALLA SALUTE?

I telegiornali hanno trasmesso immagini relative all’ILVA di Taranto che mostrano fatti recentissimi e sconvolgenti di inquinamento ambientale. L’Ordine dei Medici della Provincia di Taranto ha pubblicato un documento dove invita i genitori del quartiere Tamburi a impedire che i loro bambini possano giocare a contatto con la terra e sollecitandoli al ritorno a casa a fare immediatamente una doccia e lavare i vestiti, evitando in ogni circosatanza che corrano sul prato.  Un magistrato serio e rigoroso come Patrizia Todisco ha firmato una ordinanza di sequestro degli impianti dell’ILVA per gravissime violazioni accertate che hanno causato morti. Gli ultimi dati ambientali disponibili (resi noti a inizio 2012) indicano che nel 2010 l’ILVA ha emesso dai propri camini:
  • 4mila tonnellate di polveri
  • 11mila tonnellate di diossido di azoto
  • 11mila e 300 tonnellate di anidride solforosa
  • 1 tonnellata e 300 chili di benzene
  • 338,5 chili di IPA
  • 52,5 grammi di benzo(a)pirene
  • 14,9 grammi di composti organici di benzo-p-diossine e policlorodibenzofurani (PCDD/F)
Parliamo insomma di circa 150 kg di sostanze emesse ogni anno per ciascun residente.
Uno studio (denominato Sentieri), dell’Istituto Superiore di Sanità, pubblicato sulla rivista scientifica “Epidemiologia e Prevenzione” nel dicembre 2011, indica il numero di morti in eccesso nelle popolazioni che vivono nei 44 Siti di Interesse Nazionale per le bonifiche (SIN). I dati dei ricercatori descrivono una media di 1.200 morti in eccesso all’anno nel periodo 1995-2002 (cioè 1.200 decessi in più di quanti statisticamente ne sarebbero stati attesi). Molti di questi decessi sono legati a tumori polmonari, a tumori della pleura e a tumori del fegato.
Tuttavia, i dati resi pubblici in queste ultime settimane non indicano la quantità di sostanze cancerogene presenti attualmente nel suolo, nel sottosuolo, nelle acque sotterranee e nei sedimenti marini di Taranto. Né indicano quanti bimbi, quante donne, quanti operai si sono ammalati e sono morti negli ultimi due-tre anni.
Io credo che il Ministero della Salute ed il Governo debba rendere immediatamente pubbliche tutte le informazioni scientifiche di cui dispone. Solo sulla base di dati scientifici recenti e certi si possono prendere delle decisioni che siano nell’interesse di chi vive e lavora a Taranto.
E comunque non si possono mettere in un conflitto irrisolvibile due diritti fondamentali come il lavoro e la salute. L’articolo 41 della Costituzione parla chiaro: l’iniziativa economica non può svolgersi in modo da recare danno alla sicurezza delle persone. Se qualcuno ha sbagliato deve pagare e farsi carico di riconvertire il sito industriale con percorsi lavorativi che abbiano come protagonisti gli stessi lavoratori dell’ILVA e dell’indotto.

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